se fossi un'automobile...

... sarei una FIAT 850. Ve la ricordate?

martedì 24 marzo 2009

Al cinema... John e Jack non so! (16)




Bello veramente… bello però!
(Repubblica Ceca, 2000)

a cura di Brando Marlon

Prima del folgorante Cani furiosi, il thriller/commedia del 2008 con cui ha letteralmente conquistato almeno uno sparuto pugno di spettatori della Kamčatka, il maestro ceco (ma non muto, né slovacco) Wulf Stroptzxexkw si è prodotto in una serie di lungometraggi a metà tra l’attenzione verso problematiche sociali e la disattenzione per le stesse problematiche, in un sapiente uso della tecnica del “resto sul vago se non ne so abbastanza... e parlo ancora meno”.
Uno di questi film è proprio
Bello veramente… bello però!, e lancia nel firmamento delle star l'attore cileno Nestor “Rongo Rongo” Morse, recentemente premiato con il CineCane di masonite® d’argento al Festival Internazionale di Vaduz (Liechtenstein) per la sua prova nel film Un alito chiamato calvario.

Primavera del 2000.
Una normale città della provincia italiana.
La crisi dell’umana decenza, che portò interi eserciti di uomini e donne a riversarsi nelle palestre in cerca di un aumento sconsiderato della propria massa muscolare a discapito di tutto il resto, è al suo culmine.
Roffo, un ragazzo di 35 anni quasi sfigato per via del suo buon lavoro e della sua felice relazione amorosa che dura da nove anni, decide (o forse “scopre”) che quella vita e, soprattutto, Fetelia, la sua ragazza, non sono ciò che lui vuole in realtà. Così decide di mollare tutto.
Comincia a frequentare un corso serale di Analfabetismo di Ritorno.
Nel giro di qualche mese, Roffo diventa incapace di leggere più di tre lettere per volta (di cui almeno due vocali).
Si iscrive a una palestra di tendenza, dove un istruttore competente gli somministra un programma di allenamento durissimo e una dieta ferrea a base di pappe informi e insapori, polveri colorate, proteine, vitamine, metalli, acidi e piccole dosi di TNT.
Ogni mattina, dopo una colazione che prevede l’assunzione per via orale di 89 albumi d’uovo, Roffo si prepara per il pranzo che, rigorosamente, deve comprendere 9 bistecche (magrissime) di carne equina da 1,5 kg l’una e 32 litri d’acqua. Subito dopo pranzo, scattano i preparativi per l’allenamento che, tra le altre cose, comprendono anche uno spuntino con uno speciale puré a base di creatina (un insalatiere da 4 kg).
Roffo si fionda dunque in palestra dove, ogni 10 minuti di attività, si deve interrompere per ripetere lo spuntino alla creatina con le stesse quantità del primo e con un’aggiunta di 7 litri d’acqua, se non vorrà vanificare tutti i risultati fisici fino ad allora ottenuti.
Al termine dell’allenamento, ecco la tanto agognata cena per il riequilibrio dei valori nel suo organismo, con 14 kg di formaggio (magrissimo) e ancora 24 litri d’acqua e 6 barattoli di yogurt (magro) da mezzo kg l’uno.
Dopo due mesi di questo standard, Roffo riesce finalmente a perdere il lavoro e a guadagnare 94 kg di muscoli splendidamente distribuiti in tutto il corpo.
In verità, 16 kg di questa nuova massa muscolare li tiene da parte, in freezer, nell’attesa che qualcuno “scopra” o “inventi”, oppure anche “crei” (perché no?), qualche nuova parte del corpo (ovviamente muscoli…) per poterli utilizzare.
I risultati di Roffo sono eccellenti.
In pochi mesi si può permettere di essere costantemente circondato da donne bellissime che lo guardano, lo ammirano e lo bramano. Non resistono ai suoi pentacipiti e neppure agli esacipiti. Per non parlare poi degli ennacipiti e dei dodecacipiti che gli sono venuti fuori.
Roffo è una macchina da guerra.
Fidanzate bellissime che, grazie a una invidiabile costanza, riescono a leggere anche due lettere per volta (una vocale e una consonante)… addirittura una in meno di lui!
È il suo momento migliore.
Una volta, durante un amplesso con una delle tante bellissime fidanzate, Roffo si interrompe per il solito spuntino alla creatina. Questo scatena una tale ammirazione nella ragazza che lei gli chiede di sposarla. Lui accetta, a patto di poter avere la libertà di esercitare la sua passione: fare il buttafuori in discoteca.
Lei ci sta, ma Roffo il giorno dopo sposa un’altra donna che gli aveva chiesto la stessa cosa due sere prima.
O forse tre sere prima… boh…
La percezione del tempo, per Roffo non è più un problema. L’importante è la percezione delle tette e dei culi intorno a sé.
Durante una serata da buttafuori in discoteca, Roffo rivede Fetelia, la sua ex storica, lingua nella lingua con il suo migliore amico e compagno di palestra. Roffo cerca con grandissima fatica di ricordarsi del suo passato. Sono immagini sfuocate e vaghe, come se appartenessero al vecchio ricordo di qualcun altro. La creatina e tutti quegli albumi d’uovo cominciano a creare qualche piccolo cortocircuito nei suoi vasi sanguigni.
Preso da un raptus improvviso, Roffo mette di fronte a Fetelia un foglio di giornale, e le chiede di leggere. Fetelia legge le lettere una per volta e si blocca sulle consonanti.
Anche lei in questi anni ha capito tutto ed è cambiata!
È fatta!
Ha finalmente trovato la donna della sua vita!
Quella che aveva cercato fin dal momento in cui aveva fatto la scelta di lasciarla.
Esattamente lei!
Il giorno dopo, Roffo comincia le pratiche per il divorzio, ma scopre che i suoi problemi sono un po’ più complessi di una semplice dimenticanza. Nel corso dell’ultimo anno, infatti, ha sposato sei donne, senza ricordarsi minimamente di averlo fatto.
Così, dopo aver venduto di nascosto la casa dei genitori, Roffo paga tutti i divorzi, tutti gli alimenti per le ex mogli e tutte le cure mediche per i suoi dodici figli (due da ogni moglie che ha scoperto di avere), tutti affetti da problemi genetici, mutazioni e malformazioni leggermente più gravi di quelle di Chernobyl... (che sfiga, dite?).
Ora Roffo può finalmente sposare Fetelia, la donna della sua vita.
Ma durante la prima notte di nozze, Roffo viene colto dal primo (e unico) sintomo di impotenza definitiva, quattro infarti, due ictus, scompensi renali, respiratori, ingrossamento (e parziale auto-spappolamento) del fegato, sfogo purulento in ogni parte del corpo, emorroidi prima a grappolo poi a cascata, infine a valanga.
Nonostante questo, Roffo è un uomo felicemente, consapevolmente e… finalmente sposato con la donna che ama.
L’unico problema è che Roffo, dopo la prima notte di nozze con Fetelia, vive in un polmone d’acciaio, ha perso l’uso della vista, dell’udito, dell’olfatto e del tatto. È completamente paralizzato, ha un cuore artificiale, un solo rene (e malandato) e gli sono state amputate una gamba e una mano.
Chissà cosa direbbe se potesse sapere che Fetelia, dopo la canonica settimana di visite all’ospedale dove si trova ricoverato, ha deciso di non vederlo più e di continuare in altri luoghi le sordide relazioni iniziate nella sua camera d’ospedale con tre diversi medici e due pazienti, proprio di fronte alle sue pupille cieche e accanto alle sue orecchie sorde.
In ogni caso, per lui sarebbe difficile dire qualcosa, dal momento che, come se non bastasse, ha pure perso l’uso della parola.