se fossi un'automobile...

... sarei una FIAT 850. Ve la ricordate?

sabato 30 gennaio 2021

Daniele Mocci & Luca Usai story (4): LO STRANIERO SENZA NOME

Un uomo misterioso giunge nella cittadina di Bourbon Town, trascinandosi dietro una bara.
Siamo più o meno negli anni '60 o '70 dell'Ottocento.
Ovviamente ci troviamo negli Stati Uniti d'America, ma non ci è dato sapere quale sia il punto preciso.

E fin qui niente di nuovo.

Una grafica di Claudio Fattori,
utilizzata per tante mostre de Lo Straniero Senza Nome

Il fatto è che non tutti gli uomini misteriosi che giungevano in una cittadina di frontiera negli anni '60 o '70 dell'Ottocento si chiamavano Django. E non tutti avevano una mitragliatrice dentro la bara!

Lo Straniero Senza Nome
© Daniele Mocci & Luca Usai

Mi rendo conto che come presentazione è molto vaga, ma non è davvero il caso di fare un Grande Discorso. Anzi, date le cose che vedrete o che leggerete (se mai vi dovesse capitare tra le mani l'albo in cui io e Luca Usai raccogliemmo le 61 strisce che compongono la sua serie) bisognerebbe fare un... Grande Silenzio.
Se l'avete capita, vi prego, fate finta di niente.

L'albo cartaceo de Lo Straniero Senza Nome
pubblicato nel 2005 dall'Associazione Chine Vaganti

Ho già scritto di lui in diverse occasioni, raccontando in un articolo/post del 2012 come, quando e perché è nato.
Sì è vero, non l'ho ancora nominato. Ma come potrei, dato che si tratta de LO STRANIERO SENZA NOME?

Striscia #01 (cliccate sull'immagine per ingrandirla e leggere)

Quel post/articolo, giusto per continuare a giocarci, si intitolava Il nome dello Straniero Senza Nome, e potete leggerlo QUI.

In breve, per chi non voglia leggersi quel post, vi dico che LO STRANIERO SENZA NOME è nato nel novembre del 1999, di ritorno dalla dodicesima edizione di Expocartoon. Io e Luca partecipammo da perfetti sognatori a quella grande kermesse fumettistica romana, ciascuno con uno zaino in spalla (pesantissimo e traboccante di progetti da mostrare agli editori in fiera).

Striscia #04

Andammo allo stand de Il Giornalino (la gloriosa rivista per ragazzi della San Paolo) e mostrammo un progetto per una serie western a Roberto Rinaldi, che fu cortese con noi. Ma purtroppo ci disse che in quel momento non c'erano le condizioni perché il nostro progetto fosse preso in considerazione.

Striscia #32

Continuammo il giro e finimmo di fronte allo stand dell'allora EURA editoriale (oggi AUREA). Chiedemmo udienza al direttore Sergio Loss. Lui ci accolse, ci fece accomodare e ci ascoltò mentre gli presentavamo la nostra serie western. Sfogliò il book, osservò i disegni di Luca e poi ci sorprese con una frase più o meno di questo tipo: " Il lavoro è buono, ma non è adatto per Skorpio o Lanciostory. Però... se mi proponeste una striscia umoristica western ne potremmo parlare!"

Striscia #38

Io le Luca ci guardammo negli occhi e, praticamente all'unisono gli rispondemmo che... sì, l'avremmo ideata al più presto. Poi gli avremmo spedito il progetto.

LO STRANIERO SENZA NOME nacque durante il viaggio di ritorno da quell'edizione di Expocaetoon verso la nostra Sardegna. Un po' in treno e un po' in nave, buttai giù mille appunti e anche qualche scarabocchio (inguardabile, ovviamente, ma utilissimo per fissarmi in testa i cardini della serie).

Etichette per i pannelli delle mostre

Una settimana dopo avevo già scritto 57 strisce.
Un mese dopo Luca terminò di disegnarle.
Le mandammo a Roma, all'ufficio di Loss, che però non ci rispose.
A marzo gli telefonammo. Ci disse che aveva ricevuto tutto. Che trovava le strip molto divertenti.
Purtroppo, però, in quel momento Skorpio e Lanciostory avevano una lunga coda di lavori da pubblicare. Loss chiuse con la solita formula: "Ci risentiremo più avanti."

Lo Straniero con la sua "fedele" bara

Ma chi è LO STRANIERO SENZA NOME?
La risposta è facile: un idiota. L'idiota perfetto. L'idiota totale.
Il personaggio più idiota che io abbia mai creato da quando (in seconda elementare, 1977) ho cominciato a scrivere le mie prime storie.

Questo era il breve testo che scrissi per il dossier di presentazione:

È un solitario
Dicono che sia un infallibile pistolero
Come Django, si trascina dietro una bara
Sembra un vero duro
Un perfetto eroe da Spaghetti Western
Purtroppo, a volte, la realtà NON supera la fantasia...

Striscia #42

Insomma, un personaggio (quasi) perfetto per giocare - in modo più affettuoso che parodistico - con il genere cinematografico dello Spaghetti Western.

Sergio Leone appare sempre e soltanto di spalle,
seduto sulla sua sedia da regista

Non a caso, oltre a quella evidente di Django, nelle strip ci sono tantissime citazioni e diversi saccheggi di/da quello sterminato immaginario di celluloide.
Comprese quelle che vedono la presenza di Sergio Leone e Lee Van Cleff (addirittura triplicato in tre diversi pistoleri-gemelli) tra i personaggi principali.

Striscia #02

Striscia #16

Striscia #44

Scriverle e disegnarle fu per noi davvero divertente. E, credetemi, non sempre c'è da prestare fede agli autori che dicono di essersi divertiti a scrivere e/o disegnare qualcosa. Spesso, infatti, la fatica e le rotture di b***e superano di gran lunga il divertimento.

Striscia #34

Ma quella volta no. Io scrivevo e ridevo. Facevo i miei scarabocchi per capire se poi le strisce potessero funzionare e ridevo. Poi il lavoro passava a Luca che mi mandava prima le bozze, poi le matite e poi le chine. E a ogni passaggio ridevo sempre di più.

Striscia #54

Insomma, fu un'esperienza indimenticabile.

Striscia #55

Ovviamente non risentimmo MAI, né Rinaldi, né Loss (almeno non per questo progetto).
Ma non era certo finita lì (mai sfidare gli stranieri senza nome!!!).

Striscia #59

A partire dal mese di marzo 2002, infatti, le strisce de LO STRANIERO SENZA NOME furono pubblicate saltuariamente sulla rivista nazionale di informazione e critica fumettistica Fumo di China (lo confesso: io e Luca facemmo letteralmente i salti di gioia, per essere riusciti a pubblicare qualcosa di nostro in quella celebre rivista!).

Quarta di copertina dell'albo de Lo Straniero Senza Nome
pubblicato nel 2005 dall'Associazione Chine Vaganti

Poi, nel 2005, con la nostra associazione Chine Vaganti, abbiamo raccolto tutte le 61 strip per pubblicarle in un albetto "rinforzato" dalle prefazioni degli sceneggiatori Bepi Vigna, Michele Medda e Francesco Artibani, oltre che dalla grafica di Claudio Fattori.

Da lì in poi, Lo Straniero è stato "invitato" a partecipare a numerose mostre in giro per la Sardegna, insieme a me e a Luca.

Nessuno ha mai capito perché.

Grafica di Claudio Fattori per un progetto di pubblicazione su web
della serie (che non si fece mai!)

Leggete le puntate precedenti con un semplice click sui link qui sotto:

Puntata (1): FRANZISKA - aspirante giornalista
Puntata (2): CI VEDIAMO IN FACOLTÀ
Puntata (3): LE SGRAMMATICATE VICENDE DI CAIUS

LO STRANIERO SENZA NOME è un'opera © Daniele Mocci & Luca Usai.

Chi fosse interessato alla serie per scopi editoriali, può contattarmi attraverso le mie pagine social (facebook, linkedin).
Le immagini e i testi pubblicati in questo post SONO DI ESCLUSIVA PROPRIETÀ DEGLI AUTORI e possono essere condivisi SOLO A SCOPO DIVULGATIVO e SENZA FINI DI LUCRO su web e carta stampata, CITANDO SEMPRE NOME E COGNOME DEGLI AUTORI STESSI.

mercoledì 27 gennaio 2021

Daniele Mocci & Luca Usai story (3): LE SGRAMMATICATE VICENDE DI CAIUS

La ragione per cui due settimane fa ho inaugurato questa rubrica sui lavori pubblicati da me e da Luca Usai, mi obbliga oggi a serrare i tempi e ad andare avanti con le puntate con una frequenza rapida.

I più curiosi si domanderanno quale sia quella ragione. Beh... come in tutti i racconti dove c'è un pochino di suspence, la scoprirete solo alla fine!
Non vi resta che continuare a seguirmi in questo percorso.

I primi due volumi di Latino&Oltre
(di Domitilla Calia, Esselibri, Napoli, 2002)
 

Nella seconda puntata (pubblicata in questo blog in data 20 gennaio 2021), ho spiegato come - ancora prima di cominciare i lavori della strip umoristica CI VEDIAMO IN FACOLTÀ - io e Luca fossimo già impegnati con stessa casa editrice (Esselibri, ovvero Edizioni Simone, Napoli) sulla creazione di un'altra striscia a fumetti. Una serie pensata come "complemento" ai tre volumi del libro Latino&Oltre, scritto dalla professoressa cagliaritana Domitilla Calia e destinato al biennio della scuola superiore italiana.

Il terzo volume del libro (dizionario grammaticale)

Incontrammo l'autrice nella sua casa di Cagliari e scoprimmo una donna dall'intelligenza acutissima, molto preparata nella sua materia e con le idee assolutamente chiare su ciò che si aspettava da noi. Questo ci rese molto più facile il lavoro, insieme al fatto che la professoressa Calia si dimostrò anche una persona di spirito. A differenza di molti altri che avrei conosciuto in seguito, non si faceva nessun problema sul fatto che la carica umoristica delle nostre strisce potesse in qualche modo inficiare il suo lavoro "serio" sul testo didattico. Anzi, spesso ci spingeva anche a osare di più. Fu, insomma, un incontro straordinario. Un incontro per cui io e Luca ringraziammo lo sceneggiatore Bepi Vigna: fu lui a segnalarci che la professoressa Calia stava cercando dei fumettisti per fare questo lavoro.

Caius e Cornelia alle prese con le congiunzioni coordinanti

Il personaggio di Caius nacque così. E alla la serie che lo vedeva protagonista io e Luca affibbiammo il nome de LE SGRAMMATICATE VICENDE DI CAIUS. Ma, nonostante il riferimento alla grammatica, la strip non si occupò solo di scherzare su questioni grammaticali.

Per + accusativo
Caius (in panciolle di fronte a un improbabile televisore)
fa adirare sua madre

Nei tre volumi del testo, infatti, c'erano diverse parti dedicate anche alla civiltà latina e alla sua cultura in senso lato.

Caius chiede lumi al Maestro sulla questione di Romolo e Remo

Caius è un adolescente dell'antica Roma, le cui vicissitudini scolastiche, affettive e familiari forniscono numerosi spunti per scherzare sulle regole della grammatica latina, ma anche sulla storia, gli usi e i costumi dei romani.

Verbi impersonali puri

È un tipo tranquillo, che a volte si perde nei suoi sogni a causa della sua propensione a ritrovarsi, almeno ogni tanto, con la testa fra le nuvole.

Complemento di argomento

Accanto a lui, tra i tanti personaggi "di passaggio", troviamo due figure ricorrenti. La prima è quella di Cornelia, una sua coetanea. Caius ne è innamorato ma, almeno almeno apparentemente, sembra proprio non avere speranze. Cornelia è molto più sveglia di Caius, e la sua linguaccia lo costringe spesso a incassare vere e proprie mazzate di cinismo, che talvolta sfiorano la cattiveria.

Calendario romano

La seconda figura cardine nella vita di Caius è quella del Maestro, un uomo tanto burbero, severo e inflessibile, quanto più Caius si dimostra distratto, "molle" e svogliato.

Congiunzioni subordinanti

Ogni tanto, poi, tra le 42 strisce di cui si compone l'intera serie, ci ritroviamo di fronte alla mamma del protagonista e a diverse figure storiche della romanità come, solo per fare un esempio, l'immancabile Giulio Cesare (chiaramente ispirato a quello di Asterix, celeberrimo personaggio di René Goscinny e Albert Uderzo).

Giulio Cesare cattura Vercingetorige

LE SGRAMMATICATE VICENDE DI CAIUS furono un'esperienza cruciale nel percorso lavorativo mio e di Luca. Segnarono di fatto il nostro ingresso nell'editoria nazionale e ci permisero di "finire" addirittura sui banchi di scuola di moltissimi studenti italiani!

Sacrifici agli dei

Complemento di materia

I tre volumi di Latino&Oltre firmati dalla professoressa Calia, furono pubblicati nel mese di febbraio del 2002, un anno determinante per me e Luca. Perché, subito dopo Caius, pubblicammo almeno altri due lavori destinati a segnare la nostra strada per molti anni a venire.

La Sibilla Cumana


Il Lapis Manalis
(pietra sacra che serviva a far piovere)

Parlerò di quei lavori nelle prossime puntate!

Intanto, se non lo avete ancora fatto, vi invito a leggere le puntate precedenti ai link qui sotto:
Puntata (1): FRANZISKA - aspirante giornalista
Puntata (2): CI VEDIAMO IN FACOLTÀ

LE SGRAMMATICATE VICENDE DI CAIUS è un'opera © Daniele Mocci & Luca Usai.

Chi fosse interessato alla serie per scopi editoriali, può contattarmi attraverso le mie pagine social (facebook, linkedin).
Le immagini e i testi pubblicati in questo post SONO DI ESCLUSIVA PROPRIETÀ DEGLI AUTORI e possono essere condivisi SOLO A SCOPO DIVULGATIVO e SENZA FINI DI LUCRO su web e carta stampata, CITANDO SEMPRE NOME E COGNOME DEGLI AUTORI STESSI.

sabato 23 gennaio 2021

L'imbecillità al potere (e il potere dell'imbecillità)

È faticoso vedere e sentire tutto questo.

Gente che ha comprato deputati e senatori fino a ieri sera (pagandoli con soldi, incarichi di potere e "materia concreta"), stamattina accusa altri di quella stessa compravendita. Imbecilli che occupano ruoli nella politica solo per dare sfogo a bisogni intestinali di protagonismo a tutti i costi. Individui dal cervello atrofizzato, che sarebbero inadeguati anche se li mandassi a comprare un cartone di latte, si ritrovano alla guida di pseudo partiti che stanno sia in maggioranza che all'opposizione.

Spesso non è né bello né giusto fare di tutta l'erba un fascio, ma allo stato attuale è impossibile capire qualcosa di questo circo di pagliacci (deficienti veri e propri o, al massimo, psicolabili).
È impossibile trovare le differenze tra chi dice di stare da una parte e chi dice di stare dall'altra. È impossibile capire i motivi per i quali questi esseri surreali parlano, affermano qualcosa e poi il contrario di quel qualcosa non appena i rapporti di forza si invertono.
E i rapporti di forza si invertono senza che nessuno di noi ci capisca una mazza dei motivi: visti da fuori sembrano sempre dispetti da asilo infantile o questioni di vendette personali, simpatie/antipatie, leccate di culi ad amici potenti che hanno piazzato questi cretini in parlamento per poi manovrarli come burattini.

Fateci caso: quando governava l'osceno puttaniere milanese, i suoi amichetti (di convenienza) lo giustificavano per ogni porcata che faceva o diceva. Gli oppositori, comprese le pseudo sinistre (quelle vere sono assenti ormai da anni dalla scena politica italiana), facevano finta di indignarsi e assumevano atteggiamenti da persone serie, ferite nell'orgoglio e pronte a prendere in mano le redini del Paese per restituirgli credibilità e dignità. Esattamente quello che succede oggi a parti specularmente invertite.

A chi bisogna dare fiducia? A una maggioranza derelitta e palesemente inadeguata o a delle opposizioni urlatrici e fuffarole, capaci solo di ruttare e scorreggiare idiozie ad alto volume? A chi esattamente devo credere?
Questi buffoni, che in un mondo normale sarebbero messi da una parte e trattati con l'accondiscendenza che - di solito - si riserva ai minus habentes, in realtà ci governano da decenni. Fanno ciò che vogliono. Passano da una sponda all'altra, senza nessun ritegno. Fanno cadere governi dall'oggi al domani. E ne fanno nascere di nuovi e sempre più improbabili, appena poche ore dopo. Chiedono le elezioni quando sono all'opposizione (con leggi elettorali demmerda), e costruiscono alleanze e maggioranze fantascientifiche pur di non crollare quando sono al governo. Lo fanno tutti, ripeto. TUTTI.
Anche quei caproni che oggi, dai balconi delle destre populiste e idiotiste, vogliono tornare alle urne.

Da qualsiasi parte uno si volti, non può fare a meno di vedere politici ignoranti, impreparati, incompetenti. Sono sempre di più. Sono presenti a ogni livello: dal governo centrale al parlamento; dai governi regionali fino ai comuni più piccoli. È un'epidemia peggio del Covid. Si spande a macchia d'olio e, se non riesce a eliminare i pochi intelligenti e "degni" che sono rimasti, allora li fagocita e anche quelli diventano idioti come per magia.

Tutti questi cialtroni non hanno nulla a che vedere con la politica, con la storia e con l'attualità del nostro Paese. Non hanno idee e visioni di nessun genere. Sono amebe senza forma o, peggio, senza spina dorsale. E cambiano parere e sponda prima ancora che cominci a soffiare il vento. Qualsiasi vento, da qualsiasi direzione.

Sono buoni solo per insultare gli avversari e per aizzare la rabbia sorda e sconclusionata dei milioni di imbecilli che li hanno votati.

Ma attenzione: quei milioni di imbecilli siamo noi, e sarebbe ora di fare piazza pulita di tutta questa merda che ingombra le nostre istituzioni. Sì perché, alla fine la soluzione è sempre la stessa: se non vogliamo politici e amministratori di merda (governanti, maggioranze e opposizioni, nessuno escluso), dovremmo smettere di essere un popolo di merda.

mercoledì 20 gennaio 2021

Daniele Mocci & Luca Usai story (2): CI VEDIAMO IN FACOLTÀ

La seconda puntata di questa rubrica dedicata ai lavori (soprattutto a fumetti) fatti da me insieme a Luca Usai è tutta per la serie di strisce umoristiche CI VEDIAMO IN FACOLTÀ.

Tra la fine degli anni '90 e i primi anni 2000, io e Luca sfornavamo personaggi, storie singole e serie a fumetti con un ritmo davvero notevole. Volevamo che qualche editore notasse il nostro lavoro e, intanto, partecipavamo a svariati concorsi nazionali per esordienti. Le storie (brevi) che mandavamo a quei concorsi finivano, poi, sulle pagine di Macchie d'Inchiostro, la rivista della nostra Associazione Chine Vaganti.

Ghigo e Pablo con Carlo, il barman, al Bar 18
Ci vediamo in Facoltà - serie 1 / striscia 02

Il 2001 cominciò bene, con l'uscita di FRANZISKA - aspirante giornalista  sulle pagine di un giornale pubblicato da un piccolo editore sardo (ne ho parlato nel primo episodio di questa rubrica, QUI). In realtà, Franziska non era certo il nostro primo personaggio, né l'unico a cui stavamo lavorando in quel periodo.

Beba e Tecla
Ci vediamo in Facoltà - stagione 1 / striscia 24

Proprio durante la lavorazione di Franziska, infatti, riuscimmo a entrare in contatto con l'editore Esselibri (Edizioni Simone) di Napoli, quello che ogni anno pubblica centinaia di manuali per la preparazione ai concorsi pubblici, oltre a svariate altre pubblicazioni nell'ambito della scolastica.

Filippo e Pablo si incrociano "in silenzio" davanti a Tecla
Ci vediamo in Facoltà - stagione 1 / striscia 29

Ci chiesero di ideare una serie di strisce umoristiche da pubblicare su un libro di latino per il biennio della scuola superiore italiana. Conoscemmo l'autrice, una bravissima e preparatissima professoressa cagliaritana, parlammo a lungo con lei e poi ci mettemmo all'opera.
Il lavoro piacque all'editore, che ci chiese immediatamente una nuova serie di strisce umoristiche per l'agenda universitaria in uscita a settembre, per l'anno accademico 2001-2002.

L'agenda universitaria Esselibri 2001-2002 in due differenti versioni

E così, tra le tavole di Franziska, le decine di strisce per quel libro di latino (di cui parlerò nella prossima puntata) e mille altri progetti in corso, io e Luca aprimmo anche questo nuovo "cantiere".
La mia esperienza universitaria, pur essendo a quell'epoca conclusa da più di quattro anni, giocò un ruolo fondamentale. Da essa attinsi a piene mani, rovistando nei miei ricordi, soprattutto in quelli del primo periodo, quando non conoscevo ancora l'ambiente e, un po' disorientato, cercavo di capirci qualcosa.

Filippo e Cenzo assistono alla prima "apparizione" del Professor Racosi
Ci vediamo in Facoltà - stagione 1 / striscia 13
Mi immaginai una serie di personaggi che potessero in qualche modo "riassumere" le tipologie di persone che popolano le università (o che, almeno, le popolavano a quei tempi): un riassunto condensato e semplificato, quasi stereotipato. Ma proprio per questo funzionale al nostro progetto.

Tecla e Beba all'esame
Ci vediamo in Facoltà - stagione 1 / striscia 18

Nacquero così personaggi come Pablo e Ghigo: il primo un po' rasta e un po' hippy, casinista, utopista, disilluso e (pseudo) rivoluzionario;
il secondo, belloccio e filibustiere, uno che non studia mai ma supera sempre gli esami in maniera brillante. Pablo e Ghigo sono amici inseparabili e frequentano molto più il Bar 18 che la facoltà.
Per questo motivo, Carlo, il barman, finirà per iscriversi all'università e cominciare a frequentare le lezioni, mentre quei due penseranno a tenergli d'occhio il bar.

Pablo al Bar 18 con Carlo, il barman
Ci vediamo in Facoltà - stagione 1 / striscia 20
Accanto a loro, CI VEDIAMO IN FACOLTÀ presentava un campionario di personaggi grazie ai quali io e Luca riuscimmo a farci un bel po' di risate anche durante la lavorazione della strip. Uno di questi era il "topo di facoltà" Vincenzo Pane, per gli amici Cenzo, ispirato - nel nome e nell'aspetto - a un celebre giornalista televisivo, ma - nella realtà - a quegli studenti che stavano sempre in facoltà e che, se avessero potuto, ci avrebbero pure dormito. Ne ho conosciuti alcuni anch'io. Sapevano tutto di tutti: nome, cognome, provenienza, idee politiche, preferenze religiose, gastronomiche e sessuali della stragrande maggioranza dei colleghi; vita privata dei professori; fatti e misfatti del bibliotecario e del personale non docente. Frequentavano tutti i corsi possibili, anche quelli non compresi nel loro piano di studi, poi rifrequentavano gli stessi corsi anche negli anni successivi (allora non c'erano i semestri). Nonostante questo, non riuscivano a passare più di un esame all'anno, con voti mai superiori al 19.
Cenzo parla con il preside
Ci vediamo in Facoltà - stagione 2 / striscia 02

Poi c'erano Filippo (il "rigido" per antonomasia), Tecla (intelligente e geniale: figa nel cervello, ma non nell'aspetto fisico) e Roberta Bellepere, per gli amici Beba (l'esatto opposto di Tecla: figa nel corpo ma dal cervello non pervenuto).

Beba e Pablo
Ci vediamo in Facoltà - stagione 2 / striscia 03

A completare la squadra, il Professor Racosi (come quello di Zagor, ma con la "C" al posto della "K"), tra gli studenti noto come Nosferatu: un vampiro in senso non solo figurato; la Signora Lia (non quella di Baglioni!), segretaria di facoltà e donna piuttosto "dritta"; Carlo, il già citato barman del Bar 18, autentico ritrovo per gli studenti in pausa.

Beba e la Signora Lia
Ci vediamo in Facoltà - stagione 2 / striscia 13

La strip piacque all'editore che, l'anno dopo, ci commissionò la "seconda stagione" per l'agenda universitaria 2002-2003.

L'agenda universitaria Esselibri 2002-2003

Se la prima stagione si era incentrata sulla vita di facoltà e sulle relazioni tra i personaggi, la seconda ebbe come focus la riforma Berlinguer, che da lì in avanti avrebbe segnato l'inizio dell'università come la conosciamo oggi. Ai personaggi dell'anno prima, tutti rigorosamente confermati, ne aggiungemmo soltanto uno: La Matricola.

La Matricola e Ghigo di fronte all'aula del Prof. Racosi
Ci vediamo in Facoltà - stagione 2 / striscia 20

A vent'anni di distanza dalla sue ideazione (e a quasi venti dalla pubblicazione della prima stagione) CI VEDIAMO IN FACOLTÀ è ancora una delle creazioni mie e di Luca che preferisco.
Mi piacerebbe davvero tanto riprenderla in mano per realizzare una nuova stagione e ritrovare quella banda di pazzi scatenati ancora alle prese con la vita di facoltà.

Filippo e Pablo
Ci vediamo in Facoltà - stagione 2 / striscia 34

Cenzo parla con il preside
Ci vediamo in Facoltà - stagione 2 / striscia 31
Carlo, il barman, e Pablo
Ci vediamo in Facoltà - stagione 2 / striscia 26

CI VEDIAMO IN FACOLTÀ è un'opera © Daniele Mocci & Luca Usai.

Chi fosse interessato alla serie per scopi editoriali, può contattarmi attraverso le mie pagine social (facebook, linkedin).
Le immagini e i testi pubblicati in questo post SONO DI ESCLUSIVA PROPRIETÀ DEGLI AUTORI e possono essere condivisi SOLO A SCOPO DIVULGATIVO e SENZA FINI DI LUCRO su web e carta stampata, CITANDO SEMPRE NOME E COGNOME DEGLI AUTORI STESSI.