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martedì 27 marzo 2012

Il nome dello Straniero Senza Nome

Cover dell'albetto Lo Straniero Senza Nome (ed. Ass. Cult. Chine Vaganti, 2005)
In un post del 18 giugno 2008, scrivevo che "prossimamente qui (su questo blog)" avrei dato notizie di un certo losco e misterioso figuro... un cowboy dal cappellaccio nero e dal sigaro perennemente acceso in bocca.

Beh, quel "prossimamente" non è mai arrivato.
Oggi rimedio almeno parzialmente a questa mia mancanza.

Chi sia, cosa sia, come sia nato e dove sia stato pubblicato questo fumetto "in strip" creato da me e da Luca Usai, lo leggerete (se vorrete) nelle righe che seguono.

Prima di cominciare, ho solo due cosette da dire.

L'articolo qui sotto è stato scritto da me qualche anno fa per la rivista ARTrosi, ideata e pubblicata dal bravissimo disegnatore Massimo Dall'Oglio.

Nei suoi oltre 12 anni di vita, Lo Straniero Senza Nome è stato protagonista di numerose mostre, l'ultima delle quali si è tenuta nel luglio 2011 in occasione dell'ottava edizione del festival di cultura popolare Cuncambias, che ogni estate anima le strade del centro storico di San Sperate, un comune in provincia di Cagliari.

Tutti i disegni di questo post sono naturalmente di Luca Usai.

Ecco fatto! Ora possiamo cominciare...


Lo Straniero Senza Nome
Nel mese di novembre 1999 io e Luca (Usai) andammo alla Fiera di Roma, per la dodicesima edizione di Expocartoon. Avevamo gli zaini pieni dei primi numeri di Macchie d’Inchiostro, rivista della nostra Associazione Culturale (Chine Vaganti), e delle cartelle con i nostri lavori di aspiranti autori di comics. Regalammo a mezza fiera le riviste, e facemmo vedere a un sacco di autori e di editori i nostri sogni su carta.
In particolare avevamo un progetto per una serie western umoristica, ambientata negli anni del Pony Express, da presentare a Il Giornalino. Il signor Roberto Rinaldi fu molto gentile e osservò con attenzione gli studi, il dossier presentazione con locations e personaggi, e le tavole prova di Luca. Ci diede dei piccoli consigli su come migliorare certe cose, ma nel complesso sembrò che il nostro lavoro gli fosse piaciuto. Poi ci disse che in quel momento Il Giornalino aveva una coda molto lunga di lavori in attesa di essere pubblicati, e ci rimandò a un incontro successivo.
Noi continuammo il nostro giro, e finimmo di fronte allo stand dell’Eura. Qui trovammo il direttore Editoriale Sergio Loss. Ci concesse una chiacchierata di fronte alle nostre cartelle. La serie western presentata al signor Rinaldi gli piacque molto, anche se disse che purtroppo non aveva il taglio giusto per il target di Skorpio e Lanciostory. E così ci invitò a creare qualcos’altro, sempre western, ma per un pubblico più cresciutello. Magari una strip. Poi ci saremmo sentiti e gli avremmo spedito del materiale di prova, direttamente nella sede dell’Eura, a Roma.
Salutammo Loss e ci incamminammo verso l’uscita della fiera. Quando arrivammo alla Stazione Termini, la strip per l’Eura era già nata. Una settimana dopo avevo già scritto 57 strisce. Neanche un mese dopo Luca terminò di disegnarle. Le spedimmo a Loss a dicembre, complete di dossier di presentazione. Non ci rispose. A fine marzo gli telefonammo. Ci disse che aveva ricevuto le strip e che le aveva trovate molto divertenti. Ma momentaneamente, sia Skorpio che Lanciostory avevano una coda molto lunga di lavori in attesa di essere pubblicati. Ci saremmo sentiti più in là…

Lo Straniero e la sua "fedele" bara
Non finirò mai di pagare i miei debiti a Ken Parker e, in particolare, a Giancarlo Berardi. Mi scuso se quello che ho appena scritto fa maledettamente il verso alle presentazioni di Berardi su Ken Parker Collection, l’ultima ristampa di questo meraviglioso personaggio, edita da Panini Comics, ma la tentazione è stata obiettivamente troppo grande! E l’occasione ghiotta, direi…
Il fatto è che c’è uno sfigato in ogni giovane aspirante fumettista. E in certi casi, ce n’è anche più di uno. Io e Luca, in due, tiravamo almeno come otto-dieci sfigati. E ancora oggi non scherziamo.
Ma senza quelle risposte che gentilmente ci sbattevano i portoni in faccia, diciamoci la verità, Lo Straniero Senza Nome non sarebbe mai nato. O magari sarebbe nato con un nome (…).

Lo Straniero arriva a Bourbon Town (strip#1)
In realtà lo spunto di Loss fu illuminante. Prendemmo come base Django, celebre personaggio dell’omonimo film western di Sergio Corbucci, interpretato da Franco Nero nel 1966. Costruimmo un tipo solitario, senza nome, vestito di nero, che si trascinava dietro una bara. Un terribile pistolero che arrivava nella città di Bourbon Town. Da quel momento, a Bourbon Town niente sarebbe stato più come prima. Il problema è che il nostro personaggio era l’esatto opposto di Django, e si permetteva anche di vantarsene. Più lo maltrattavo, più godeva. E più mi invitava a continuare. Entrava e usciva nei miei gusti fumettistici, nel mio modo di scrivere e di ridere. Utilizzava le mie conoscenze cinematografiche senza ritegno. A volte senza pudore. E mi costrinse pure a guardare una serie di film western spaghetti che non avevo ancora visto (o “avuto il coraggio di vedere”), spesso veramente atroci. Ma anche per questo meravigliosi. Ci sono state volte che mi ha perfino stupito.

Sergio Leone e lo sceriffo appaiono per la prima volta (strip#2)
Come quando ha preteso che Sergio Leone lo osservasse dal di fuori, pur essendo anch’egli dentro la strip. O come tutte le volte che nasceva un nuovo personaggio. Sì, perché non sono mai stato io (o Luca) a creare qualcosa in questa strip. Ha fatto tutto lui! Ha voluto uno sceriffo “baffo” ed equilibrato; un barman vecchio e “dritto”, una puttana che gli ricordasse che niente è mai… abbastanza!

Profilo Smith (strip#16)
E ancora, un nemico che non solo si sdoppia, ma che si “s-triplica” in tre gemelli, tutti con la faccia del cattivo per eccellenza, anch’egli di leoniana memoria. Tale Lee Van Cleef.
E un figlio! Sì, ha voluto perfino un figlio che “non voleva”.
Vi pare possibile che un terribile pistolero senza nome possa avere un figlio? Ve lo immaginate il Clint Estwood della trilogia del dollaro con un figlio appresso? Il fatto è che nel caso del nostro pistolero è proprio il caso di dire che… meno male che un figlio ce l’ha!
Ma il nostro Straniero è un gran bastardo. Lui ha scelto di essere il pistolero perfetto. Quello che non potrà mai morire e che sopravviverà anche a Django (quello vero) e agli uomini senza nome dei film di Leone. Sì, perché lui è un idiota. Un idiota vero, verace. Un idiota D.O.C. Un idiota come nessun altro personaggio dei fumetti miei e di Luca è mai stato, o potrà mai essere. Lui è l’idiota totale, l’idiota perfetto. È l’idiozia. E l’idiozia è come l’erba cattiva. Non muore mai. Anzi, forse sopravviverà anche quando l’uomo sarà estinto. Ammesso che non sia già successo…

Citazioni "illustri e raffinate" (strip#34)
E allora, che altro aggiungere? Io direi che basta così, anche perché autorecensirmi è una cosa che non mi è mai piaciuta.
Alcune altre cose le hanno dette Bepi Vigna, Francesco Artibani e Michele Medda, nelle tre brevi e divertenti presentazioni del volume che raccoglie le prime 61 strip dello Straniero.
Ma a me e a Luca resta un dubbio. Cosa avranno pensato i lettori di Fumo di China quando hanno letto le prime 14 strisce dello Straniero che la loro rivista ha pubblicato tra il 2002 e il 2005?
E soprattutto, se ne saranno accorti?
Anche per questo, nell’estate del 2005, io e Luca ci siamo decisi a raccogliere in un volumetto formato striscia il materiale dello Straniero che avevamo prodotto, con il fondamentale supporto dell’Associazione Culturale Chine Vaganti di San Gavino Monreale.
La copertina, lasciatemelo dire, è una vera e propria chicca firmata da Luca. La veste grafica, invece, è opera di Claudio Fattori e rende finalmente giustizia a questo personaggio, immortalandolo nell’olimpo dello spaghetti western.
Il prezzo dell’albetto, in quest’epoca in cui i fumetti costano come i beni di lusso, è molto contenuto. Appena € 1,50.

Ah, dimenticavo! Lo Straniero Senza Nome ha fatto il bello e il cattivo tempo… ha deciso dove andare, cosa fare e di quali persone circondarsi… ma non mi ha mai rivelato come si chiama!

A proposito, né il signor Rinaldi, né il signor Loss ci hanno mai più fatto sapere niente.


Lo Straniero Senza Nome, © Daniele Mocci (testi) e Luca Usai (disegni).
Edito da Associazione Culturale Chine Vaganti – San Gavino Monreale (VS).
Pagine 72. Formato cm 10x21. Spillato, b/n, copertina a colori. Prezzo € 1,50.

2 commenti:

Franco ha detto...

Splendido! Mi fa particolarmente piacere l'omaggio ad un genere che personalmente adoro, quello dello spaghetti western. E anche il tuo tratto è molto bello!
Dove si può acquistare l'albo? E' stato distribuito anche nelle fumetterie?

Daniele Mocci ha detto...

Wow!
Allora qualcuno che gode di queste cose c'è ancora!!!
L'albo, attualmente, non è presente quasi da nessuna parte.
Ma se mi dici dove stai, magari vedo se è possibile fartelo avere.
Il disegno in realtà è del mio amico/collega Luca Usai. Io ho scritto i testi!
E se Luca lo disegnasse oggi, lo farebbe senz'altro meglio, dato che quei disegni risalgono alla fine del 1999-inizio del 2000!!!