Quest'anno c'ero anch'io.
E' stata la mia prima Angoulême.
Ed è stata un'esperienza istruttiva.
Non conosco il fumetto francese così a fondo da lanciarmi in disquisizioni dotte o in reportage dettagliati.
E se lo conoscessi "così a fondo", non lo farei comunque, perché non sono e non voglio essere un filosofo o un giornalista di fumettologia.
(nell'immagine, la locandina di Angoulême 2009)
Il festival.
Mi limito a dire che l'impressione è quella di un posto che ha la capacità e la volontà di concentrarsi realmente sui fumetti, sia dal punto di vista organizzativo che da quello del pubblico.
Cosplayer, gadget e giochi, se non del tutto assenti, sono elementi assolutamente marginali. E questa è "cosa buona e giusta", perché un festival di fumetti dev'essere prima di tutto un festival di fumetti.
Ad Angoulême, i bambini e gli adolescenti vanno in giro per i padiglioni in cerca di fumetti, di autori e di mostre.
I ragazzi e gli adulti idem.
Tutto il resto, se c'è, ha il ruolo (consapevole) di "contorno".
E lo rispetta.
I fumetti.
Non credo di sbagliarmi di molto se dico che i fumetti francesi osano di più di quelli italiani. Sono, in generale, più svincolati da cliché e formati standard (in senso lato). E parlo dei fumetti che arrivano al grande pubblico, non delle realtà minori o di nicchia.
Questa capacità di prendersi libertà intelligenti (e, anche qui, consapevoli) dà modo agli autori e agli editori di fare di più, di pensare di più e di esplorare più soluzioni narrative e grafiche.
Forse anche di immaginare e di sognare di più.
E, insieme agli autori, sognano di più anche i lettori.
(nell'immagine, Le Fauve - © Lewis Trondheim, mascotte di Angoulême 2009)
Intendiamoci...
Non ho nessuna intenzione di fare la scimmietta che va fuori dal suo paesetto e comincia ad adorare tutto quello che vede per il semplice motivo che è diverso da quello che ha sempre visto.
Io amo profondamente il fumetto italiano. L'ho sempre amato, letto, studiato e collezionato. E continuerò a farlo.
La mia matrice, come sceneggiatore, è senza dubbio italiana. E non ho nessuna intenzione di rinnegarla, me ne guarderei bene!
Adoro moltissimi autori italiani di tutte le epoche. Considero la scuola italiana una delle più rilevanti a livello internazionale per quello che ha prodotto in passato e per quello che sa produrre ancora oggi.
Tutto questo a scanso di equivoci!
Piccola soddisfazione. La Francia ha molto rispetto e considerazione per le persone che si occupano professionalmente di Bande Dessinée. Anche per i nomi non roboanti.
A questo proposito vi mostro (qui a fianco) il pass che mi è stato consegnato dall'organizzazione come "autore di fumetto".
Un documento che, al di là della convenienza economica di poter entrare in ogni "spazio" del festival a titolo gratuito, mi ha dato la bella sensazione di sentirmi davvero un autore, dato che l'organizzazione me l'ha rilasciato senza nessun problema, sulla base dei lavori che ho pubblicato in Italia (e senza aver pubblicato niente in Francia... almeno finora!).
E me l'ha rilasciato nonostante il mio nome sia praticamente sconosciuto anche in Italia!
Compagni di viaggio.
Milano-Angoulême andata e ritorno in auto non è precisamente una passeggiata. In 5 giorni abbiamo percorso circa 3.000 chilometri, ma la compagnia era ottima!
Un grazie agli amici/colleghi con cui ho condiviso questa esperienza:
Luca,
Fabrizio,
Bruno,
Daniele,
Marco ed
Emilio. Un gruppo bene assortito di persone divertenti, disponibili e capaci.
A tutti loro mando un "in bocca al lupo" per i vari progetti a cui stanno lavorando e un grazie per questi 5 giorni di immersione totale in uno dei miei mondi preferiti.