Questo 2020 è stato un anno difficile per tutti.
Intendiamoci... non che gli ultimi vent'anni siano stati proprio una passeggiata. Tuttavia, sul fatto che il 2020 ci abbia sommerso di problemi e difficoltà credo che ci possiamo trovare d'accordo.
Anche il mio romanzo L'ultimo giorno di primavera, pubblicato dalla casa editrice Condaghes di Cagliari nel dicembre del 2019, ha patito una serie di "privazioni" derivate dall'impossibilità di fare un congruo numero di presentazioni in giro. Quantomeno nella mia regione, la Sardegna.
Le poche presentazioni fatte sono state molto belle e, in alcuni casi, assai toccanti.
Qualcosa, poi, si è potuto recuperare con gli eventi online. Ma per quanto internet e la tecnologia ci aiutino, non possono sostituire gli incontri in presenza e, soprattutto, non hanno le caratteristiche per restituire lo stesso impatto emotivo di un incontro nel mondo reale.
Fatte queste (scontate) considerazioni, lasciatemi dire GRAZIE a tutti coloro che hanno acquistato il libro. A tutti coloro che lo hanno letto e che, nei modi più disparati, hanno espresso un parere o una sensazione. A tutti coloro che lo hanno regalato. E a tutti coloro che lo hanno portato nelle scuole per farlo conoscere ai lettori più giovani. Siete stati meravigliosi, e mi avete dato la misura di quanto valga la pena di continuare a proporlo anche nel corso del 2021. Se non altro per arrivare a quelle persone che ancora non lo conoscono e che potrebbero incuriosirsi dai suoi contenuti e dai temi che tratta.
In questi nostri tempi, la maggior parte dei libri "dura poco".
Se un titolo riesce a resistere negli scaffali delle librerie per un anno è già qualcosa di straordinario. Stesso dicasi sulla tenuta e sulla quantità delle presentazioni in giro per fiere, festival ed eventi culturali di varia natura.
Eppure, da gennaio 2021, dovrò far finta che L'ultimo giorno di primavera sia appena uscito, in modo da fargli vivere almeno una piccola parte di quello che si è perso nel 2020.
Vorrà dire che mi rimboccherò le maniche ancora di più. E, con me, dovranno rimboccarsele (se vorranno!) tutti quelli che pensano ne valga la pena!
Intanto, ne approfitto per augurarvi BUONE FESTE e per darvi un piccolo suggerimento:
PER NATALE
REGALATEVI UN GIORNO DI PRIMAVERA!
O, magari, regalatelo a qualcuno a cui volete bene.
Che sia bambino, ragazzo o adulto. Figlio, genitore o nonno.
Non ci sono età prestabilite per leggere questa storia.
#lultimogiornodiprimavera