se fossi un'automobile...
... sarei una FIAT 850. Ve la ricordate?
martedì 30 luglio 2019
Di letture Corte (e sconte) o Lunghe (e arcane)
Il discorso su Corto Maltese è molto più lungo di quanto non lasci intendere il suo nome. Soprattutto il discorso che riguarda me in rapporto con lui.
Quando acquistai l'edizione di "Corte Sconta detta Arcana" che vedete nelle foto (BUR, 1991), era l'inizio del 1997. Avevo cominciato a leggere le storie di Corto circa cinque anni prima (ci sono arrivato un po' lungo, per continuare a giocarci su!).
Non avendo grosse disponibilità e neppure amici che avessero i suoi libri da prestarmi (o almeno qualche copia delle riviste in cui uscivano le sue storie), ho dovuto recuperarmi tutto da solo, pian pianino, a cominciare dalle storie brevi, per poi arrivare alla ballata più celebre (e più salata) del fumetto mondiale.
Corte Sconta fu dunque la mia seconda storia lunga di Corto (arridaje!). Un romanzo bellissimo e difficile. Straniante e ipnotico. Tanto storico, quanto fantasioso. Rigorosissimo, nella sua incredibile credibilità. Ancora oggi è un romanzo a fumetti che bisogna leggere con una disposizione d'animo particolare per riuscire a godere, almeno in parte, delle sue magie, dei suoi segreti e delle sue profondità.
È una lettura che mi fa perdere in altri dove e in altri quando.
Come tante storie di Hugo Pratt, che aveva questa incredibile capacità anche quando la sua narrazione si faceva più ostica e dava l'impressione di spingersi ben al di là delle capacità del lettore medio di stargli dietro. A me quella sensazione è capitata più volte leggendo Pratt. Ma, nonostante tutto, mi è impossibile staccarmi, una volta che sono salito con lui in carrozza.
Corte Sconta è così. Ed è meravigliosa, perché ti costringe a essere più attento di quello che sei di solito. Più intelligente. Più disponibile all'esplorazione, in primo luogo di te stesso. Leggere Corte Sconta è mettersi alla prova. Sfidare se stessi. Puntare al livello successivo, superiore.
Insomma, Corte Sconta, per me, è un po' il paradigma di quello che la lettura dovrebbe essere in generale: un sistema per "giocare al rilancio" con se stessi e con le proprie capacità intellettivo/cognitive. Anche a rischio di non capirci niente, di riprovarci mille volte, di sbatterci la testa in maniera quasi disperata, fino a trovare la chiave.
Esattamente il contrario di come la intendiamo fin troppo spesso, quando abbassiamo l'asticella per trovare il libro, la rivista o comunque qualcosa da leggere che scenda al nostro livello e ci lisci il pelo, rassicurandoci del fatto che siamo in condizione di capire tutto quello che stiamo leggendo.
Non dovremmo spaventarci troppo quando ci capita di leggere qualcosa che ci pare al di là delle nostre possibilità. E non dovremmo spaventarci neppure se i nostri figli sembrano scoraggiarsi di fronte a qualcosa di simile. La soluzione non è quella di scegliere testi di livello inferiore. La soluzione è stimolare il nostro cervello perché possa arrivare a cogliere quello che oggi non è ancora in grado di cogliere.
Noi non abbiamo idea di quante cose ci perdiamo per questo motivo. E non solo nei libri, nei fumetti e, più in generale, nelle nostre letture. Corte (e sconte) o lunghe (e arcane) che siano.
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