E intanto andiamo avanti a regalare la gestione delle nostre vite e di quelle dei nostri figli a queste mezze tacche che ormai si sono trasformate in quarti di tacca e lavorano alacremente per diventare ottavi (di tacca).
Ridicoli, nelle loro evoluzioni tra centri, destre e sinistre inesistenti e privi di qualsiasi significato.
Burattini a loro volta, un po' nelle mani di mummie decomposte che oggi continuano a manovrare da dietro le quinte, e un po' nelle mani di burattinai stranieri senza scrupoli e senza pietà.
Ignoranti e insensibili.
Capaci solo di vivere dentro quel meschino gioco di ruolo che si ostinano a chiamare politica, ma che con la politica non ha proprio niente a che vedere da decenni.
Illusi di poterci illudere circa la loro capacità di agire e incidere sulla società.
Illusi di poterci illudere circa la "difficile e faticosissima" scelta che avrebbero fatto per dedicare la loro vita al miglioramento della nostra.
Esseri vagamente umani, creati in laboratorio. O, meglio, RI-creati.
Ci programmano come volgari dispositivi elettronici, spacciandosi per uomini e donne d'azione che muovono le cose, che tracciano le strade e gli indirizzi politici, sociali, economici. Spacciandosi per gli unici che possano farlo.
L'azione, quella vera, non sanno cosa sia perché non gli appartiene.
Il pensiero, quello vero, non sanno cosa sia perché li annichilirebbe.
Non sanno niente della vita reale e non vogliono saperne niente perché la disprezzano profondamente.
Non sanno cosa vuol dire guadagnarsi pochi soldi senza avere un lavoro sicuro e uno stipendio regolare. E spendere tutti quei soldi fino all'ultimo centesimo per mandare avanti una famiglia. E non sapere a che santo votarsi quando i soldi sono finiti.
Non sanno niente.
Non vogliono sapere niente.
Giocano.
Giocano ad allearsi e a combattersi.
A unirsi e a dividersi in una danza che in apparenza mostra sempre coreografie diverse, musiche diverse, danzatori diversi.
Ogni tanto qualcuno blocca la musica e fa finta di inscenare un tentativo di rivoluzione. Ma solo in orario d'ufficio.
Poi, a fine giornata, si va in centro a bere un mojito e a degustare tartine al caviale. Tutti insieme, finti danzatori e finti rivoluzionari.
Ci cagano in testa.
- Guardali.
- Stanno morendo di fame e hanno ancora la forza di incazzarsi e litigare sul serio tra loro mentre seguono le nostre finte litigate.
- Non ho mai capito con quale criterio alcuni si schierano con noi e altri con voi.
- Ridicoli.
- A proposito, domani i cattivi li facciamo noi o li fate voi?
- Perché non cambiamo?
- Va bene. Così li incasiniamo e litigano ancora di più.
se fossi un'automobile...
... sarei una FIAT 850. Ve la ricordate?
domenica 19 febbraio 2017
venerdì 10 febbraio 2017
Al cinema... John e Jack non so! (23)
Il sonno dei giusti
(Italia, 2020)
a cura di
Augusto e Luigi Lu Mièr
Il regista Ubaldino Deibeitempiandati
ci ha fatto avere gli appunti per il soggetto del suo nuovo film che – nel modo
più assoluto, dice lui – dovrà essere un’opera di finzione.
Ogni riferimento a
persone, fatti, luoghi, oggetti e pratiche riscontrabili e/o misurabili nella
realtà (dice sempre lui) è puramente casuale e involontario.
Per quanto sia davvero molto strano che un regista decida di scoprire le sue carte in modo così esplicito prima di aver terminato di scrivere un film, noi (come si dice in questi casi) riceviamo e pubblichiamo.
1) A scuola - Fine mattinata.
2) Compiti per casa: "Fare
una ricerca sulla Baia dei porci: cos'è, dove si trova, per quale motivo è
diventata famosa".
3) Fine delle lezioni // ore
13,20.
4) Ritorno a casa // ore 14,00.
5) Pranzo con TV // 35 minuti.
6) Ancora TV // 57 minuti e 42
secondi.
7) In bagno con smartphone e
porta chiusa a quattro mandate // 31 minuti.
8) In camera con pc e tablet
accesi - Stufa elettrica al massimo - Sul letto, in perfetta posizione supina -
Stivaletti mezzo infangati, ancora allacciati ai piedi - Smartphone attaccato
alla corrente e pollice destro più veloce della luce (facebook, youtube,
instagram, whastapp, musica e altre applicazioni che teoricamente non sono
ancora state inventate) // 118 minuti netti.
9) In cucina per merenda e TV con
cellulare a temperatura di fusione, che non smette nemmeno per due secondi
consecutivi di vibrare, squillare, notificare, latrare, muggire, belare,
ululare, ansimare, ruggire, ruttare (perfino) e fare altri versi non
classificabili // 41 minuti e 38 secondi.
10) In bagno per pipì, lavaggio
mani e denti senza smartphone e porta rigorosamente spalancata // 14 secondi e
4 millesimi (record mondiale).
11) In camera al pc - Digitazione
delle seguenti parole su Google: "Balla coi porci" - Perplessità di
Google - "Forse cercavi Balla coi lupi o Baia dei porci" - "Baia
dei porci" - Pagina di Wikipedia - Copia e incolla in un foglio Word -
Stampa - Dal cassetto della stampante, le stampe finiscono direttamente nello
zaino di scuola senza che nemmeno uno dei due occhi ci butti uno sguardo di
striscio per errore // 4 minuti e 2 secondi.
12) In cucina con TV e smartphone // Fino alle 21,15 (ora di cena).
13) Cena ancora in corso - Prima
della frutta - "Sono stanco, vado a letto" - "Li hai fatti i
compiti?" - "Sì" - "Buonanotte" - Nessuna risposta // Ore 21,55.
14) Ore 21,57 - In camera - IDEM
COME PUNTO 8), IN TUTTO E PER TUTTO // 180 minuti netti.
15) Ore 00,57 - Via gli stivali dai piedi e i vestiti di dosso - Pigiama - Pipì
e lavaggio denti - Sotto le coperte e luce spenta // 2 minuti (record europeo) -
Ore 00,59.
Titolo di lavorazione: IL SONNO
DEI GIUSTI.
Coming soon.
giovedì 9 febbraio 2017
La parola a Mr. Job (18)
Indicizzazioni? No grazie!
Secondo me, quando ci renderemo conto dello schifo di mondo che stiamo creando sarà troppo tardi. Anzi, non ce ne siamo resi ancora conto ed è già troppo tardi!
Ieri, dopo circa dieci anni, mi è arrivata una lettera
cartacea firmata da un certo Geronimo Lisnott.
Costui, appena tre giorni fa, ha scelto di lasciare per
sempre l'Italia per andare a vivere in completa solitudine a Sorci, un
minuscolo isolotto della Croazia.
Dopo aver esercitato per anni la professione di creatore di
testi per siti internet, blog, forum e social network, Geronimo non vuole
più saperne di avere tra le mani un dispositivo connesso a internet.
Gentile Mr. Job,
avrei piacere di condividere un pensiero con lei.
Sembra proprio che l’idiozia sia sempre più la vera sovrana
di internet.
Ora… da qualche tempo diversi professionisti dicono che i
nuovi sistemi di indicizzazione prevedono la creazione di testi sempre più
lunghi per siti, blog e social network. Sembra che più lungo sia il testo, più
efficace possa essere l'indicizzazione e maggiori le probabilità di
"arrivare" al target.
Tutto molto figo, moderno, nuovo e hi tech.
Tuttavia… mi sorge un dubbio.
Se la gente legge sempre meno e noi scriviamo sempre
più, perché cazzo scriviamo? Per l'indicizzazione? Ma se poi quelli non leggono
(e quindi non sanno), che cazzo ce ne facciamo di essere super indicizzati?
Se sempre più persone – oltre a non leggere – capiscono
sempre meno di quello che leggono, cosa facciamo?
Se, mentre navigano in rete, arrivano alla nostra pagina super indicizzata e
piena di testo scritto, cosa succede? Un dispositivo superfigomegamodernoveryhitech&wow
ce lo segnala e noi, dalla nostra super postazione di super indicizzatori super
infallibili, gli mandiamo a casa un professore di italiano per fargli
ripetizioni gratuite?Secondo me, quando ci renderemo conto dello schifo di mondo che stiamo creando sarà troppo tardi. Anzi, non ce ne siamo resi ancora conto ed è già troppo tardi!
Ci rincoglioniamo, assumiamo in massa atteggiamenti e
comportamenti idioti e imbecilli solo perché qualche mentecatto possa aumentare
le vendite dei suoi prodotti inutili sul web.
Siamo alla frutta, cari miei.
E la frutta è pure andata in putrefazione.
Che posso dirti, Geronimo?
Condivido. Eccome se condivido!
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