Subito dopo la seconda (e ultima) Fiat 850, ci fu la Ford Fiesta modello base (900 cc).
Era la primavera del 1980.
La Fiesta fu una grande emozione.
Era la prima macchina nuova (di fabbrica) che vedevo a casa mia.
E aveva perfino la moquette sotto i tappettini!
Era beige, come nello stile dei colori sobri di mamma.
Tra i mille e più ricordi di quella macchina (che poi restò con noi fino al 2003!) ci sono quelli che riguardano le domeniche estive di quei primissimi anni '80.
La domenica mattina, quando i miei preparavano le cose per andare al mare, la luce che filtrava dentro casa dalle avvolgibili semi abbassate era sempre diversa dagli altri giorni.
Pastasciutta.
Niente ragù o condimenti pesanti.
Un secondo leggero.
Niente fritti.
Verdure fresche di stagione.
Frutta.
Contenitori termici.
Nessuna bibita gassata, al massimo un succo di frutta alla pera per il pomeriggio.
Tavolino da pic-nic e seggiole.
Stuoie e teli mare (aciugamani).
Tutto nel bagagliaio (cofano) della Fiesta e tutti al mare.
Il viaggio durava dai 35 ai 45 minuti.
Papà si fermava all'edicola di un paese a 10-15 chilometri dal mare.
Era uno dei momenti migliori.
Per lui un quotidiano e l'enigmistica.
Per noi un giornalino.
Il mio preferito era Geppo.
Ma andavano bene anche Soldino, Braccio di ferro, Felix o Provolino.
Se poi c'era una bustina (pacchetto) di figurine di Cielo e Terra, era proprio il massimo!
La mattinata si trascorreva in spiaggia.
Il sole era diverso da com'è oggi.
Dev'essere cambiato più o meno nel 1984.
E non è mai più tornato come allora.
Io avevo sempre due o tre macchinine (modellini di automobile), tra cui non poteva mancare la piccola Land Rover dei vigili del fuoco.
Ci giocavo sulla sabbia.
Una volta, in mezzo alla sabbia, trovai un biglietto da 500 Lire.
Descrivere l'emozione che provai è assolutamente impossibile. Io e mia sorella non avevamo mai più di 150 o 200 Lire tutte insieme. Ero praticamente diventato ricco.
Dopo almeno 30 o 40 minuti trascorsi in spiaggia (un lasso di tempo che aveva la funzione di "acclimatarci" e di non farci fare il bagno subito, appena arrivati), finalmente papà prendeva le pinne per farsi la sua nuotata al largo e noi potevamo entrare in acqua.
All'ora di pranzo si andava in pineta, dove si restava anche nelle ore più calde del pomeriggio.
La pastasciutta aveva sempre un sapore diverso, al mare.
Forse più buono.
Forse perché era stata conservata calda, al chiuso di una terrina coperta da un piatto e "sigillata" in quattro o cinque panni di stoffa belli stretti.
Anche l'appetito era diverso, al mare.
Dopo pranzo stendevamo le stuoie per terra, sulla sabbia "dura" della pineta, coperta da un tappeto di aghi di pino.
Il profumo dei pini è una specie di macchina del tempo.
Ancora oggi, quando lo sento, torno a quei pomeriggi estivi.
Anche se il mare è lontano.
Sulla stuoia ci andava il telo mare (asciugamano) in modo che non si riempisse della polvere nera della pineta e di aghi di pino.
Ognuno si sdraiava a trascorrere il suo pomeriggio.
Quello era il momento di Geppo.
O di Soldino, o di Felix, o di Braccio di ferro.
Era un momento sacro.
Poi, dopo le quattro, si tornava al mare e si restava fino a tardi, quasi al tramonto.
Al termine della giornata, la Fiesta modello base (900 cc) color beige del 1980 ci riportava a casa.
La sua targa
CA 358712 (con il CA arancione e le cifre banche su base nera), si allontanava dalla spiaggia, dove probabilmente sarebbe tornata la domenica successiva.