se fossi un'automobile...

... sarei una FIAT 850. Ve la ricordate?

martedì 23 dicembre 2008

Buone Feste... a fumetti!

Per augurarvi BUONE FESTE, scelgo una storia "natalizia" di Super Pro pubblicata qualche anno fa sul bimestrale 44 Gatti (Gaghi Editrice, Milano).

Questa è la prima (e finora unica) occasione in cui Super Pro e i suoi amici hanno avuto a che fare con Babbo Natale.
Ed è anche la prima volta in cui appare Bea, una bimba molto piccola ma altrettanto sveglia! Bea è stata in seguito protagonista di un'altra storia della serie.
Cliccate sopra le singole tavole per ingrandirle e leggere il racconto.
Tutti coloro che ancora non conoscono il Super Procione, possono rimediare subito leggendo le informazioni e le storie a fumetti che ho pubblicato su questo stesso blog nei mesi scorsi.
Eccovi i link

BUON
NATALE E BUON 2009 A TUTTI!

Super Pro
© Daniele Mocci e Luca Usai

venerdì 19 dicembre 2008

Quella volta che "diventai" Babbo Natale...


Natale in Marmilla (2004)

Natale in Marmilla è uno spettacolo teatrale che ho scritto, diretto e interpretato (nei panni nientepopodimeno che di Babbo Natale!) tra novembre e dicembre 2004, per conto della Cooperativa Il Sole di Sardara (VS).
Lo spettacolo è stato messo in scena per i bambini e i ragazzi delle scuole della XVII Comunità Montana dell’Alta Marmilla/Ales (OR).

Il soggetto è stato scritto da Anna Paola Onnis della Cooperativa Il Sole. Io ci ho aggiunto alcune cose e ho scritto l'intera sceneggiatura in poco meno di una settimana.

Dopo altri 10 giorni lo spettacolo era già in scena.

La storia racconta di quella volta in cui il malvagio Asurìu e il suo tirapiedi Lecchinu (due ladroni molto... cialtroni!) rubarono tutte le letterine dei bambini indirizzate a Babbo Natale e le sostituirono con finte lettere di presa in giro.

Babbo Natale, adirato e deluso, decise di levare le tende e partire per una vacanza ai tropici.

Grazie all'intervento di Zizito, il principe del regno delle formiche, e Spera, la principessa del regno delle api, Babbo Natale scoprrà l'inghippo e riuscirà, con l'aiuto dei suoi amici insetti, a recuperare le vere letterine e punire i due cattivoni.

Scrivere e mettere in scena uno spettacolo teatrale in circa due settimane e poi portarlo in giro per 15 repliche nello spazio dei successivi 20 giorni non è impresa da poco.

Ma vi assicuro che, grazie all'eccezionale lavoro svolto da organizzatori e attori, è stata un'esperienza straordinaria e divertentissima.

Formidabili gli attori con cui ho diviso il palco: Simone Utzeri (Zizito), Sonia Saiu (Spera), Davide Melis (Asurìu) e Michela Pinna (Lecchinu) sono stati eccellenti interpreti e autentici vulcani in scena. Per merito loro, i bambini e gli adulti che hanno visto lo spettacolo si sono sempre divertiti e, in certi casi, sbellicati dalle risate.

Le scenografie sono state realizzate da Anna Paola Onnis, Sabrina Fenu e Davide Melis.

Alla consolle luci e audio c'era addirittuna una delle renne di Babbo Natale... Gianfranco Massa!

Tutto il lavoro è stato coordinato dalla Cooperativa Il Sole, nelle persone di Tiziana Onnis, Anna Paola Onnis e Sabrina Fenu.

I personaggi (tranne, ovviamente, Babbo Natale!) sono creazioni dell'autrice del soggetto, e sono protagonisti di altre storie con cui Anna Paola ha messo in scena anche spettacoli di burattini.

Quanto mi piacerebbe rifare un'esperienza così!

lunedì 15 dicembre 2008

Genesis - When in Rome (live 14.07.2007) dvd

Se comincio a parlare di questi ragazzi di quasi 60 anni, non la finisco più.

Vi dico solo poche cose e volutamente non troppo approfondite, perché l'argomento riguarda non solo la sfera musicale in generale, ma anche la mia personale sfera emotiva.

Quindi, inevitabilmente, peccherei di poca obiettività.

When in Rome è un cofanetto di 3 dvd che testimoniano l'evento Genesis del 14 luglio 2007 a Roma. A mio parere non è una di quelle spese di cui poi uno si pente.
E in tempi di regali e di crisi, questo può essere un buon argomento.

C'ero anch'io a Roma, quella sera.

Brividi al solo ricordo!

Certo... non c'erano Gabriel e Hackett.
Ma se è per quello, non esiste più la mezza stagione e sono sempre i migliori quelli che se ne vanno!

In realtà Gabriel manca dal gruppo da quasi 35 anni e Hackett da 30.
E senza quei due il gruppo ha comunque prodotto delle ottime cose (a Trick of the tail, Wind & Wuthering, Duke), delle buone cose (And then there were three, Genesis), oltre che cose discutibili (Invisible touch, We can't dance) e brutte (Abacab e Calling all station, quest'ultimo senza Collins).

Perfino il gruppo è mancato "da sé stesso" per un decennio.

Ma poterli rivedere quando ormai avevo perso tutte le speranze... e vederli ancora così in forma... beh... direi proprio che ne è valsa la pena!

La reunion del 2007 (che, per la verità, non ho ancora capito se avrà un seguito) ha prodotto un tour di buon livello, e i 3 dvd di When in Rome lo dimostrano bene.
Nei primi due c'è tutto il concerto di Roma. Pubblico stratosferico, location "imperiale" in tutti i sensi, serata magica, immagini meravigliose e tanta buona musica di tutte le stagioni della band.
Il terzo contiene un curioso dietro le quinte della reunion e del tour 2007.

Non vado oltre.

Aggiungo solo che non vedo l'ora di avere un po' di tempo per rivederlo "a luci spente" e in religioso silenzio.

lunedì 8 dicembre 2008

Al cinema... John e Jack non so! (15)



Natale all’Isola di Pasqua
(Italia, 2008)

a cura di
Augusto e Luigi Lu Mièr

Inevitabile come la morte.
Divertente come la piorrea.
Sorprendente come l’acqua che bolle a 100 gradi.
Utile come le statuette delle bomboniere.
Bello come la Fiat Duna.

L’ennesima (elevata enne) pellicola natalizia di Neri Dementi non lascia niente al caso e ricalca pedissequamente qualsiasi situazione e/o pseudo gag già vista in qualsiasi altro suo film (film?) natalizio.
La geniale trovata di ambientarlo all’Isola di Pasqua non produce niente di meglio che il dolce consumato dai personaggi al termine del cenone del 24 dicembre, ossia uno sconcertante panettone a forma di uovo.
Su questo preciso punto, siete tutti invitati a lasciar perdere i commenti. Grazie.

La previsione che vede centinaia di migliaia di spettatori affollare le sale per vederlo, si rivelerà come sempre sbagliata nel modo più assoluto, perché gli spettatori saranno decine di milioni.
Cercare di spiegare tutto questo è come cercare di spiegare la presenza, il motivo e il significato della vita sulla Terra. Per questa ragione si tenta (non senza fatica) di sorvolare sulle consuete patetiche prove di ignobile indecenza cinematografica dispensate a piene mani da queste persone impropriamente individuate con i termini “regista” e “attori”. Infatti, questo fenomeno che si ripete ogni anno a Natale (puntuale come l’aumento delle tasse, spacciato per una drastica diminuzione delle stesse), ha una valenza quasi mistica ed è candidato a essere promosso da fondamentale mistero della fede a dogma vero e proprio.

E ora veniamo alla trama.

martedì 2 dicembre 2008

37° Festival di Vaduz (Liechtenstein): vince “Il collezionista di pozzanghere”


Il CineCane di masonite® d’oro
al film di Manual Skolakstikov

a cura di Leone Doro


Sulle strade di Vaduz (Liechtenstein) sono ancora presenti i segni della 37ª edizione del Festival Internazionale del Cinema che, mai come quest’anno, ha richiamato autentiche orde di pubblico.
Marciapiedi, asfalti, passerelle, selciati, soffitti e ponteggi completamente ricoperti di coriandoli, accendini, denti sbriciolati, porte USB usate, bottiglie di birra ed escrementi di capibara.

Un successo senza precedenti, presenti e susseguenti.

La vittoria del CineCane di masonite® d’oro per il miglior film è stata salutata da un’isteria generale, con un misto di apatia, bulimia, costipazione (unica caratteristica “non” in rima) e aerofagia. Quest’ultima, tutto sommato, non è stata avvertita se non in minima parte, grazie al grande vento da Nord che ha spazzato l’aria di Vaduz nella serata delle premiazioni.

Durante i venti giorni del festival (dal 1° al 20 novembre), la comunità dei miliardi di capibara giunti per l’occasione dall’America Meridionale ha dato spettacolo con degli originalissimi rituali di accoppiamento, che hanno allietato le serate degli abitanti di Vaduz e delle decine di migliaia di curiosi e appassionati giunti da ogni parte del globo. Nelle strade, nelle piazze, nelle case private, nei motel e nei locali pubblici i capibara hanno dato sfogo alla loro proverbiale creatività, suscitando la compulsione di tantissimi curiosi che li hanno immortalati con macchine fotografiche e videocamere. Pare addirittura che il regista del film vincitore, l’estone Manual Skolakstikov, abbia in mente di girare un film sulla vita privata dei capibara.

Enorme la soddisfazione di tutta la comunità cinematografica estone per l’attribuzione del CineCane di masonite® d’oro al film Il collezionista di pozzanghere del maestro Manual Skolakstikov.
Il collezionista di pozzanghere è il primo film estone a vincere il prestigioso CineCane di masonite® d’oro di Vaduz.
In anteprima mondiale, pubblichiamo uno stralcio della motivazione della giuria: “ (...) alla quinta ora di proiezione, quando mancano ancora due ore e mezzo alla fine del primo tempo (…) dato il livello non esageratamente basso del film, data la morte per afasia di metà dei componenti della giuria, dato il poco tempo rimanente e data la poca voglia di star lì a vedere anche gli altri film in concorso (…) si decreta la vittoria di questa pellicola (…) intensa e nel contempo espansa e, nonostante ciò, alfonsa”.

Fortissima l’emozione del regista Manual Skolakstikov che, a caldo, ha dichiarato: “probabilmente domani mattina, dopo aver fatto colazione, ammesso che stanotte piova e poi si rassereni, andrò a funghi”.

Prossimamente pubblicheremo l’intervista completa al grande cineasta estone.

Tra i premiati, segnaliamo ovviamente anche i registi Sup Host (Arancia Bionica) e Stord Roolf (John Tordo), rispettivamente miglior regista e premio speciale della giuria.

CineCane di masonite® d’oro anche per il grande musicista e compositore italiano Ellio Mollicone, autore della colonna sonora del film La gallina da caccia (film dell’esordiente Giovannino Meglioniente, vincitore a sorpresa del CineCane di masonite® d’argento alle spalle de Il collezionista di pozzanghere).

Autentiche ovazioni di pubblico e di critica sono andate anche ai meritevoli vincitori dei CineCane di masonite® di stoppa e di vapore.

Ecco la rosa completa dei premi assegnati a questa 37ª edizione del Festival Internazionale del Cinema di Vaduz:

CineCane di masonite® d’oro, argento e mirra per il miglior film
1. Il collezionista di pozzanghere (di Manual Skolakstikov, Estonia)
2. La gallina da caccia (di Giovannino Meglioniente, Italia)
3. Il kimono e il kistereo (di Spremuto Limune, Giappone)

CineCane di masonite® d’oro, argento e mirra per il miglior regista
1. Sup Host, UK (per il film Arancia Bionica)
2. Liberanos Amàlo, India (Ascella rosso sangue)
3. Jessika Cessika, Grecia (Participio anteriore)

CineCane di masonite® d’oro, argento e mirra per il migliore attore
1. John Tordo, USA (nel film John Tordo)
2. Nestor “Rongo-Rongo” Morse, Cile (Un alito chiamato Calvario)
3. Bruce Quee, Giappone (Il kimono e il kistereo)

CineCane di masonite® d’oro, argento e mirra per la migliore attrice
1. Leed Hiota, Cile (nel film Un alito chiamato Calvario)
2. Christiane Effe, Norvegia (Snifacolla a tradimento)
3. Massaja Shelvaktika, Estonia (Il collezionista di pozzanghere)

CineCane di masonite® d’oro, argento e mirra per la migliore colonna sonora
1. Ellio Mollicone, Italia (per il film La gallina da caccia)
2. Mino Trota, Italia (Un chupacabras per amico)
3. Vangelis Apokriphis, Grecia (Participio anteriore)

Premi speciali.

CineCane di masonite® di fustagno (premio speciale della giuria di Vaduz)
· Stord Roolf, USA (per il film John Tordo)

CineCane di masonite® di stoppa (premio della giuria popolare)
Ex aequo
· Il kimono e il kistereo (di Spremuto Limune, Giappone)
· Participio anteriore (di Jessika Cessika, Grecia)

CineCane di masonite® di vapore (premio per la calorosa partecipazione alle votazioni della giuria popolare)
Ex aequo
· Ablar
· Danilo
· Carburo

Per chi volesse conoscere (o rileggere) l’albo d’oro del festival, click QUI.
Per chi volesse conoscere (o rileggere) i dettagli delle nomination dell’edizione 2008 e altre notizie sul festival, click QUA.


P.S.
Al termine del festival, i miliardi di capibara giunti dall’America Meridionale, sono dovuti rimanere a Vaduz a causa dello stato interessante delle loro femmine (tutte, nessuna esclusa, risultate positive ai test di gravidanza). Tra qualche tempo si stima che decine di miliardi di giovani capibara vedranno la luce nelle strade della capitale del Liechtenstein e torneranno con i loro genitori verso le terre natie. La migrazione richiederà circa otto mesi.
E poi, a novembre 2009, tutti di nuovo a Vaduz!

martedì 25 novembre 2008

La parola a Mr. Job (10)


Spirito di adattamento


Un mio amico diceva sempre che nel lavoro bisogna adattarsi. Ai tempi del boom dell’industria, si è buttato in catena di montaggio. Poi è stato licenziato, ed è stata la volta delle cooperative sociali. Ha fatto un corso per educatore e si è buttato. Poi il partito che proteggeva la sua cooperativa ha perso le elezioni, e si è buttato nell’agricoltura biologica. Poi sono arrivati i cibi bio-trans-tecno di Taiwan, e si è buttato nell’edilizia. Poi hanno arrestato l’impresario proprio quando stavano per finire un grattacielo.
A quel punto ha deciso di adattarsi per l’ultima volta, e si è buttato da quel grattacielo!

venerdì 21 novembre 2008

Pasquale Ruju e Mario Alberti a Cagliari il 29 novembre!

Vi presento un evento che riguarda i fumetti e che è stato organizzato da Shenker, istituto privato per l'insegnamento della lingua inglese diffuso in tutta Italia.

In occasione dell'inaugurazione della nuova sede di Cagliari, Shenker ha organizzato una mostra di tavole a fumetti di Mario Alberti, bravissimo disegnatore che pubblica da anni per il mercato italiano ed estero (Nathan Never, Morgana e Spider-Man, per citare solo tre illustrissimi esempi).

Sabato 29 novembre 2008 alle ore 18,00 in via Dante n. 15 a Cagliari, ci sarà la presentazione ufficiale dell'evento a cui parteciperanno lo stesso Mario Alberti e l'ottimo e prolifico sceneggiatore Pasquale Ruju, conosciuto al grande pubblico per aver scritto decine di storie di Dylan Dog, per alcune sue felici escursioni su Nathan Never e per la sua miniserie Demian (pubblicata da Sergio Bonelli Editore tra maggio 2006 e ottobre 2007).

Per organizzare la manifestazione, Shenker si è avvalsa del contributo dell'Associazione Culturale Chine Vaganti (e quindi anche di quello del sottoscritto, offerto con molto piacere!!!).

Essendo questo un blog privato, posso permettermi di ringraziare personalmente Andrea Spano (Shenker) per avermi coinvolto nell'organizzazione dell'evento relativamente alla parte artistica (autori ospiti e mostra) e per la sua grande sensibilità verso il fumetto.

L'unico appunto che posso fare (e qui entra in gioco la mia ignobile pignoleria) si riferisce al nome della manifestazione... direi... un po' troppo pretenzioso.

Ma probabilmente è stato scelto perché funzionale al contesto in cui l'evento è stato organizzato.

In ogni caso vi do appuntamento a Cagliari sabato 29 novembre per una serata in cui potrete conoscere due grandi autori di fumetto e ammirare le magnifiche tavole di Mario Alberti, tra cui alcune novità in anteprima italiana dell'Uomo Ragno, realizzate per Marvel U.S.A.!

Se poi vi va di diffondere questa notizia (immagine compresa), fate pure e... GRAZIE MILLE!

martedì 11 novembre 2008

Al cinema... John e Jack non so! (14)


Non toccate quella quaglia
(Francia, 1990)

a cura di Aguirre De Lope

Nella Parigi “bene”, strani giochi si sviluppano per combattere la noia che avviluppa.

Sette giocatori.
Un noto avvocato parigino, il dirigente di una grande azienda, un primario di fama mondiale, una ricca ereditiera, una scrittrice di successo, un cardinale e un arrotino amano incontrarsi ogni venerdì sera a casa della fidanzata del cardinale per giocare a una originale roulette russa.

Una cuoca.
La fidanzata del cardinale prepara un tegame con sette quaglie in umido, una per ciascun giocatore.
All’apparenza le sette quaglie sono tutte uguali. In realtà, sei quaglie sono cucinate con tutti gli onori e i sapori, mentre una è piena di sabbia, muffa ed escrementi di gatto.

Il gioco.
Ciascun giocatore prende una quaglia a caso dal tegame e la mangia.
Il merlo che trova la quaglia fetente, deve sforzarsi di far finta di niente per non apparire pollo agli occhi degli altri. Se dovesse manifestare anche il minimo moto di disgusto, sarebbe eliminato per sempre dal gioco. La “roulette quaglia” va avanti così per mesi, e gli sfortunati che beccano la quaglia fetente riescono sempre a reggere l’urto e a non farsi mai scoprire.

La variante.
Una sera, la fidanzata del cardinale si accorge di aver finito la muffa e, per completare la quaglia fetente, rompe un bicchiere di vetro, sminuzzandolo in tante piccolissime schegge.

Lo stoico.
Come sempre, tutti e sette i giocatori mangiano la propria quaglia. E come sempre nessuno fiata.

Il dramma.
Dopo un mese di assenza per motivi di salute, l’arrotino si reca a casa della fidanzata del cardinale, di venerdì, con un’ora di anticipo. Nessuno degli altri sei giocatori dovrebbe essere ancora arrivato. Invece l’arrotino sorprende la donna a letto con il noto avvocato parigino.
Accecato dall’ira perché la fidanzata del cardinale lo tradisce con l’avvocato, l’arrotino li ammazza entrambi con un coltello affilatissimo e se ne va.

La mattanza.
Al suo ritorno, l'arrotino trova gli altri cinque giocatori che hanno già scoperto i due cadaveri.
La scrittrice di successo non regge e muore di infarto fulminante.
Il dirigente d’azienda vede una bottiglia di whisky in bagno (dove era andato per sciacquarsi la faccia dopo lo shock), ma non sa che la fidanzata del cardinale in quella bottiglia ci tiene l'acido muriatico. Ne beve un sorso e tanto basta.
La ricca ereditiera, per calmarsi, si inietta una delle sue solite dosi di eroina ma, troppo agitata per l’accaduto, non toglie l’aria dalla siringa e si ammazza.
Il primario di fama mondiale scappa convulsamente per paura che la polizia lo trovi lì ma, per la fretta, inciampa sulle scale e rotola giù spaccandosi la testa sulla lama di un vecchio aratro che la fidanzata del cardinale teneva in salotto come ricordo del nonno.
Il cardinale, per la disperazione, afferra un coltellaccio da cucina e si taglia la pancia, dalla quale, insieme al sangue e a vario altro materiale organico, fuoriescono tanti piccoli frammenti di vetro.

Il finale.
L’arrotino non perde la calma e va in cucina. Qui prepara le canoniche sette quaglie e le mette sul fuoco, nel solito tegame. Naturalmente, per tenere fede alla memoria del gioco che tanto aveva amato, l’arrotino ne ha preparata una con sabbia, muffa ed escrementi di gatto.
Quando le quaglie sono pronte, l’arrotino le mangia tutte e sette.
Al termine del pasto va in bagno dove, in equilibrio sul cadavere del dirigente d’azienda, si lava i denti con lo spazzolino della fidanzata del cardinale. Poi se ne va, chiudendo accuratamente la porta alle sue spalle.

Il dubbio.
Un tarlo rode l’animo dell’arrotino mentre cammina lento verso casa, sputando per terra ogni tre passi… un dubbio inquietante… una domanda destinata a rimanere per sempre senza risposta…

è possibile che, con sei quaglie buone a disposizione su sette, la quaglia fetente dovesse per forza capitargli per ultima?

venerdì 7 novembre 2008

Soffia! Soffia!

Chi ha letto Moby Dick sa che i balenieri avvistavano le balene grazie ai poderosi spruzzi che questi cetacei provocano quando riemergono e buttano fuori l'aria che hanno trattenuto durante le loro immersioni.

Se qualcuno avvistava lo spruzzo di una balena, ecco che gridava "Soffia"!
Così facendo richiamava l'attenzione di tutto l'equipaggio e la caccia poteva cominciare.

La balena che ho avvistato poco fa è gialla e si chiama, appunto, Yellow Whale.

Si tratta una società romana che offre consulenze su opere e progetti di autori per il mercato internazionale e, guarda un po', si occupa di... fumetti!

L'ho avvistata sul suo sito internet dove, nella sezione dedicata agli omaggi che diversi autori di fumetto più o meno noti hanno dedicato alla simpatica balena gialla, è stata appena pubblicata una striscia scritta da me e disegnata e colorata dalla bravissima Alessia Buffolo.

L'immagine che accompagna questo post è solo una delle tre vignette che compongono la striscia. Per vederla (e leggerla) tutta, cliccate QUI.

Ah, dimenticavo... io sono naturalmente tra gli autori meno noti!

martedì 4 novembre 2008

Andare a Lucca con Luca...

Andare a Lucca con Luca di per sé non avrebbe niente di strano o di originale.
Questo è stato il terzo anno di seguito che sono andato a Lucca con Luca.

Il fatto è che sorgono sempre problemi quando mi chiedono di Lucca e/o di Luca nei giorni che precedono la fiera di Lucca (dove vado sempre con Luca... ehm...).

Magari sto parlando del mio amico (e collega)... qualcuno mi segue "in automatico", senza prestarmi particolare attenzione, poi "realizza qualcosa", si sveglia di botto, mi guarda come se fossi un marziano ritardato e alla fine mi dice "Ma che cavolo dici? Passino le idiozie sul blog, ma cosa vuol dire che sei andato a prendere LuCCa a casa sua? Come si fa ad andare a casa di una città (che, tra parentesi, abita in un'altra città), caricarsela in macchina - bagagli annessi - e portarsela da Milano fino in Toscana?! Fino a Lucca? Come fai a portare Lucca a Lucca?".

E via di questo passo...

Oppure, parlando di LuCCa, mi obiettano cose come "Ora il tuo amico (e collega) sarà pure ben equipaggiato, ma da qui a dire che ha almeno quattro o cinque torri e campanili davvero notevoli, beh... mi pare un po' esagerato, no?".

Insomma, non se ne esce.

LuCCa Comics 2008 è stata per certi versi bella, per altri troppo confusionaria. Il grandissimo successo di pubblico (sabato e domenica l'affluenza è stata davvero impressionante) si è trasformato in un grosso problema a causa di un'organizzazione irritante perché totalmente incapace di trovare soluzioni per velocizzare l'acquisto dei biglietti e la distribuzione dei braccialetti colorati che fungono da pass per entrare nei padiglioni.
E' obiettivamente inammissibile che certuni abbiano dovuto fare due ore e mezza di fila prima di riuscire ad acquistare il biglietto! Io mi sono limitato a un'ora e un quarto e mi è quasi andata bene (la mia solita fortuna sfacciata!).

I padiglioni degli editori erano talmente pieni che non si poteva camminare, respirare, vedere, parlare con chi ti stava accanto.

Spazi e passaggi totalmente inadeguati e bloccati.
Segnaletica approssimativa. Le mostre (e tante altre cose) non sufficientemente visibili e pubblicizzate.

In qualità di appassionato, quest'anno mi pento di non aver fatto praticamente acquisti. Altre volte mi sono pentito di averli fatti (mi riferisco naturalmente al fattore economico...).

Ho comprato solo due piccole-grandi cose (le vedete nelle immagini che accompagnano questo post). La ristampa anastatica del n. 2 di Topolino (l'originale era del maggio 1949) e la ristampa de L'uomo del Grande Nord, splendido racconto a fumetti di Hugo Pratt (ho da anni gli altri "tre uomini" di Pratt e ancora mi mancava quello del Grande Nord). Totale: 15 Euro e 50.

In qualità di autore ho avuto un incontro inutile e un altro piuttosto interessante, di cui spero di potervi parlare in futuro se le cose non si fermeranno tra le strade affollate di Lucca.

Ma come, il tuo amico Luca ha delle strade dentro sé?

Noo! Al massimo il mio amico Luca, lungi da avere strade (affollate), torri e campanili dentro sé, ha un dirigibile marrone senza elica e timone...

Ma questi sono anche cavolacci suoi!

Speriamo...

giovedì 30 ottobre 2008

Ci vediamo a Lucca!


Mi piace Lucca perché è una bella città che, dentro le mura, diventa meravigliosa!

Mi piace Lucca perché è la capitale italiana del fumetto.

Mi piace Lucca perché ogni anno mi fa incontrare molte persone che non ho occasione di incontrare spesso.


Mi piace Lucca perché è un po' come aprire il cassetto dei sogni e controllare che sia ancora pieno.

Speriamo che anche quest'anno lo sia!

Ci vediamo a Lucca in questo fine settimana.

Sarò un po' qua e un po' là, ma un bel po' anche allo stand di Daniele Tomasi Editore (stand E88, Padiglione Editori, Piazza Napoleone).

Altrimenti ci vediamo in queste pagine, tra qualche giorno.

lunedì 27 ottobre 2008

Marcello e Sofia #02


L'editore aveva chiesto a me e a Luca di creare una serie di tavole autoconclusive con dei personaggi in età "di/da pensione".
Fummo subito concordi sul fatto che dovessero essere marito e moglie. Compilammo una lista lunga un chilometro di nomi ma, stranamente, c'era sempre qualcosa che non funzionava, che non ci convinceva...

Ho detto "stranamente" perché, se c'è qualcosa su cui raramente mi vengono dubbi è proprio l'attribuzione dei nomi ai miei personaggi (per tutto il resto... vabbè, lasciamo stare...).

Esplorammo in lungo e in largo mille possibilità, mettendo nomi maschili e nomi femminili vicini per vedere che effetto facevano.

Niente...

C'era sempre qualcosa che non andava!

Allora, visto che i personaggi avevano preso una fisionomia che ci piaceva, e visto che la prima tavola era ormai pronta per essere consegnata all'editore, decidemmo di andare sul classico.

E, giacché l'ipotesi Sandra e Raimondo era da scartare in partenza (data la vaga somiglianza fisica dei nostri due con "quei" due), ci sembrò che Marcello e Sofia fosse la soluzione migliore.
Marcello e Sofia, testi e disegni © Daniele Mocci & Luca Usai

mercoledì 22 ottobre 2008

37° Festival di Vaduz (Liechtenstein): arrivano i “CineCane di masonite®” 2008



Ecco le nomination!

a cura di Leone Doro

La 37ª edizione del Festival Internazionale del Cinema di Vaduz (Liechtenstein) è ormai alle porte e l’attesa per l’attribuzione dei prestigiosi premi CineCane di masonite® (che hanno fatto grande questa manifestazione in tutto il Liechtenstein) sale vertiginosamente di ora in ora.

In tutta Europa, la gente discute nei bistrot, scommette nelle ricevitorie, entra a lavoro in ritardo, si pettina al contrario, fa i suoi bisogni nelle latrine e (come spesso accade) non tira lo sciacquone.

Dal 1° al 20 novembre Vaduz, capitale del Liechtenstein, sarà letteralmente invasa da registi, attori, fotografi, giornalisti e capibara.
Intere mandrie di capibara.
Moltitudini di capibara che si perdono all’orizzonte.
Miliardi di capibara, uno sopra l’altro.
Un oceano di capibara che, come matrioške, si dispongono uno dentro l’altro per poter essere ancora più numerosi.
Una pioggia fittissima di capibara che, al confronto, le cascate del Niagara sembrano un rigagnolo in secca.

Vaduz è pronta ad accogliere tutto questo e ancora di più (e forse anche oltre), ma ha la mente rivolta solo ai CineCane di masonite®, di cui vi do ora le nomination, in anteprima mondiale.

Come ogni anno saranno assegnati tre premi per ciascuna categoria in concorso:

il CineCane di masonite® d’oro
al primo classificato






il CineCane di masonite® d’argento
al secondo classificato




il CineCane di masonite® di mirra
al terzo classificato



Ecco a voi le nomination (5 per ogni categoria):

Miglior film
· Il collezionista di pozzanghere (di Manual Skolakstikov, Estonia)
· Sniffacolla a tradimento (di Olaf Thor, Norvegia)
· La gallina da caccia (di Giovannino Meglioniente, Italia)
· Il kimono e il kistereo (di Spremuto Limune, Giappone)
· Ascella rosso sangue (di Liberanos Amàlo, India)

Miglior regista
· Stord Roolf, USA (per il film John Tordo)
· Sup Host, UK (Arancia Bionica)
· Manual Skolakstikov, Estonia (Il collezionista di pozzanghere)
· Liberanos Amàlo, India (Ascella rosso sangue)
· Jessika Cessika, Grecia (Participio anteriore)

Migliore attore
· John Tordo, USA (nel film John Tordo)
· Nestor “Rongo-Rongo” Morse, Cile (Un alito chiamato Calvario)
· Erik Duballak, Germania (Il collezionista di pozzanghere)
· Bruce Quee, Giappone (Il kimono e il kistereo)
· Kashmir Rivergange, India (Ascella rosso sangue)

Migliore attrice
· Christiane Effe, Norvegia (
nel film Snifacolla a tradimento)
· Leed Hiota, Cile (Un alito chiamato Calvario)
· Pucci Depuccipù, Italia (La gallina da caccia)
· Sharon Skrond, USA (Pessimamente tua)
· Massaja Shelvaktika, Estonia (Il collezionista di pozzanghere)

Migliore colonna sonora
·
Vangelis Apokriphis, Grecia (
per il film Participio anteriore)
· Ellio Mollicone, Italia (La gallina da caccia)
· Mino Trota, Italia (Un chupacabras per amico)
· Vayinbici Spakkamoto, Giappone (Il kimono e il kistereo)
· Maycoll Nypalm, UK (Intelligenza a termine)

Grande attesa anche per il CineCane di masonite® di fustagno, che a tutti gli effetti è il premio speciale della giuria di Vaduz.

Continuate a tenere d’occhio queste pagine per conoscere gli sviluppi del festival.

P.S.
Capibara = l’Hydrochoerus hydrochaeris (più noto come capibara) è il più grosso roditore esistente. Le sue dimensioni sono simili a quelle di un piccolo cinghiale, con una lunghezza dalla testa alla coda che può arrivare fino a 140 cm. L’altezza al garrese supera spesso i 60 cm e il peso è pari a circa 40-45 kg. Il maschio è generalmente più grosso della femmina.
Vive prevalentemente nelle zone caldo-umide del Sud America, lungo fiumi o zone acquitrinose all’interno della foresta amazzonica, in piccole colonie con un maschio dominante, un numero di femmine variabile da tre a cinque e i relativi piccoli.

mercoledì 15 ottobre 2008

Super Pro nell'Isola dei Monocchi


Questa storia di Super Pro è la n. 24 della serie, ed è stata pubblicata sulla rivista 44 Gatti (Gaghi Editrice, Milano) nel marzo 2006.

Come potete vedere, nelle 6 tavole de L'isola dei Monocchi io e Luca abbiamo voluto proseguire e sviluppare il discorso cominciato nell'episodio Il segreto di Super Pro, pubblicato in questo blog ad aprile 2008 (rileggetelo QUI).



Con questa storia si concludono (momentaneamente) le escursioni finora fatte dal nostro procione e dai suoi tre giovani amici nella Terra dei Giocattoli, il mondo di origine di Super Pro.

Infatti, anche la storia che vi ho presentato lo scorso luglio, intitolata
I Fantastici Tre, proiettava i nostri eroi in quel fantastico mondo, pur se soltanto in sogno
(rileggetela QUI).


Prossimamente posterò altre storie che appartengono a differenti filoni narrativi della serie. Magari un "Giallo" per Sherlock Pro, o un "Western" con Arizona Pro, o una storia di "ordinaria quotidianità" per il classico... Super Pro!

















Super Pro © Daniele Mocci e Luca Usai

sabato 11 ottobre 2008

La parola a Mr. Job (9)



Crisi finanziaria

Ricevo e pubblico.

Sono Eustachio di Ancona e frequento la terza media. Tre giorni fa la professoressa ci ha spiegato in modo molto semplificato le ragioni della crisi finanziaria che si sta espandendo in tutto il mondo. Ci ha poi chiesto di seguire i telegiornali, così ci avrebbe potuto interrogare per verificare che avessimo capito almeno qualcosa. Stamattina, all’interrogazione, ho detto che l’unica cosa che avevo capito è che banchieri, promotori e consulenti finanziari (ma anche molti governanti) sono un gran cumulo di delinquenti organizzati per depredare i risparmiatori. Perciò, meriterebbero di essere scaraventati in un termovalorizzatore. Ora il mio problema è spiegare a mamma che, quando sono stato sospeso per “eccesso di ribasso”, non le ho detto una bugia. Come posso fare?

Beh, Eustachio… non puoi farci niente per il semplice motivo che la crisi finanziaria in atto non è niente rispetto alla crisi della scuola italiana!

martedì 7 ottobre 2008

Al cinema... John e Jack non so! (13)



Ma dove va a finire il cielo (dipende…)
(Polonia, 1995)

a cura di Brando Marlon

Un forte e improvviso colpo di vento si porta via il cielo.
Il piccolo Zolab e il suo cane Slotj si trovano in aperta campagna.
Al paese, tutti si rinchiudono nelle loro case.
Zolab e Slotj vanno in cerca del cielo.
Forse lo troveranno.
Forse no.
Forse al paese qualcuno prima o poi si deciderà a uscire di casa.
Forse no.

Manifesto del cinema neo minimalista post comunista polacco.
Il film riduce il genere ai minimi termini, trovando la perfetta sintesi del nulla.
Questo eccellente risultato ha decretato l’istantanea scomparsa del neo minimalismo e la prematura fine artistica del regista Zbrf Szxh.
A partire da quel momento, pare che il grande regista sia rimasto per anni a fissare la copertina del vecchio 45 giri di Fausto Leali che gli diede la fortunata ispirazione per il film.

Fortunata – ovviamente – si fa per dire.

lunedì 29 settembre 2008

La parola a Mr. Job (8)



Quattro parole sull’Euro

La settimana scorsa sono stato ospite di una quinta elementare. La maestra ha dedicato una lezione alla storia, al significato e al valore dell’Euro. Così mi ha invitato in qualità di esperto. Dopo una lunga chiacchierata, in cui mi sono sforzato di semplificare al massimo i concetti, ho chiesto ai bambini di dare una loro definizione della moneta unica. Si è alzato in piedi un bimbo bassottino, magro e occhialuto che ha detto: - È una rovina ovunque!
La maestra mi ha detto di non dargli ascolto, perché si trattava del più asino della classe.
Poi ho ripensato alle iniziali delle sue quattro parole:

È Una Rovina Ovunque…

mercoledì 24 settembre 2008

37° Festival del Cinema di Vaduz (Liechtenstein)

Il “CineCane di masonite®”, fiore all'occhiello del Festival di Vaduz

a cura di Leone Doro

Per i lettori più esigenti di questo blog, ecco qualche notizia specifica sul Festival Internazionale del Cinema di Vaduz (Liechtenstein) e sul prestigioso premio CineCane di masonite®.

Il festival di Vaduz nasce nel 1972 da genitori ignoti.
Il bastardino cresce male ma alla fine riesce (inspiegabilmente) ad autoriprodursi negli anni, affermandosi come ultima spiaggia per tutti quei cineasti giustamente, ovviamente e naturalmente snobbati (speriamo!) dalla critica che conta.

Il festival è celebre nell’ambiente che non conta per l’assegnazione dei prestigiosi CineCane di masonite®, originali ciak di masonite® sui quali è raffigurato un cane.
La particolarità del CineCane è che, ogni anno, l’immagine del cane sul ciak di masonite® cambia.

Nell’immagine qui sopra potete vedere la locandina della prossima (e ormai imminente) edizione del festival, con la riproduzione del CineCane di masonite® 2008, opera del famoso designer paraguayano Tonyo Ramiro Lopez de Mavalà.

Questo l’albo d’oro del CineCane di masonite® per quanto riguarda i “migliori” film:

1972. L’albero delle taccole (di Lollo Grandstruntz, Germania Est)
1973. Il sangue che vorrei (di Palmiru Arabescu, Romania)
1974. Vado (di Ottavio Nono, Italia)
1975. Il ginepraio dell’armonia (di Sushi Maria Tatami, Giappone)
1976. Pro Patria
1977. Pro Vercelli
1978. Torno (di Nono Ottavio, Italia)
1979. L’upo e l’agnello (di Beattle Bean, UK)
1980. Il serpente che non vola (di Hutch Starsky, USA)
1981. La piazzola di gomma (di Norman McBates, Canada)
1982. Noia mortale (di Dol Ceremì, Italia)
1983. AAAAAAARGH! (di Pablo Do Diablo Senior, Spagna)
1984. AAAAAAARGH!2 (di Pablo Do Diablo Junior, Spagna)
1985. AAAAAAARGH!3 (di Pablo Do Diablo Baby, Spagna)
1986. Finalmente un po’ di silenzio (di Borislav Mutov, Bulgaria)
1987. Nati morti (di Jean Pierre Silteplait, Francia)
1988. La presunzione dell’alluce (di Klaus Perferie, Germania Ovest)
1989. Occhio per Occhio per 3,14 (di Archimedes Faidicontos, Grecia)
1990. In illo tempore (di Gaio Plinio Terzo, Italia)
1991. I mondiali sulla Luna (di Palumbaruz Ciklistaz, Cecoslovacchia)
1992. Il tarlo e la capretta (animazione) (di Albert Wolf, USA)
1993. Il collo (di Poppea Munta, Portogallo)
1994. L’uomo che rutta (di Guido Piano, Svizzera)
1995. La ciliegia sul sofà (di Marino Montano, Messico)
1996. Chiodi e garofani (di Polpo Insalsa, Spagna)
1997. L’eterno penultimo (di Momo Spomp, Olanda)
1998. La valchiria zoppa (di Annika Nietzsche, Germania)
1999. Colpi di tosse (di Palumbaruz Ciklistaz, Rep. Ceca)
2000. Eclisse di Terra sottovento (di H.P. Hovercraft, USA)
2001. Peli (di Lucy Neanderthal, Germania)
2002. Testa di piramide (Ramses Al Zaqqari, Egitto)
2003. Il cigno senza becco (di Valentino Moltolento, Italia)
2004. Confessioni di una zampogna (di Sean McIdiot, Scozia)
2005. Impronte sull’acqua (di Palandrana Koshimoto, Giappone)
2006. Insomma (di Lester Blaster, USA)
2007. L’invasione dell’atomo (di Popo Tamo, Kenia)

Prossimamente vi aggiorneremo sull’esito della nuova edizione del Festival (che si terrà dal 1° al 20 novembre 2008) e pubblicheremo l'albo d’oro del CineCane per quanto riguarda il miglior attore.

sabato 20 settembre 2008

Al cinema... John e Jack non so! (12)





Io Franco Tu Gianni Egli Claudia
(Italia, 1980)

a cura di Leone Doro

Settembre 1979.
Franco, Gianni e Claudia sono tre amici quattordicenni. Per loro è giunto il momento della scuola superiore e, per questo, si preparano a lasciare il minuscolo paese nel cuore degli Appennini in cui sono nati e cresciuti.
In città saranno ospitati nel convitto dell’Addolorata nonché Crocefissa nonché Flagellata nonché Morta, istituzione laica in cui potranno frequentare il Liceo Classico.
La curiosità di affrontare la grande città, mista al timore di perdersi in un mondo tanto diverso da quello in cui sono vissuti finora, li paralizza.

Arrivati al convitto dell’Addolorata nonché Crocefissa nonché Flagellata nonché Morta, Franco, Gianni e Claudia chiedono di poter essere alloggiati tutti e tre insieme nella stessa stanza.
Purtroppo questo non è possibile. Infatti, il regolamento del convitto vieta categoricamente la promiscuità.
A nulla valgono le rimostranze dei tre e le spiegazioni (anche con dimostrazioni pratiche) che Claudia è un maschio, esattamente come Franco e Gianni.
Suo padre avrebbe voluto così tanto una figlia femmina (dopo diciassette maschi avuti in precedenza, si poteva anche capire…) che, quando sua moglie partorì, corse velocemente all’anagrafe e registrò il bambino con il nome di Claudia.

Salvo poi scoprire che Claudia era il loro diciottesimo figlio maschio.

Al convitto le cose stanno un po’ diversamente.
Per regolamento Claudia è un nome da donna, per cui Claudia è donna.
Alloggiato in una stanza di sole donne, Claudia inizialmente è dispiaciuto, ma poi, conosciute le sue due compagne di stanza e passata la prima notte con loro, comincia a pensare che la mossa di trasferirsi dal paese alla città non sia poi un trauma emotivo così drammatico.

Trauma emotivo sì… ma non drammatico.

I problemi realmente drammatici sono quelli della vita di tutti i giorni. Claudia si porta appresso un nome che, nonostante ognuno sia libero di pensare ciò che vuole, pare davvero fuori luogo.
Ma lui è contento così. Gli piace il suo nome e non accetta neppure di essere chiamato, tanto per spararne una così, a caso, Claudio.

Gli anni del liceo passano veloci, tra scontri e incontri e, quando si va al luna park, anche autoscontri. Claudia ha un rapporto conflittuale con tutti i ragazzi e viene coinvolto spesso in risse violente, tanto che dovrà ripetere due volte ogni classe, cambiando ogni anno compagne di stanza.

A pensarci bene forse lo faceva apposta a partecipare a tutte quelle risse….

Franco e Gianni, dopo una breve storia d’amore (tra loro due e Pier Carlo, il loro compagno di stanza) avvenuta nel corso del secondo anno, continuano il liceo. Il tempo passa e, pur restando amici, Franco, Gianni e Claudia non sono più legati come ai vecchi tempi.

Gli anni dell’università vedono Franco e Gianni su lunghezze d’onda completamente opposte. Franco diventa uno yuppie spregiudicato e arrivista, Gianni entra in un gruppo brigatista e viene arrestato immediatamente (perché quelli in realtà erano poliziotti e non brigatisti).
Claudia, intanto, sta ancora combattendo per la sua dignità di maschio al convitto dell’Addolorata nonché Crocefissa nonché Flagellata nonché Morta.
Durante il giorno, a pugni con gli altri maschi.
Durante la notte, in altri modi con le sue compagne di stanza.

Ma anche per lui il tempo passa e, alla fine riesce (suo malgrado) a finire il liceo.

Gli anni ottanta esalano le loro ultime rancide fiatate.
Franco esce dall’università in preda a una crisi di coscienza. Parte a Seattle. Tornerà in città tossicodipendente, dopo tre anni di ubriacatura Grunge.
Gianni esce dalla prigione senza più punti di riferimento e sopravvive lavorando come lavapiatti in una trattoria. Anche per lui la strada della droga diventa l’unica soluzione.
Claudia, fuori dal liceo, perde il suo equilibrio fatto di contrasti tra la sua parte femminile e la sua parte maschile che si erano così perfettamente equilibrate con le parti maschili e femminili degli altri. Dopo qualche piccola comparsa in squallide pellicole a luci rosse, finisce anche lui per sprofondare nell’abisso della droga.

Anche gli anni novanta se ne vanno senza troppi complimenti.
In un freddo giorno di novembre del 1999, Franco, Gianni e Claudia si ritrovano sullo stesso autobus che li porterà via dalla città.
Hanno saputo che al paese è stata aperta una comunità di cura per tossicodipendenti, e così tutti e tre (ciascuno senza sapere degli altri) hanno deciso che è ora di tornare indietro per ricominciare da zero.

Il viaggio verso il paese è un viaggio nella memoria di tre ragazzi quasi trentacinquenni che hanno attraversato gli anni ottanta e gli anni novanta senza venire a capo di nulla.
La curiosità di affrontare la sfida del ritorno al paese, mista al timore di non trovare più nessun punto di riferimento, in un mondo tanto diverso da quello in cui hanno vissuto gli ultimi vent’anni, li paralizza.

Al paese, dopo aver salutato i loro cari, Franco, Gianni e Claudia si presentano alla comunità per i tossicodipendenti. A tutti e tre sembra di riconoscere la donna che li accoglie alla reception.
Poi alzando la testa, vedono l’insegna con il nome dell’istituto: Addolorata nonché Crocefissa nonché Flagellata nonché Morta.

E qui capiscono che la neonata globalizzazione non risparmierà neanche il paese.

Film capolavoro di Rodolfo Pellecorta, che cavalca alcuni tra i più importanti generi cinematografici italiani del dopoguerra, dal neorealismo al cinema d’autore, dalla commedia al cinema sociale e politico.
Non pago di ciò, Pellecorta getta anche le basi della crisi degli anni ottanta, che vedrà il proliferare di commedie “guarda e getta”, divenute poi soltanto “getta” con gli anni novanta e i duemila.
Sbalordisce ancora oggi la capacità di Pellecorta di "leggere" il futuro, come dimostra il finale del film: quasi un monito lanciato con vent'anni di anticipo sui tempi, ma rimasto drammaticamente inascoltato.
Io Franco Tu Gianni Egli Claudia è stato definito da Tarantino “l’anello di congiunzione tra il qui e il qua”, intendendo con il termine “qui” il cinema di tipo A, e con il termine “qua” il cinema di tipo B.
Strabilianti le prestazioni degli attori, con un superlativo Paolo Collaterale nei panni di Gianni.
Ottimi anche Placido Sereno e Rosina Dammela.
Un anno dopo l’uscita del film, Rosina Dammela appena premiata con il prestigioso CineCane di masonite al festival di Vaduz (Liechtenstein) per l’interpretazione del problematico personaggio di Claudia, fu trovata morta. Si era tolta la vita al pensiero che i tre protagonisti del film avessero ritrovato sulla loro strada l’istituto
Addolorata nonché Crocefissa nonché Flagellata nonché Morta, da lei considerato la causa di tutte le tragedie che avevano colpito Franco, Gianni e Claudia.
La responsabilità del suicidio di Rosina Dammela fu attribuita al regista Rodolfo Pellecorta che, dopo regolare processo, fu condannato a trentacinque anni di carcere. Uscirà nel 2016. Recentemente Pellecorta ha fatto sapere che, per quella data, sarà di nuovo nelle sale con un film sulla vita di Rosina Dammela.

lunedì 15 settembre 2008

Marcello e Sofia #01


Poco più di due mesi fa vi parlavo di Marcello e Sofia, una serie di tavole a fumetti autoconclusive, ideata e realizzata da me e Luca Usai per la rivista bimestrale Tempodì (Gaghi Editrice, Milano).

Eccovi la prima tavola, pubblicata sul numero di Tempodì di giugno 2007.
Cliccateci sopra per ingrandirla e leggerla.


Attualmente le tavole pubblicate sono otto.
La nona uscirà sul numero di ottobre 2008.

Se volete saperne di più su Marcello e Sofia, se non avete letto il vecchio post in cui presentavo i personaggi (o se non vi ricordate più niente), cliccate QUI.
Marcello e Sofia, testi e disegni © Daniele Mocci & Luca Usai

giovedì 11 settembre 2008

La parola a Mr. Job (7)



Credere nel soprannaturale


Poca gente, ormai, crede nel soprannaturale.
Anch’io sono sempre stato scettico, fino all’illuminazione!
Ho pensato che ogni anno migliaia di sardi lasciano la Sardegna in primavera per lavorare negli alberghi dell’Adriatico.
Da qui ho dedotto che, date le risorse paesaggistiche, agricole, gastronomiche e culturali di cui la Sardegna è ricca, e data la bassissima densità di popolazione in rapporto al territorio, solo dei maghi o delle divinità possono riuscire a far scappare tanti potenziali benestanti, e a farli correre a braccia aperte verso 4 o 5 mesi di schiavitù, come se fosse la cosa più bella del mondo…