Non si può mai dire chi sia il più grande.
Forse perché il più grande non esiste.
Ma c'è qualcuno che ogni tanto... raramente... spesso in silenzio e in
punta di piedi... arriva molto vicino a essere il più grande.
Sergio Toppi era uno di questi.
Sergio Toppi è uno di questi.
E lo sarà sempre.
se fossi un'automobile...
... sarei una FIAT 850. Ve la ricordate?
giovedì 23 agosto 2012
giovedì 31 maggio 2012
Super Pro compie 10 anni!
Nel 2011, per fare solo alcuni
esempi italiani, Zagor ha compiuto i suoi primi splendidi 50 anni, Dylan Dog ha
raggiunto quota 25 e Nathan Never ha tagliato il traguardo dei 20.
Il 2012 vede
Diabolik festeggiare il suo 50° e Martin Mystère il suo 30° compleanno.
Alan Ford ha appena girato la 43ª boa, mentre La Pimpa, celeberrima cagnetta bianca a pois rossi creata da Altan, ha compiuto la bellezza di 37 anni.
Nel 2013 si festeggerà il 40° compleanno di Pinky, il simpaticissimo coniglio fotoreporter di Massimo Mattioli.
L’inossidabile Tex
è ovviamente fuori classifica dato che, sempre nel 2013, spegnerà la sua 65ª candelina.
Ma il punto non è certo mettere
Super Pro a confronto con questi (o altri) mostri sacri del fumetto nazionale.
Non mi sognerei mai di farlo!
Anzi, se li ho citati, l'ho fatto proprio per stabilire la giusta distanza!
44 Gatti #4/2004 (Gaghi Editrice) |
Il punto è che, di questi tempi, è
quasi impossibile che un fumetto riesca a sopravvivere per tanto tempo, con
uscite regolari, in un mercato che si è fatto sempre più difficile.
Eppure, nonostante questo, Super
Pro nel mese di maggio 2012 ha raggiunto i dieci anni di pubblicazione
ininterrotta sulla rivista per ragazzi 44 Gatti (Gaghi Editrice, Milano).
D’accordo, la rivista non è venduta
in edicola e non ha un prezzo di copertina.
Si tratta di una pubblicazione distribuita
in un circuito di banche italiane, e dedicata ai bambini dai 6 ai 12 anni.
Ma è pur sempre un prodotto
editoriale a tutti gli effetti, pubblicato da un editore "terzo" rispetto a noi autori.
Sulle sue pagine, a fare da illustre compagna al nostro Super Pro, c'è sempre La Pimpa con le sue storie.
In più, 44 Gatti ha una tiratura davvero lusinghiera: qualche anno fa erano 55.000 copie a numero!
Oggi non so quanto “tiri”, ma se,
nella peggiore delle ipotesi, le copie fossero anche “soltanto” la metà,
sarebbe sempre un numero ragguardevole.
Super Pro è nato nel 1999 da un’idea
mia e di Luca Usai.
Io e Luca creammo un procione di
peluche che poteva trasformarsi in un essere vivente dotato di super poteri che
utilizzava per rimettere in riga i nemici dell’ambiente.
Il personaggio piacque, ma non se
ne fece nulla.
Due anni dopo, Luca si trovava a
Milano in giro “per editori” e mostrò il suo book ai tipi della Gaghi Editrice.
Super Pro "si fece notare" e l’editore ci chiese un nuovo set up del personaggio per
farne una vera e propria serie di racconti brevi da pubblicare sul bimestrale
44 Gatti.
Nel giro di pochi mesi, il super
procione cominciò le sue avventure sulla carta stampata.
Era il maggio del 2002, ed è da
quella data che abbiamo cominciato a contare i compleanni.
Infatti, ciò che fa maturare
anzianità a un personaggio dei fumetti è la sua “esistenza editoriale” e non la
sua creazione letteraria e grafica!
In 10 anni sono state pubblicate
60 storie di Super Pro, per un totale di 326 tavole (la 60ª, per la
verità, sarà pubblicata tra qualche settimana).
Poca roba, direte. E avete ragione!
44 Gatti #3/2008 |
Cosa sono 326 tavole in 10 anni?
Niente.
Ma qui, come ho detto, non si
tratta di confrontare questo personaggio con le grandi produzioni.
Si tratta di stappare un bitter
da discount (e anche tra pochi intimi) per festeggiare i 10 anni di
pubblicazione ininterrotta di questo personaggio, che (mi ripeto) di questi
tempi sono comunque un evento!
Tuttavia, altri autori ci hanno
dato una mano a mandare avanti la serie: i disegnatori Francesco Abrignani (7
storie all’attivo) e Elena Grigoli (10 storie) e gli sceneggiatori Andrea Pau (2
storie) e Marcello Lasio (2 storie), entrambi “cresciuti” nell’Associazione Culturale Chine Vaganti come me e Luca.
44 Gatti #3/2009 |
Da sottolineare che la bravissima
Elena Grigoli è attualmente la disegnatrice titolare della serie, dato che
Luca, oberato dai suoi impegni in giro per il multiverso fumettistico, ha
ceduto a lei lo scettro (rigorosamente in comodato d’uso!).
Elena ha disegnato gli ultimi 10
episodi, in cui Super Pro e gli altri personaggi della serie sono stati
impegnatissimi in una lunga e avventurosa trasferta negli Stati Uniti d’America.
Super Pro è una serie avventuroso-umoristica
rivolta a un pubblico di bambini (8-12 anni), e attraversa alcuni
dei diversi ambiti della fantasia in cui io e Luca ci siamo formati, sia come
lettori che come autori.
Questa caratteristica ci ha portati a sviluppare alcuni differenti filoni, che si alternano a cadenze irregolari nel prosieguo della serie.
Per cui, alle tematiche dell’avventura
più classica, si susseguono quelle del fantasy medievale (una sorta di parodia
soft del genere), quelle dello pseudo-Western, quelle della vita quotidiana
nella città di Grottasegreta (“patria” di Bebo, Ale e Tore, i tre bambini che
custodiscono il segreto del super procione), quelle dei viaggi, quelle dei
gialli & misteri e altre ancora.
In questo modo Super Pro si
diverte ad adattare il suo nome e il suo costume in quello di Procione Magico,
Procione di Giada, Arizona Pro, Agente Zero-Zero-Pro, Sherlock Pro, ecc.
Insomma, una scusa per prendersi
anche un po’ in giro da solo!
Eccovi la lista di tutti gli
episodi di Super Pro pubblicati fino a oggi. Dove non sono specificati i nomi
degli autori, le firme sono ovviamente Mocci & Usai (cioè, i testi sono miei e i disegni di Luca!).
01. Super Pro
02. Il pirata Gambadisale
03. Notizie sensazionali
04. Una storia di dolci e di guai
05. Palla di Neve
06. La sfida di primavera
07. Lo spettacolo di fine anno
08. Lo chiamavano Arizona Pro
09. Il paese delle
foglie cadenti
10. Il signore dei giocattoli
11. Tre simpatici ritardatari
12. Agente segreto zero zero Pro
13. La conquista della Terra
14. C’era una volta un Re
16. Sotto la pioggia
17. Venerdì 17
18. Il mistero della camera blindata
19. Il Grand Prix di Formula Vela
20. I padroni di Lollywood
21. La leggenda dei draghi assetati
22. La Grande Zucca
25. La valle
nascosta
26. I gabbiani scomparsi
27. Un amore extraterrestre
28. I Fantastici Tre
29. Una “normale” gara di Bob
30. La grande magia
32. La nave perduta
33. Il giallo della nebbia
34. L’ospite invisibile
35. Sfida al
campione
36. Una mongolfiera in fuga (Mocci-Abrignani)
37. La notte delle ruspe
38. La storia che non successe mai (Mocci-Abrignani)
39. L’obelisco spezzato (Mocci-Abrignani)
40. L’orma del gigante
41. Il disco da collezione (Mocci-Abrignani)
42. L’auto d’epoca
43. Continuavano a chiamarlo Arizona Pro
44. Quarantaquattro procioni (Mocci-Abrignani)
45. Le zanne nella roccia (Mocci-Abrignani)
46. Il
Cavaliere Viola
47. Corsa sulla neve (Pau-Abrignani)
49. Operazione di salvataggio (Mocci-Usai-Abrignani)
50. Il servizio fotografico
51.
New York, New
York! (Mocci-Grigoli)
52. Ma-nù, la piccola pellerossa (Mocci-Grigoli)
53. Tempesta
sulle Black Hills (Pau-Grigoli)
54. Imprevisto
a Yellowstone (Mocci-Grigoli)
55. Sulle strade di San Francisco (Lasio-Grigoli)
56. I banditi del Grand Canyon (Mocci-Grigoli)
57. Lo sciamano di Cibola (Mocci-Grigoli)
58. Ballo sul Mississippi (Mocci-Grigoli)
59. Notte nella palude (Mocci-Grigoli)
60. Doppio ritorno a casa! (Mocci-Grigoli)
Cliccate sui titoli linkati per leggere gli episodi che ho pubblicato su questo blog (a parte l’episodio n. 48, che invece è pubblicato sul
blog di Marcello Lasio).
Non mi resta che aprire il mio bitter
da discount e fare un brindisi:
AUGURI, SUPER PRO!!!
Super Pro © Daniele Mocci e Luca Usai
domenica 20 maggio 2012
Lo spot di Lapis in Gurgos 2012
Fresco fresco di pubblicazione su YouTube, ecco lo spot di Lapis in Gurgos 2012, il festival culturale che tra pochissimi giorni "metterà in mostra", nelle affascinanti strade del centro storico di Orosei (NU), narrativa, fumetti, illustrazione e tanto altro.
Dal 23 al 26 maggio, insieme a tantissimi ospiti illustri, ci sarò anch'io a parlare di fumetto, a tenere un workshop gratuito per giovani appassionati e aspiranti fumettisti e al lavoro su tre mie brevi sceneggiature che saranno illustrate da Denis Medri, Niccolò Storai e Daniele Serra.
Gli altri ospiti saranno Ausonia, Angelo Monne, Gianluca Garofalo, Matteo Vattani, Emiliano Longobardi e Bruno Enna. Quest'ultimo presenterà il suo Saguaro, protagonista della nuovissima serie a fumetti "targata" Sergio Bonelli Editore, in uscita il 26 maggio 2012 con il numero uno!
Il tutto, sotto la direzione artistica di Manuelle Mureddu.
Ci vediamo a Orosei tra pochissimi giorni!
***
Ho già parlato ampiamente di Lapis in Gurgos in più di un'occasione, ma, per chi volesse conoscere i dettagli dell'imminente edizione 2012, segnalo almeno i miei post più rcenti sull'argomento:
QUESTO e QUEST'ALTRO.
Dal 23 al 26 maggio, insieme a tantissimi ospiti illustri, ci sarò anch'io a parlare di fumetto, a tenere un workshop gratuito per giovani appassionati e aspiranti fumettisti e al lavoro su tre mie brevi sceneggiature che saranno illustrate da Denis Medri, Niccolò Storai e Daniele Serra.
Gli altri ospiti saranno Ausonia, Angelo Monne, Gianluca Garofalo, Matteo Vattani, Emiliano Longobardi e Bruno Enna. Quest'ultimo presenterà il suo Saguaro, protagonista della nuovissima serie a fumetti "targata" Sergio Bonelli Editore, in uscita il 26 maggio 2012 con il numero uno!
Il tutto, sotto la direzione artistica di Manuelle Mureddu.
Ci vediamo a Orosei tra pochissimi giorni!
***
Ho già parlato ampiamente di Lapis in Gurgos in più di un'occasione, ma, per chi volesse conoscere i dettagli dell'imminente edizione 2012, segnalo almeno i miei post più rcenti sull'argomento:
QUESTO e QUEST'ALTRO.
giovedì 10 maggio 2012
Uno spot video di Carrion per il premio Bulles en Fureur 2012!!
Vi ho già parlato più volte di Carrion, la storia a fumetti scritta da me, disegnata da Alessia Buffolo, colorata da Andrea Cagol e pubblicata in Francia in due volumi per l'editore Clair de Lune tra il 2010 e il 2011.
Potete leggere (o rileggere) tutti i post che ho dedicato a questo argomento, QUI!
Vi ho già parlato (QUA) anche dell'inserimento del primo volume di Carrion nel lotto dei 12 finalisti del premio Bulles en Fureur, indetto dal Ministero della Giustizia francese.
Poco fa ho scoperto che nel sito web del Collège francese Albert Vinçon si spiega come e perché gli allievi del Collège, che partecipano in qualità di lettori/votanti al premio Bulles en Fureur, abbiano realizzato gli spot video dei fumetti che loro stessi hanno scelto/votato.
Infatti, per questo singolare premio, una giuria di professionisti individua i 12 titoli che parteciperanno alla "gara", scegliendoli tra tutti quelli pubblicati in Francia ogni anno, ma poi sono i lettori (ragazzi con problemi di inserimento sociale) a votare i vincitori per le due categorie previste (10-14 anni e 14-18 anni).
Bene... i ragazzi del Collège Albert Vinçon, hanno inserito Carrion nelle loro preferenze!
Quello che vi posto qui sotto è lo spot video che loro stessi hanno realizzato per questo nostro personaggio irascibile, rissoso e ribelle.
Nell'attesa di conoscere i risultati finali delle votazioni di tutti i ragazzi francesi coinvolti in questa iniziativa, ringrazio gli allievi del Collège Albert Vinçon che hanno votato Carrion e realizzato questo simpaticissimo (ed efficace) "spot promozionale".
Potete leggere (o rileggere) tutti i post che ho dedicato a questo argomento, QUI!
Vi ho già parlato (QUA) anche dell'inserimento del primo volume di Carrion nel lotto dei 12 finalisti del premio Bulles en Fureur, indetto dal Ministero della Giustizia francese.
Poco fa ho scoperto che nel sito web del Collège francese Albert Vinçon si spiega come e perché gli allievi del Collège, che partecipano in qualità di lettori/votanti al premio Bulles en Fureur, abbiano realizzato gli spot video dei fumetti che loro stessi hanno scelto/votato.
Infatti, per questo singolare premio, una giuria di professionisti individua i 12 titoli che parteciperanno alla "gara", scegliendoli tra tutti quelli pubblicati in Francia ogni anno, ma poi sono i lettori (ragazzi con problemi di inserimento sociale) a votare i vincitori per le due categorie previste (10-14 anni e 14-18 anni).
Bene... i ragazzi del Collège Albert Vinçon, hanno inserito Carrion nelle loro preferenze!
Quello che vi posto qui sotto è lo spot video che loro stessi hanno realizzato per questo nostro personaggio irascibile, rissoso e ribelle.
Nell'attesa di conoscere i risultati finali delle votazioni di tutti i ragazzi francesi coinvolti in questa iniziativa, ringrazio gli allievi del Collège Albert Vinçon che hanno votato Carrion e realizzato questo simpaticissimo (ed efficace) "spot promozionale".
giovedì 3 maggio 2012
Lapis in Gurgos 2012, il programma
Lapis in Gurgos, la bella manifestazione dedicata alla narrativa, al fumetto e all'illustrazione che si terrà a Orosei (NU) dal 23 al 26 maggio 2012, si avvicina a grandi falcate.
Come ho già detto nel mio penultimo post (16.04.2012), anch'io avrò l'onore di essere tra gli ospiti alla edizione numero UNO di questa rassegna, a poco più di un anno e mezzo di distanza dalla meravigliosa edizione numero ZERO tenutasi sempre tra i vicoli del centro storico di Orosei nel settembre 2010.
Sarà un piacere e un privilegio stare al fianco di autori del calibro di Bruno Enna (che presenterà Saguaro, la sua nuovissima serie a fumetti edita da Sergio Bonelli Editore, in uscita con il numero UNO proprio nei giorni della manifestazione oroseina!), Ausonia (nome d'arte di Francesco Ciampi), Angelo Monne, Gianluca Garofalo, Denis Medri, Niccolò Storai, Daniele Serra e Matteo Vattani.
Il tutto sotto la direzione artistica di un altro bravissimo autore di fumetti, il nuorese Manuelle Z. Mureddu.
Il mio impegno in questa kermesse comprende due differenti attività.
La prima mi impegnerà nei giorni precedenti la manifestazione e consisterà nella sceneggiatura di tre brevi racconti a fumetti che i disegnatori Denis Medri, Niccolò Storai e Daniele Serra disegneranno "dal vivo", proprio durante la rassegna, di fronte al pubblico.
Si tratta della riduzione a fumetti di tre dei racconti di narrativa premiati al concorso Nieddhu che Piche, uno dei punti di forza di L.I.G. 2012.
La seconda attività, invece, dovrò svolgerla "sul campo" durante la manifestazione.
Insieme al vulcanico Manuelle Mureddu, infatti, dovrò tenere un workshop gratuito di fumetto, dedicato ai ragazzi dai 18 anni in su.
Ecco il programma ufficiale, diramato pochi giorni fa dall'Associazione Culturale Lapis in Gurgos, organizzatrice dell'evento
ore 18:00 – 21:00
(*) Workshop gratuito di fumetto a numero chiuso,
tenuto da Daniele Mocci e Manuelle Mureddu.
Aperto a tutti, dai 18 anni in su. Massimo 15 posti. Prenotatevi entro il 15
maggio, scrivendo a manuelle.mureddu@gmail.com
(**) Laboratorio di illustrazione rivolto ai ragazzi delle scuole, a cura di Gianluca Garofalo e Matteo Vattani. L'idea del laboratorio è quella di aprire la strada verso la creazione di un Bestiario Fantastico Sardo, con la realizzazione di schede tecniche sui più importanti animali della nostra mitologia. Iscrivetevi su www.lapisingurgos.it
Scaricate il pieghevole ufficiale con il programma completo QUI.
Se vi va di respirare le atmosfere di Lapis in Gurgos, fatte di racconti, fumetti, illustrazioni, scambi culturali, intrattenimento e divertimento, venite senza indugi a Orosei dal 23 al 26 maggio!!!
Sarà un'ottima occasione anche per godere delle bellezze di questo comune della Baronia e del suo territorio. Orosei è, infatti, un autentico gioiello ricco di storia, tradizioni, meraviglie naturalistiche e, ovviamente... buon cibo!
Il breve file video qui sotto, utilizzato come promo dell'edizione di L.I.G. numero ZERO (settembre 2010), vi dà solo una piccola idea di cosa troverete a Orosei.
Per saperne di più sulla nuova edizione di L.I.G., ormai imminente, vistate il sito ufficiale della manifestazione www.lapisingurgos.it
Come ho già detto nel mio penultimo post (16.04.2012), anch'io avrò l'onore di essere tra gli ospiti alla edizione numero UNO di questa rassegna, a poco più di un anno e mezzo di distanza dalla meravigliosa edizione numero ZERO tenutasi sempre tra i vicoli del centro storico di Orosei nel settembre 2010.
Sarà un piacere e un privilegio stare al fianco di autori del calibro di Bruno Enna (che presenterà Saguaro, la sua nuovissima serie a fumetti edita da Sergio Bonelli Editore, in uscita con il numero UNO proprio nei giorni della manifestazione oroseina!), Ausonia (nome d'arte di Francesco Ciampi), Angelo Monne, Gianluca Garofalo, Denis Medri, Niccolò Storai, Daniele Serra e Matteo Vattani.
Il tutto sotto la direzione artistica di un altro bravissimo autore di fumetti, il nuorese Manuelle Z. Mureddu.
Il mio impegno in questa kermesse comprende due differenti attività.
La prima mi impegnerà nei giorni precedenti la manifestazione e consisterà nella sceneggiatura di tre brevi racconti a fumetti che i disegnatori Denis Medri, Niccolò Storai e Daniele Serra disegneranno "dal vivo", proprio durante la rassegna, di fronte al pubblico.
Si tratta della riduzione a fumetti di tre dei racconti di narrativa premiati al concorso Nieddhu che Piche, uno dei punti di forza di L.I.G. 2012.
La seconda attività, invece, dovrò svolgerla "sul campo" durante la manifestazione.
Insieme al vulcanico Manuelle Mureddu, infatti, dovrò tenere un workshop gratuito di fumetto, dedicato ai ragazzi dai 18 anni in su.
Ecco il programma ufficiale, diramato pochi giorni fa dall'Associazione Culturale Lapis in Gurgos, organizzatrice dell'evento
Mercoledì 23 Maggio 2012
ore 17:00
Presentazione della manifestazione Lapis in Gurgos con
gli artisti ospitati e i vincitori del concorso Nieddhu che Piche, presso
Su Probanu
Giovedì 24 Maggio 2012
ore 10:30 – 13:00
Lapis in Gurgos – artisti all’opera nei
vicoli
ore 11:00 – 13:00
Comics in Gurgos(*) – lezioni di fumetto
con Manuelle Mureddu e Daniele Mocci,
presso Piazza del Popolo
ore 15:30 – 18:00
Lapis in Gurgos – artisti all’opera nei
vicoli
ore 18:00 – 21:00
Paràulas in Gurgos – RUSTY DOGS,
webcomic disegnato da più di quaranta fra i migliori disegnatori italiani.
Tavola rotonda con l’autore Emiliano Longobardi, presso
Casa Soddu
Venerdì 25 Maggio 2012
ore 10:30 – 13:00
Lapis in Gurgos – artisti all’opera nei vicoli
ore 11:00 – 13:00
Comics in Gurgos(*) – lezioni di fumetto
con Manuelle Mureddu e Daniele Mocci,
presso Piazza del Popolo
ore 15:30 – 18:00
Lapis in Gurgos – artisti all’opera nei
vicoli
ore 18:00 – 21:00
Paràulas in Gurgos – Illustratori,
fumettisti e sceneggiatori presentano i loro progetti editoriali presso
Casa Soddu
Sabato 26 Maggio 2012
ore 10:30 – 13:00
Lapis in Gurgos – artisti all’opera nei
vicoli
ore 11:30
Comics in Gurgos(*) – consegna degli
attestati di partecipazione presso Su Probanu
ore 15:30 – 18:00
Lapis in Gurgos – artisti all’opera nei
vicoli
ore 17:30
Laboratorio Bestias(**) – presentazione
degli elaborati del laboratorio di illustrazione a cura di Gianluca
Garofalo e Matteo Vattani, presso Su Probanu
ore 18:30
Paràulas in Gurgos – Saguaro,
prima presentazione ufficiale della nuova serie targata Sergio
Bonelli Editore. Tavola rotonda con il maestro Bruno Enna, presso Casa Soddu
ore 19:00 – 21:00
Lapis in Gurgos – Incontro conclusivo con
gli ospiti e presentazione delle tavole realizzate durante
la manifestazione, presso Casa Soddu
Eventi Collaterali dal 23 al 26 Maggio
Anamorfismo – “Visioni artefatte” di
Michele Corriga
Stand e laboratorio di riciclo – rivolto ai
bambini dai 9 ai 12 anni, a cura di Alessandra Pala e
Cooperativa Sociale Scenari Verdi, ore 15-16:30, presso Su
Probanu. Previa iscrizione al numero 0784.257015
(**) Laboratorio di illustrazione rivolto ai ragazzi delle scuole, a cura di Gianluca Garofalo e Matteo Vattani. L'idea del laboratorio è quella di aprire la strada verso la creazione di un Bestiario Fantastico Sardo, con la realizzazione di schede tecniche sui più importanti animali della nostra mitologia. Iscrivetevi su www.lapisingurgos.it
Scaricate il pieghevole ufficiale con il programma completo QUI.
Se vi va di respirare le atmosfere di Lapis in Gurgos, fatte di racconti, fumetti, illustrazioni, scambi culturali, intrattenimento e divertimento, venite senza indugi a Orosei dal 23 al 26 maggio!!!
Sarà un'ottima occasione anche per godere delle bellezze di questo comune della Baronia e del suo territorio. Orosei è, infatti, un autentico gioiello ricco di storia, tradizioni, meraviglie naturalistiche e, ovviamente... buon cibo!
Il breve file video qui sotto, utilizzato come promo dell'edizione di L.I.G. numero ZERO (settembre 2010), vi dà solo una piccola idea di cosa troverete a Orosei.
Per saperne di più sulla nuova edizione di L.I.G., ormai imminente, vistate il sito ufficiale della manifestazione www.lapisingurgos.it
lunedì 16 aprile 2012
Lapis in Gurgos 2012... COMING SOON!!!
In un post del 18 novembre 2011 avevo scritto che la nuova edizione di Lapis in Gurgos si sarebbe tenuta (a Orosei) dal 16 al 20 maggio 2012.
Sbagliato!
Lapis in Gurgos, come annunciato, ci sarà... ovviamente sempre tra i meravigliosi vicoli del centro storico di Orosei, ma le date sono state cambiate: dal 23 al 26 maggio 2012!
e stavolta dovrebbero proprio essere giuste!
Non sto a spiegarvi nuovamente cosa sia questo festival culturale in cui si incontrano diverse forme di arte e di creatività... dalla narrativa al fumetto, dall'illustrazione alla fotografia.
Mi limiterò a rimandarvi ai miei post precedenti QUI, QUO e QUA.
Ma in rete si trova anche altro come, ad esempio, questo articolo di Marco Vitali, pubblicato su La Nuova Sardegna di sabato 14 aprile 2012.
Appena sarà reso pubblico il programma ufficiale, provvederò a postarlo su queste pagine elettroniche.
Per ora mi limito a darvi solo i nomi degli autori di fumetto che parteciperanno a questa seconda edizione del festival.
Direttore artistico
Manuelle Mureddu
Ospiti
Daniele Serra
Niccolò Storai
Daniele Mocci (cioè io)
Saranno quattro giorni di storie "respirate", sceneggiate, raccontate, disegnate, premiate...
Quattro giorni di incontri, mostre, seminari e mille altre iniziative.
Ringrazio Manuelle Mureddu e l'organizzazione di Lapis in Gurgos per avermi invitato anche quest'anno!
Tutti a Orosei, dunque... dal 23 al 26 maggio 2012!!!
Sbagliato!
Lapis in Gurgos, come annunciato, ci sarà... ovviamente sempre tra i meravigliosi vicoli del centro storico di Orosei, ma le date sono state cambiate: dal 23 al 26 maggio 2012!
e stavolta dovrebbero proprio essere giuste!
Non sto a spiegarvi nuovamente cosa sia questo festival culturale in cui si incontrano diverse forme di arte e di creatività... dalla narrativa al fumetto, dall'illustrazione alla fotografia.
Mi limiterò a rimandarvi ai miei post precedenti QUI, QUO e QUA.
Ma in rete si trova anche altro come, ad esempio, questo articolo di Marco Vitali, pubblicato su La Nuova Sardegna di sabato 14 aprile 2012.
Appena sarà reso pubblico il programma ufficiale, provvederò a postarlo su queste pagine elettroniche.
Per ora mi limito a darvi solo i nomi degli autori di fumetto che parteciperanno a questa seconda edizione del festival.
Direttore artistico
Manuelle Mureddu
Ospiti
Daniele Serra
Niccolò Storai
Daniele Mocci (cioè io)
Saranno quattro giorni di storie "respirate", sceneggiate, raccontate, disegnate, premiate...
Quattro giorni di incontri, mostre, seminari e mille altre iniziative.
Ringrazio Manuelle Mureddu e l'organizzazione di Lapis in Gurgos per avermi invitato anche quest'anno!
Tutti a Orosei, dunque... dal 23 al 26 maggio 2012!!!
giovedì 12 aprile 2012
Se c'è una cosa che mi fa incazzare... (4)
In Italia, come in tutte le altre "democrazie civili" del mondo, ci sono leggi, regole, norme, codici, ecc...
Una serie di disposizioni che la collettività si è data per rendere possibile la "convivenza civile".
Anche a costo di scontentare qualcuno.
Ma, si sa (o si dovrebbe sapere, o... meglio... si dovrebbe prima di tutto INSEGNARE nelle famiglie e nelle scuole), che queste leggi, regole, norme, ecc... non sempre possono essere gradevoli, simpatiche, auspicabili, e "fighe" per tutti i cittadini (e mi riferisco a tutti-tutti-tutti). O anche condivise da tutti.
Tuttavia, per il bene comune, si stabilisce (o si dovrebbe stabilire) che alcune cose si possono fare, mentre altre no. Alcune cose si devono fare, mentre altre no.
E così, qualcuno non sarà felice di quella regola che lo obbliga a fare una data cosa, mentre magari molti altri lo saranno. Qualcuno non condividerà quella norma che gli vieta di compiere una data azione, mentre molti altri la approveranno in pieno.
Se un Paese civile dovesse prevedere solo leggi, regole e norme che accontentano, soddisfano e gratificano tutti i cittadini (e mi riferisco a tutti-tutti-tutti), finirebbe per non avere nessuna legge, nessuna regola e nessuna norma.
E non sarebbe più un Paese civile.
L'Italia queste leggi, regole e norme le ha.
Ma c'è qualche problema...
Nel nostro Paese ("civile") sono previste continuamente deroghe per coloro che queste leggi, regole e norme non vogliono rispettarle.
Nel nostro Paese ("civile") anche quando non sono previste deroghe, si lascia che il cittadino interpreti, applichi o non applichi a suo uso e consumo certe leggi, regole e norme.
Ora, per esempio, esiste un insieme di regole chiamato Codice della Strada.
Esiste, nelle nostre autovetture, un sistema di luci lampeggianti d'emergenza, che noi chiamiamo comunemente "quattro frecce".
Bene... l’articolo 151, comma 1, lettera f) del Codice della Strada definisce la segnalazione luminosa di pericolo: funzionamento simultaneo di tutti gli indicatori luminosi di direzione. E specifica che le luci d’emergenza servono solo per avvertire gli altri automobilisti di possibili problemi o pericoli: vanno usate in caso di colonne improvvise di veicoli, quando procediamo troppo lentamente (per avaria), quando siamo costretti a una sosta d’emergenza (per avaria o malessere) in posizione pericolosa e durante il tempo di mettere o togliere il triangolo (dal sito www.automobilista.it).
Ora... quando il MINCHIONE si parcheggia di fronte al cancello di casa vostra e mette le quattro frecce, questa è di fatto una deroga non prevista dal Codice della Strada. Il MINCHIONE è di fatto in sosta vietata e, sempre di fatto, è in CONTRAVVENZIONE.
Pertanto, se il codice fosse davvero applicato, sarebbe (e sottolineo il SAREBBE) quantomeno da multare.
Quante volte viene multato? Praticamente MAI.
Quante volte vi è capitato di dover aspettare per entrare a casa vostra (con la vostra auto) e di perdere tempo fino addirittura a fare la muffa per colpa di "quel" MINCHIONE? Un sacco di volte.
La cosa si ripete perché, nonostante che ci sia un Codice della Strada che lo vieta, nessuno si prende davvero la briga di bastonare il MINCHIONE a suon di multe e carro attrezzi.
Quindi, quando il pubblico ufficiale preposto non sanziona il MINCHIONE, sta creando di fatto una deroga al Codice.
E se quella deroga vale per il MINCHIONE, allora deve valere per tutti.
Altrimenti crollerebbe l'assunto di partenza, secondo il quale l'Italia è una "democrazia civile".
Ma soprattutto, sapete perché la cosa si ripete e continuerà a ripetersi nelle nostre strade e nelle nostre città?
Perché alla fine conviene a tutti che il MINCHIONE non venga sanzionato.
Sì, perché domani quel MINCHIONE potrebbe tranquillamente essere uno di noi. Anzi, un'altissima percentuale di quei tanti "uno di noi" lo sarà SICURAMENTE o lo è già stato, magari più di una volta.
Risultato: l'Italia è una democrazia di MINCHIONI.
E che dire di tutte le altre volte che si utilizzano impropriamente le quattro frecce?
Tu puoi fermare la tua auto di traverso in mezzo alla strada. L'importante è mettere le quattro frecce.
Tu puoi andare contromano in autostrada o su qualsiasi altra strada. L'importante è che lo fai con le quattro frecce lampeggianti.
Tu puoi correre a 180 chilometri orari all'interno di un centro abitato. L'importante è non dimenticarti di farlo con le quattro frecce accese.
Tu puoi passare con il rosso, basta che hai le quattro frecce.
Se tu e la tua ragazza siete incolonnati in mezzo al traffico cittadino e improvvisamente vi viene voglia di dimostrarvi reciprocamente il vostro amore con un amplesso, bene... fermate la macchina, applicate dei fogli di giornale sui vetri (per la privacy), abbassate i sedili, vi spogliate e procedete.
Naturalmente SOLO dopo aver inserito le quattro frecce.
E così via.
In questa democrazia di MINCHIONI, le quattro frecce non solo sono usate a sproposito, ma ti danno la possibilità di fare qualsiasi cosa. Se tu inserisci le quattro frecce hai più o meno le stesse facoltà di Dio.
Probabilmente molti dei nostri politici, quando "si" scrivono su misura le leggi, le regole, le norme e i codici, lo fanno tutti riuniti dentro il rimorchio di un TIR che ha le quattro frecce accese.
In questa democrazia di MINCHIONI, se tu sei alla guida e uno davanti a te accende le quattro frecce, finisci per passare da MINCHIONE tu, se non hai capito che quello doveva tirare il freno a mano per inchiodare di colpo e ripartire di scatto in retromarcia.
E sei un MINCHIONE se non ti levi di mezzo per farlo passare e se provochi (TU!) un incidente.
Tra l'altro, TU sei dietro di lui e la colpa, si sa, è sempre di chi sta dietro.
Ma non lo conosci il Codice della Strada?
MINCHIONE!
Una serie di disposizioni che la collettività si è data per rendere possibile la "convivenza civile".
Anche a costo di scontentare qualcuno.
Ma, si sa (o si dovrebbe sapere, o... meglio... si dovrebbe prima di tutto INSEGNARE nelle famiglie e nelle scuole), che queste leggi, regole, norme, ecc... non sempre possono essere gradevoli, simpatiche, auspicabili, e "fighe" per tutti i cittadini (e mi riferisco a tutti-tutti-tutti). O anche condivise da tutti.
Tuttavia, per il bene comune, si stabilisce (o si dovrebbe stabilire) che alcune cose si possono fare, mentre altre no. Alcune cose si devono fare, mentre altre no.
E così, qualcuno non sarà felice di quella regola che lo obbliga a fare una data cosa, mentre magari molti altri lo saranno. Qualcuno non condividerà quella norma che gli vieta di compiere una data azione, mentre molti altri la approveranno in pieno.
Se un Paese civile dovesse prevedere solo leggi, regole e norme che accontentano, soddisfano e gratificano tutti i cittadini (e mi riferisco a tutti-tutti-tutti), finirebbe per non avere nessuna legge, nessuna regola e nessuna norma.
E non sarebbe più un Paese civile.
L'Italia queste leggi, regole e norme le ha.
Ma c'è qualche problema...
Nel nostro Paese ("civile") sono previste continuamente deroghe per coloro che queste leggi, regole e norme non vogliono rispettarle.
Nel nostro Paese ("civile") anche quando non sono previste deroghe, si lascia che il cittadino interpreti, applichi o non applichi a suo uso e consumo certe leggi, regole e norme.
Ora, per esempio, esiste un insieme di regole chiamato Codice della Strada.
Esiste, nelle nostre autovetture, un sistema di luci lampeggianti d'emergenza, che noi chiamiamo comunemente "quattro frecce".
Bene... l’articolo 151, comma 1, lettera f) del Codice della Strada definisce la segnalazione luminosa di pericolo: funzionamento simultaneo di tutti gli indicatori luminosi di direzione. E specifica che le luci d’emergenza servono solo per avvertire gli altri automobilisti di possibili problemi o pericoli: vanno usate in caso di colonne improvvise di veicoli, quando procediamo troppo lentamente (per avaria), quando siamo costretti a una sosta d’emergenza (per avaria o malessere) in posizione pericolosa e durante il tempo di mettere o togliere il triangolo (dal sito www.automobilista.it).
Ora... quando il MINCHIONE si parcheggia di fronte al cancello di casa vostra e mette le quattro frecce, questa è di fatto una deroga non prevista dal Codice della Strada. Il MINCHIONE è di fatto in sosta vietata e, sempre di fatto, è in CONTRAVVENZIONE.
Pertanto, se il codice fosse davvero applicato, sarebbe (e sottolineo il SAREBBE) quantomeno da multare.
Quante volte viene multato? Praticamente MAI.
Quante volte vi è capitato di dover aspettare per entrare a casa vostra (con la vostra auto) e di perdere tempo fino addirittura a fare la muffa per colpa di "quel" MINCHIONE? Un sacco di volte.
La cosa si ripete perché, nonostante che ci sia un Codice della Strada che lo vieta, nessuno si prende davvero la briga di bastonare il MINCHIONE a suon di multe e carro attrezzi.
Quindi, quando il pubblico ufficiale preposto non sanziona il MINCHIONE, sta creando di fatto una deroga al Codice.
E se quella deroga vale per il MINCHIONE, allora deve valere per tutti.
Altrimenti crollerebbe l'assunto di partenza, secondo il quale l'Italia è una "democrazia civile".
Ma soprattutto, sapete perché la cosa si ripete e continuerà a ripetersi nelle nostre strade e nelle nostre città?
Perché alla fine conviene a tutti che il MINCHIONE non venga sanzionato.
Sì, perché domani quel MINCHIONE potrebbe tranquillamente essere uno di noi. Anzi, un'altissima percentuale di quei tanti "uno di noi" lo sarà SICURAMENTE o lo è già stato, magari più di una volta.
Risultato: l'Italia è una democrazia di MINCHIONI.
E che dire di tutte le altre volte che si utilizzano impropriamente le quattro frecce?
Tu puoi fermare la tua auto di traverso in mezzo alla strada. L'importante è mettere le quattro frecce.
Tu puoi andare contromano in autostrada o su qualsiasi altra strada. L'importante è che lo fai con le quattro frecce lampeggianti.
Tu puoi correre a 180 chilometri orari all'interno di un centro abitato. L'importante è non dimenticarti di farlo con le quattro frecce accese.
Tu puoi passare con il rosso, basta che hai le quattro frecce.
Se tu e la tua ragazza siete incolonnati in mezzo al traffico cittadino e improvvisamente vi viene voglia di dimostrarvi reciprocamente il vostro amore con un amplesso, bene... fermate la macchina, applicate dei fogli di giornale sui vetri (per la privacy), abbassate i sedili, vi spogliate e procedete.
Naturalmente SOLO dopo aver inserito le quattro frecce.
E così via.
In questa democrazia di MINCHIONI, le quattro frecce non solo sono usate a sproposito, ma ti danno la possibilità di fare qualsiasi cosa. Se tu inserisci le quattro frecce hai più o meno le stesse facoltà di Dio.
Probabilmente molti dei nostri politici, quando "si" scrivono su misura le leggi, le regole, le norme e i codici, lo fanno tutti riuniti dentro il rimorchio di un TIR che ha le quattro frecce accese.
In questa democrazia di MINCHIONI, se tu sei alla guida e uno davanti a te accende le quattro frecce, finisci per passare da MINCHIONE tu, se non hai capito che quello doveva tirare il freno a mano per inchiodare di colpo e ripartire di scatto in retromarcia.
E sei un MINCHIONE se non ti levi di mezzo per farlo passare e se provochi (TU!) un incidente.
Tra l'altro, TU sei dietro di lui e la colpa, si sa, è sempre di chi sta dietro.
Ma non lo conosci il Codice della Strada?
MINCHIONE!
sabato 7 aprile 2012
Se c'è una cosa che mi fa incazzare... (3)
Non chiedetevi adesso cosa ci fa la foto di Michel Platini in questo post.
Lo saprete se avrete la voglia di seguirmi fino in fondo, nel ragionamento che vi propongo oggi.
Dico solo che ho scelto questa sua foto con la maglia della nazionale francese per non creare idiote, inutili e fuorvianti implicazioni "da tifo calcistico italiano".
Infatti, questo post non si occupa affatto di questioni calcistiche, anche se ci saranno, come vedrete, alcuni esempi che si rifanno al calcio.
E ora cominciamo...
Quando ero piccolo (no... non "mi scherzavano"... almeno non tutti... eh!eh!eh!).
Dicevo...
Quando ero piccolo e mio padre mi portava a vedere le partite della squadra di calcio di cui lui era allenatore, io osservavo quei giocatori che avevano più o meno un'età compresa tra i 20 e i 32 anni, e mi sembravano tutti uomini fatti, grandi. Chissà quanti secoli ci sarebbero voluti, pensavo, per diventare come loro!
Oggi, chi andasse a vedere una partita di calcio con giocatori di un'età compresa tra i 20 e i 38-40 (l'età media a cui si smette di giocare a calcio, nel corso degli ultimi 30 anni è sensibilmente aumentata in tutte le categorie) si ritroverebbe davanti più o meno un gruppazzo di giovanottoni vestiti come adolescenti, con comportamenti talvolta da bambini e con atteggiamenti, in alcuni casi, da neonati.
Spiccherebbe, in mezzo al gruppo, quell'unico giocatore (o al massimo sarebbero due o tre) che avesse comportamenti e atteggiamenti in linea con la sua età anagrafica. E, guarda un po', sembrerebbe un vecchio bacucco, rompiballe e noioso.
Sempre quando ero piccolo, una volta mio padre (ancora lui) e mio zio Silvio (E BASTA RISATE LÀ IN FONDO!!!... Vi assicuro che era tutta un'altra pasta di Silvio!!!) mi portarono all'oliveto di famiglia.
Zio Silvio, uomo di grande saggezza ed esperienza, doveva innestare alcuni olivastri con una certa qualità di olivo. L'operazione di innesto serviva non solo a permettere alle piante di produrre, ma anche a mio padre per imparare la tecnica di innesto.
Durante il lavoro i due cominciarono a parlare delle loro rispettive età. Papà all'epoca aveva una quarantina d'anni. Zio Silvio più o meno ottanta. Papà disse allo zio di avere ORMAI quarant'anni, come se fosse già irrimediabilmente vecchio. E lo zio gli rispose con una risatina, dicendogli che a quarant'anni uno era ancora un ragazzino. Io, che di anni ne avevo sette, pensai che zio Silvio avesse davvero esagerato a dire che mio padre era un ragazzino. Perbacco! Lui era un quarantenne, un uomo "grande", un padre di famiglia con due figli. Figuriamoci! Papà non giocava nemmeno più a pallone (se non nei tornei per amatori), dato che era troppo "vecchio", e infatti era allenatore! Cacchio... aveva quarant'anni!!!
Oggi, un quarantenne medio vuole/vorrebbe dimostrare fisicamente 10 anni di meno... esteticamente (vestiti, accessori, trucco e parrucco) 20 anni di meno... mentalmente 30 anni di meno.
Però!
Oggi un cinquantenne medio vuole/vorrebbe dimostrare fisicamente 20 anni di meno... esteticamente (vestiti, accessori, trucco e parrucco) 30 anni di meno... mentalmente 40 anni di meno.
Oggi alcuni sessantenni (e sono ogni giorno di più) vogliono/vorrebbero dimostrare fisicamente 30 anni di meno... esteticamente (vestiti, accessori, trucco e parrucco) 40 anni di meno... mentalmente 50 anni di meno.
Oggi alcuni settantenni (anche questi sono ogni giorno di più) vogliono/vorrebbero dimostrare fisicamente 40 anni di meno... esteticamente (vestiti, accessori, trucco e parrucco) 50 anni di meno... mentalmente 60 anni di meno.
E così via.
Ecco perché NESSUNO si leva mai fuori dalle palle al momento opportuno.
Ecco perché NESSUNO vuole invecchiare e, soprattutto, ecco perché nessuno SA più invecchiare (nel senso nobile e auspicabile dell'invecchiare).
Ecco perché l'Italia è come un braccio ingessato... con un unico blocco di gesso (o forse di cemento armato) dalla clavicola alle falangette.
Ecco perché oggigiorno più si cresce con l'età e più si rischia di diventare ridicoli, patetici, grotteschi. Anzi, non lo si rischia quasi più, lo si diventa "di default".
E non è solo un problema dei settantenni/ottantenni che si ostinano a restare aggrappati con le unghie (marce) alle poltrone del potere (esseri inguardabili e indecenti, non più umani, per non dire osceni e contro natura).
Il problema è che NESSUNO RIESCE più a passare a qualcun altro il testimone di qualsiasi cosa/attività/ruolo che fa/occupa.
O, meglio, il problema è che NESSUNO VUOLE più passarlo a qualcun altro, quel testimone. A nessun costo e per nessun motivo.
È un problema gravissimo.
Perché il quarantenne calciatore che non vuole cedere al ventenne scalpitante il suo posto da centravanti titolare, sta impedendo a quel ventenne di farsi le ossa al momento giusto. E gli sta impedendo di imparare sul campo le cose che un centravanti deve sapere quando ha un'eta (fisica e mentale, ci auguriamo!) adatta per farlo.
Due o tre anni dopo è già troppo tardi!
E, in più, quel quarantenne si sta precludendo di imparare (all'età giusta) le cose che dovrebbe fare/sapere/essere un quarantenne, cioè uomo teoricamente maturo ed esperto, ma ancora forte e dinamico.
Applicando un discorso simile a tutte le fasce d'età, fino agli ottanta e oltre, si arriva a un'unica possibile soluzione.
Qualche TESTA DI VITELLO (per dirla con Tex Willer), ha infilato nel cervello (o pseudo cervello) degli italioti l'IGNOBILE CAZZATA che, a prescindere dall'età anagrafica, è auspicabile per tutti dimostrare fisicamente un'età compresa tra i 20 e i 30 anni, esteticamente (vestiti, accessori, trucco e parrucco) un'età compresa tra i 15 e i 25, e mentalmente un'età compresa tra i 5 e i 14.
Risultati:
- un Paese paralizzato
- un Paese ignorante e gretto
- un Paese stupido e immaturo
- un Paese cieco e sordo
- un Paese senza identità
- un Paese senza memoria
- un Paese senza visioni e senza sogni
- un Paese senza progetti
- un Paese senza il senso della comunità
- un Paese ridicolo
- un Paese incapace
- un Paese senza un solo leader, ma con un sacco di capi e caporali
- un Paese senza un popolo, ma con un ammasso informe di persone spesso senza personalità.
Devo dire che erano davvero bei tempi quelli in cui Michel Platini si ritirava dal calcio alla "veneranda" età di 32 anni.
Aveva capito (e accettato!) che era ora di smettere e passare la mano, prima di invecchiare male sul campo, diventando l'ombra di se stesso e facendosi scudo solo col suo "buon" nome e i suoi "vecchi, passati, e ammuffiti" meriti sportivi.
E soprattutto aveva capito che era ora di cominciare una nuova vita, fare altre cose, costruire il proprio futuro.
Era il 1987 e quel tipo di atteggiamento nei confronti delle cose e della vita (che peraltro a me pare quello più naturale per esseri che nascono, crescono, invecchiano a muoiono... nessuno escluso!), quell'atteggiamento, dicevo, stava "passando di moda".
Presto sarebbe stato sostituito dal metodo "giovani a tutti i costi, sempre, comunque e nonostante tutto" che tutt'ora è in voga e che ci sta lettereralmente devastando.
E, badate bene... mi sono contenuto assai.
Con un argomento come questo, avrei potuto incazzarmi davvero!
PS: c'è da augurarsi che Platini, oggi presidente dell'U.E.F.A. al suo secondo mandato, capisca quando sarà il momento di farsi da parte anche da questo ruolo.
Lo saprete se avrete la voglia di seguirmi fino in fondo, nel ragionamento che vi propongo oggi.
Dico solo che ho scelto questa sua foto con la maglia della nazionale francese per non creare idiote, inutili e fuorvianti implicazioni "da tifo calcistico italiano".
Infatti, questo post non si occupa affatto di questioni calcistiche, anche se ci saranno, come vedrete, alcuni esempi che si rifanno al calcio.
E ora cominciamo...
Quando ero piccolo (no... non "mi scherzavano"... almeno non tutti... eh!eh!eh!).
Dicevo...
Quando ero piccolo e mio padre mi portava a vedere le partite della squadra di calcio di cui lui era allenatore, io osservavo quei giocatori che avevano più o meno un'età compresa tra i 20 e i 32 anni, e mi sembravano tutti uomini fatti, grandi. Chissà quanti secoli ci sarebbero voluti, pensavo, per diventare come loro!
Oggi, chi andasse a vedere una partita di calcio con giocatori di un'età compresa tra i 20 e i 38-40 (l'età media a cui si smette di giocare a calcio, nel corso degli ultimi 30 anni è sensibilmente aumentata in tutte le categorie) si ritroverebbe davanti più o meno un gruppazzo di giovanottoni vestiti come adolescenti, con comportamenti talvolta da bambini e con atteggiamenti, in alcuni casi, da neonati.
Spiccherebbe, in mezzo al gruppo, quell'unico giocatore (o al massimo sarebbero due o tre) che avesse comportamenti e atteggiamenti in linea con la sua età anagrafica. E, guarda un po', sembrerebbe un vecchio bacucco, rompiballe e noioso.
Sempre quando ero piccolo, una volta mio padre (ancora lui) e mio zio Silvio (E BASTA RISATE LÀ IN FONDO!!!... Vi assicuro che era tutta un'altra pasta di Silvio!!!) mi portarono all'oliveto di famiglia.
Zio Silvio, uomo di grande saggezza ed esperienza, doveva innestare alcuni olivastri con una certa qualità di olivo. L'operazione di innesto serviva non solo a permettere alle piante di produrre, ma anche a mio padre per imparare la tecnica di innesto.
Durante il lavoro i due cominciarono a parlare delle loro rispettive età. Papà all'epoca aveva una quarantina d'anni. Zio Silvio più o meno ottanta. Papà disse allo zio di avere ORMAI quarant'anni, come se fosse già irrimediabilmente vecchio. E lo zio gli rispose con una risatina, dicendogli che a quarant'anni uno era ancora un ragazzino. Io, che di anni ne avevo sette, pensai che zio Silvio avesse davvero esagerato a dire che mio padre era un ragazzino. Perbacco! Lui era un quarantenne, un uomo "grande", un padre di famiglia con due figli. Figuriamoci! Papà non giocava nemmeno più a pallone (se non nei tornei per amatori), dato che era troppo "vecchio", e infatti era allenatore! Cacchio... aveva quarant'anni!!!
Oggi, un quarantenne medio vuole/vorrebbe dimostrare fisicamente 10 anni di meno... esteticamente (vestiti, accessori, trucco e parrucco) 20 anni di meno... mentalmente 30 anni di meno.
Però!
Oggi un cinquantenne medio vuole/vorrebbe dimostrare fisicamente 20 anni di meno... esteticamente (vestiti, accessori, trucco e parrucco) 30 anni di meno... mentalmente 40 anni di meno.
Oggi alcuni sessantenni (e sono ogni giorno di più) vogliono/vorrebbero dimostrare fisicamente 30 anni di meno... esteticamente (vestiti, accessori, trucco e parrucco) 40 anni di meno... mentalmente 50 anni di meno.
Oggi alcuni settantenni (anche questi sono ogni giorno di più) vogliono/vorrebbero dimostrare fisicamente 40 anni di meno... esteticamente (vestiti, accessori, trucco e parrucco) 50 anni di meno... mentalmente 60 anni di meno.
E così via.
Ecco perché NESSUNO si leva mai fuori dalle palle al momento opportuno.
Ecco perché NESSUNO vuole invecchiare e, soprattutto, ecco perché nessuno SA più invecchiare (nel senso nobile e auspicabile dell'invecchiare).
Ecco perché l'Italia è come un braccio ingessato... con un unico blocco di gesso (o forse di cemento armato) dalla clavicola alle falangette.
Ecco perché oggigiorno più si cresce con l'età e più si rischia di diventare ridicoli, patetici, grotteschi. Anzi, non lo si rischia quasi più, lo si diventa "di default".
E non è solo un problema dei settantenni/ottantenni che si ostinano a restare aggrappati con le unghie (marce) alle poltrone del potere (esseri inguardabili e indecenti, non più umani, per non dire osceni e contro natura).
Il problema è che NESSUNO RIESCE più a passare a qualcun altro il testimone di qualsiasi cosa/attività/ruolo che fa/occupa.
O, meglio, il problema è che NESSUNO VUOLE più passarlo a qualcun altro, quel testimone. A nessun costo e per nessun motivo.
È un problema gravissimo.
Perché il quarantenne calciatore che non vuole cedere al ventenne scalpitante il suo posto da centravanti titolare, sta impedendo a quel ventenne di farsi le ossa al momento giusto. E gli sta impedendo di imparare sul campo le cose che un centravanti deve sapere quando ha un'eta (fisica e mentale, ci auguriamo!) adatta per farlo.
Due o tre anni dopo è già troppo tardi!
E, in più, quel quarantenne si sta precludendo di imparare (all'età giusta) le cose che dovrebbe fare/sapere/essere un quarantenne, cioè uomo teoricamente maturo ed esperto, ma ancora forte e dinamico.
Applicando un discorso simile a tutte le fasce d'età, fino agli ottanta e oltre, si arriva a un'unica possibile soluzione.
Qualche TESTA DI VITELLO (per dirla con Tex Willer), ha infilato nel cervello (o pseudo cervello) degli italioti l'IGNOBILE CAZZATA che, a prescindere dall'età anagrafica, è auspicabile per tutti dimostrare fisicamente un'età compresa tra i 20 e i 30 anni, esteticamente (vestiti, accessori, trucco e parrucco) un'età compresa tra i 15 e i 25, e mentalmente un'età compresa tra i 5 e i 14.
Risultati:
- un Paese paralizzato
- un Paese ignorante e gretto
- un Paese stupido e immaturo
- un Paese cieco e sordo
- un Paese senza identità
- un Paese senza memoria
- un Paese senza visioni e senza sogni
- un Paese senza progetti
- un Paese senza il senso della comunità
- un Paese ridicolo
- un Paese incapace
- un Paese senza un solo leader, ma con un sacco di capi e caporali
- un Paese senza un popolo, ma con un ammasso informe di persone spesso senza personalità.
Devo dire che erano davvero bei tempi quelli in cui Michel Platini si ritirava dal calcio alla "veneranda" età di 32 anni.
Aveva capito (e accettato!) che era ora di smettere e passare la mano, prima di invecchiare male sul campo, diventando l'ombra di se stesso e facendosi scudo solo col suo "buon" nome e i suoi "vecchi, passati, e ammuffiti" meriti sportivi.
E soprattutto aveva capito che era ora di cominciare una nuova vita, fare altre cose, costruire il proprio futuro.
Era il 1987 e quel tipo di atteggiamento nei confronti delle cose e della vita (che peraltro a me pare quello più naturale per esseri che nascono, crescono, invecchiano a muoiono... nessuno escluso!), quell'atteggiamento, dicevo, stava "passando di moda".
Presto sarebbe stato sostituito dal metodo "giovani a tutti i costi, sempre, comunque e nonostante tutto" che tutt'ora è in voga e che ci sta lettereralmente devastando.
E, badate bene... mi sono contenuto assai.
Con un argomento come questo, avrei potuto incazzarmi davvero!
PS: c'è da augurarsi che Platini, oggi presidente dell'U.E.F.A. al suo secondo mandato, capisca quando sarà il momento di farsi da parte anche da questo ruolo.
martedì 3 aprile 2012
Se c'è una cosa che mi fa incazzare... (2)
Più INCOMPRENSIBILI di una polizza assicurativa.
Più INUTILI del tasto "mono-stereo" (quando c'è) negli impianti stereo.
Più DANNOSI dell'economia finanziaria.
Più STUPIDI di un tronista.
Più INSPIEGABILI dei "rimborsi" elettorali ai partiti.
Tutti noi, almeno una volta nella vita, ci siamo chiesti perché esistono. Chi li ha inventati. Perché continuano a produrli, nonostante siano una delle cose più CRETINE concepite dal genere umano.
Non assorbono nessuna sostanza umida (acqua, latte, caffé, succo di frutta...).
Non puliscono dallo zucchero a velo che una pasta ti lascia addosso.
Non catturano la marmellata o il cioccolato che ti resta sulle labbra dopo aver addentato un cornetto, ma addirittura te li spargono in faccia. E magari hai pure fretta di rientrare in ufficio e devi perdere altri minuti preziosi andando a sciacquarti al bagno (che, ovviamente, è occupato o guasto).
Sono più impermeabili di un giubbotto della Protezione Civile.
Sono rigidi e sgradevoli al tatto.
A volte hanno perfino un cattivo odore.
Ma ce ne sono a milioni... a miliardi... in tutti i bar.
E continuano a produrli da decenni.
E ci sono aziende che producono anche i porta tovagliolini in plastica o in metallo.
Oggetti dalle forme e dai colori più vari, pensati e realizzati da professionisti che dovranno pur essere pagati (disegnatori, progettisti, operai...).
Oggetti per i quali occorrerà pur spendere qualcosa in materie prime e macchinari.
Sono scettico anche sul fatto che servano per scopi pubblicitari, dato che non mi risulta che nessuno abbia mai aumentato il proprio consumo di una data marca di caffé per il solo fatto di averla vista stampata su uno di questi tovagliolini MINORATI.
Di sicuro, se proprio non vogliono spendere un centesimo per dotare i bar di tovagliolini SENSATI, i baristi farebbero meglio a eliminarli per sempre.
A costo di lasciare i clienti senza tovagliolini.
Tanto non cambierebbe assolutamente niente!
Più INUTILI del tasto "mono-stereo" (quando c'è) negli impianti stereo.
Più DANNOSI dell'economia finanziaria.
Più STUPIDI di un tronista.
Più INSPIEGABILI dei "rimborsi" elettorali ai partiti.
Tutti noi, almeno una volta nella vita, ci siamo chiesti perché esistono. Chi li ha inventati. Perché continuano a produrli, nonostante siano una delle cose più CRETINE concepite dal genere umano.
Non assorbono nessuna sostanza umida (acqua, latte, caffé, succo di frutta...).
Non puliscono dallo zucchero a velo che una pasta ti lascia addosso.
Non catturano la marmellata o il cioccolato che ti resta sulle labbra dopo aver addentato un cornetto, ma addirittura te li spargono in faccia. E magari hai pure fretta di rientrare in ufficio e devi perdere altri minuti preziosi andando a sciacquarti al bagno (che, ovviamente, è occupato o guasto).
Sono più impermeabili di un giubbotto della Protezione Civile.
Sono rigidi e sgradevoli al tatto.
A volte hanno perfino un cattivo odore.
Ma ce ne sono a milioni... a miliardi... in tutti i bar.
E continuano a produrli da decenni.
E ci sono aziende che producono anche i porta tovagliolini in plastica o in metallo.
Oggetti dalle forme e dai colori più vari, pensati e realizzati da professionisti che dovranno pur essere pagati (disegnatori, progettisti, operai...).
Oggetti per i quali occorrerà pur spendere qualcosa in materie prime e macchinari.
Oggetti la cui unica utilità e quella di contenere oggetti inutili (i tovagliolini da bar, appunto!).
MA PERCHÉ?
Di sicuro, se proprio non vogliono spendere un centesimo per dotare i bar di tovagliolini SENSATI, i baristi farebbero meglio a eliminarli per sempre.
A costo di lasciare i clienti senza tovagliolini.
Tanto non cambierebbe assolutamente niente!
venerdì 30 marzo 2012
Se c'è una cosa che mi fa incazzare... (1)
Francamente non ho a disposizione le statistiche delle persone rovinate, devastate o uccise dai propri vizi.
Francamente, però, mi sono rotto le scatole di vedere l'Italia che, mentre sprofonda in una crisi che da almeno quattro anni non fa che peggiorare, dispensa a piene mani (ai suoi cittadini, specie ai più sprovveduti, categoria in abnorme espansione) gratta e vinci, poker on line, casino on line, sale bingo, scommesse di ogni tipo, video poker nei locali pubblici, concorsi, lotterie e altre simili PORCATE che si diffondono più velocemente della peste.
I danni sono (e saranno sempre più) incalcolabili, oltre che ingiustificabili.
Ed è tutta (o quasi) roba legalizzata.
Perfino alle Poste, gli impiegati allo sportello cercano di smerciarti i gratta e vinci.
Francamente non ho la pretesa di fare un'indagine approfondita, che abbia un'elevata valenza scientifica e/o sociale.
Francamente non ho neppure l'interesse di farla, quell'analisi.
Francamente non ho neppure l'interesse di farla, quell'analisi.
Francamente, però, mi sono rotto le scatole di vedere l'Italia che, mentre sprofonda in una crisi che da almeno quattro anni non fa che peggiorare, dispensa a piene mani (ai suoi cittadini, specie ai più sprovveduti, categoria in abnorme espansione) gratta e vinci, poker on line, casino on line, sale bingo, scommesse di ogni tipo, video poker nei locali pubblici, concorsi, lotterie e altre simili PORCATE che si diffondono più velocemente della peste.
I danni sono (e saranno sempre più) incalcolabili, oltre che ingiustificabili.
Ed è tutta (o quasi) roba legalizzata.
Anzi, è tutta roba promossa e caldamente raccomandata dallo Stato, grazie anche alla forza di ingenti investimenti (non solo pubblicitari).
Perfino alle Poste, gli impiegati allo sportello cercano di smerciarti i gratta e vinci.
Francamente non se ne può più.
Ma di chi è la colpa?
Degli allocchi che ogni giorno gettano via i propri soldi per finanziare questa gigantesca truffa (ai loro stessi danni), o di coloro che questa truffa l'hanno ordita?
Io direi che è sia degli uni che degli altri.
So che non servirebbe a niente, ma invece di quelle frasi IPOCRITE e INTOLLERABILI che si sentono alla fine degli spot che invitano tutti noi a gettare via (con coscienza e responsabilità) i nostri ultimi spiccioli di denaro (e di cervello) nelle tasche del biscazziere statale (o privato... o privato a partecipazione statale), e che dicono più o meno CAZZATE di questo tipo
- GIOCA RESPONSABILMENTE
- GIOCA IL GIUSTO
- GIOCA SENZA ESAGERARE
ecco, dicevo... se invece di quelle frasi ci dicessero
- IL GIOCO NUOCE GRAVEMENTE A TE E ALLA TUA FAMIGLIA
- IL GIOCO TI ROVINA LA VITA
- IL GIOCO TI RENDE POVERO
- NON LAMENTARTI DELLE TASSE TROPPO ALTE SE POI TUTTO IL RESTO TE LO SPUTTANI AL GIOCO
- SE NON GIOCHI, MANDERAI IN MALORA UN SACCO DI BASTARDI MAFIOSI E TRUFFATORI CHE, INVECE DI LAVORARE, INGRASSANO CON I TUOI SOLDI
- IL GIOCO E LE DROGHE PESANTI SONO LA STESSA COSA, CON LA DIFFERENZA CHE IL GIOCO TI DÀ MENO SENSI DI COLPA E, PER QUESTO, È PIÙ PERICOLOSO
... non servirebbe a niente, ma almeno avremmo dato a questo IGNOBILE fenomeno il suo vero nome.
È chiaro che ognuno è libero di uccidersi come meglio crede, ma dovrebbe comunque sapere quello che sta facendo.
Tutti sanno che se si puntano una pistola carica alla tempia e tirano il grilletto, molto probabilmente si faranno saltare le cervella e moriranno.
Non tutti, forse, si immaginano che giocare ai video poker nei bar equivale più o meno alla stessa cosa.
Dico "più o meno" perché non tutti quelli che si sparano lasciano debiti ai propri familiari e li mettono nella MERDA, come invece succede a molti video-poker-dipendenti.
IL GIOCO UCCIDE.
DAI, PROVA... VEDRAI CHE BELLO!
martedì 27 marzo 2012
Il nome dello Straniero Senza Nome
Cover dell'albetto Lo Straniero Senza Nome (ed. Ass. Cult. Chine Vaganti, 2005) |
Beh, quel "prossimamente" non è mai arrivato.
Oggi rimedio almeno parzialmente a questa mia mancanza.
Chi sia, cosa sia, come sia nato e dove sia stato pubblicato questo fumetto "in strip" creato da me e da Luca Usai, lo leggerete (se vorrete) nelle righe che seguono.
Prima di cominciare, ho solo due cosette da dire.
L'articolo qui sotto è stato scritto da me qualche anno fa per la rivista ARTrosi, ideata e pubblicata dal bravissimo disegnatore Massimo Dall'Oglio.
Nei suoi oltre 12 anni di vita, Lo Straniero Senza Nome è stato protagonista di numerose mostre, l'ultima delle quali si è tenuta nel luglio 2011 in occasione dell'ottava edizione del festival di cultura popolare Cuncambias, che ogni estate anima le strade del centro storico di San Sperate, un comune in provincia di Cagliari.
Tutti i disegni di questo post sono naturalmente di Luca Usai.
Ecco fatto! Ora possiamo cominciare...
Lo Straniero Senza Nome |
Nel mese di novembre 1999 io e Luca (Usai) andammo alla
Fiera di Roma, per la dodicesima edizione di Expocartoon. Avevamo gli zaini
pieni dei primi numeri di Macchie d’Inchiostro, rivista della
nostra Associazione Culturale (Chine Vaganti), e delle cartelle con i nostri
lavori di aspiranti autori di comics. Regalammo a mezza fiera le riviste, e
facemmo vedere a un sacco di autori e di editori i nostri sogni su carta.
In particolare avevamo un progetto per una serie western
umoristica, ambientata negli anni del Pony Express, da presentare a Il
Giornalino. Il signor Roberto Rinaldi fu molto gentile e osservò con
attenzione gli studi, il dossier presentazione con locations e personaggi, e le
tavole prova di Luca. Ci diede dei piccoli consigli su come migliorare certe
cose, ma nel complesso sembrò che il nostro lavoro gli fosse piaciuto. Poi ci
disse che in quel momento Il Giornalino
aveva una coda molto lunga di lavori in attesa di essere pubblicati, e ci rimandò
a un incontro successivo.
Noi continuammo il nostro giro, e finimmo di fronte allo
stand dell’Eura. Qui trovammo il direttore Editoriale Sergio Loss. Ci concesse
una chiacchierata di fronte alle nostre cartelle. La serie western presentata
al signor Rinaldi gli piacque molto, anche se disse che purtroppo non aveva il
taglio giusto per il target di Skorpio e Lanciostory. E così ci
invitò a creare qualcos’altro, sempre western, ma per un pubblico più
cresciutello. Magari una strip. Poi ci saremmo sentiti e gli avremmo spedito
del materiale di prova, direttamente nella sede dell’Eura, a Roma.
Salutammo Loss e ci incamminammo verso l’uscita della fiera.
Quando arrivammo alla Stazione Termini, la strip per l’Eura era già nata. Una
settimana dopo avevo già scritto 57 strisce. Neanche un mese dopo Luca terminò
di disegnarle. Le spedimmo a Loss a dicembre, complete di dossier di
presentazione. Non ci rispose. A fine marzo gli telefonammo. Ci disse che aveva
ricevuto le strip e che le aveva trovate molto divertenti. Ma momentaneamente,
sia Skorpio che Lanciostory avevano una coda molto lunga di lavori in attesa di
essere pubblicati. Ci saremmo sentiti più in là…
Lo Straniero e la sua "fedele" bara |
Non finirò mai di pagare i miei debiti a Ken
Parker e, in particolare, a Giancarlo Berardi. Mi scuso se quello che
ho appena scritto fa maledettamente il verso alle presentazioni di Berardi su Ken Parker Collection, l’ultima ristampa
di questo meraviglioso personaggio, edita da Panini Comics, ma la tentazione è
stata obiettivamente troppo grande! E l’occasione ghiotta, direi…
Il fatto è che c’è uno sfigato in ogni giovane aspirante
fumettista. E in certi casi, ce n’è anche più di uno. Io e Luca, in due,
tiravamo almeno come otto-dieci sfigati. E ancora oggi non scherziamo.
Ma senza quelle risposte che gentilmente ci sbattevano i
portoni in faccia, diciamoci la verità, Lo Straniero Senza Nome non sarebbe
mai nato. O magari sarebbe nato con un nome (…).
Lo Straniero arriva a Bourbon Town (strip#1) |
Sergio Leone e lo sceriffo appaiono per la prima volta (strip#2) |
Profilo Smith (strip#16) |
E un figlio! Sì, ha voluto perfino un figlio che “non
voleva”.
Vi pare possibile che un terribile pistolero senza nome
possa avere un figlio? Ve lo immaginate il Clint Estwood della trilogia del
dollaro con un figlio appresso? Il fatto è che nel caso del nostro pistolero è
proprio il caso di dire che… meno male che un figlio ce l’ha!
Ma il nostro Straniero è un gran bastardo. Lui ha scelto di
essere il pistolero perfetto. Quello che non potrà mai morire e che
sopravviverà anche a Django (quello vero) e agli uomini senza nome dei film di
Leone. Sì, perché lui è un idiota. Un idiota vero, verace. Un idiota D.O.C. Un
idiota come nessun altro personaggio dei fumetti miei e di Luca è mai stato, o
potrà mai essere. Lui è l’idiota totale, l’idiota perfetto. È l’idiozia. E l’idiozia è come l’erba
cattiva. Non muore mai. Anzi, forse sopravviverà anche quando l’uomo sarà
estinto. Ammesso che non sia già successo…
Citazioni "illustri e raffinate" (strip#34) |
Alcune altre cose le hanno dette Bepi Vigna, Francesco
Artibani e Michele Medda, nelle tre brevi e divertenti presentazioni del volume
che raccoglie le prime 61 strip dello Straniero.
Ma a me e a Luca resta un dubbio. Cosa avranno pensato i
lettori di Fumo di China quando hanno letto le prime 14 strisce dello
Straniero che la loro rivista ha pubblicato tra il 2002 e il 2005?
E soprattutto, se ne saranno accorti?
Anche per questo, nell’estate del 2005, io e Luca ci siamo
decisi a raccogliere in un volumetto formato striscia il materiale dello
Straniero che avevamo prodotto, con il fondamentale supporto dell’Associazione Culturale Chine Vaganti di San Gavino Monreale.
La copertina, lasciatemelo dire, è una vera e propria chicca
firmata da Luca. La veste grafica, invece, è opera di Claudio Fattori e rende
finalmente giustizia a questo personaggio, immortalandolo nell’olimpo dello
spaghetti western.
Il prezzo dell’albetto, in quest’epoca in cui i fumetti
costano come i beni di lusso, è molto contenuto. Appena € 1,50.
Ah, dimenticavo! Lo Straniero Senza Nome ha fatto il bello e il cattivo tempo… ha deciso dove andare, cosa fare e di quali persone circondarsi… ma non mi ha mai rivelato come si chiama!
A proposito, né il signor Rinaldi, né il signor Loss ci
hanno mai più fatto sapere niente.
Lo Straniero Senza Nome, ©
Daniele Mocci (testi) e Luca Usai (disegni).
Edito da Associazione Culturale Chine Vaganti – San Gavino Monreale (VS).
Pagine 72. Formato cm 10x21. Spillato, b/n, copertina a colori. Prezzo € 1,50.
Edito da Associazione Culturale Chine Vaganti – San Gavino Monreale (VS).
Pagine 72. Formato cm 10x21. Spillato, b/n, copertina a colori. Prezzo € 1,50.
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