Il libro è uscito, c’è, esiste,
persiste, consiste e insiste.
Si è manifestato, alfine, in
tutta la sua “cartaceità” nelle librerie e nelle fumetterie italiane.
E per di più, non pago, preme
disperatamente per varcare i confini della penisola.
Anche se ormai non me la ricordo
più tanto bene, proverò a raccontare la storia di questo volume.
Ho conosciuto Alessio De Santa
nel luglio del 2009. Insieme a qualche amico comune, siamo andati a Lucca. All’epoca
abitavo ancora a Milano.
Due fumettisti che vanno a Lucca nel
mese di luglio, fanno un po’ la figura di due bagnanti che vanno a Cesenatico a
fine gennaio. Anche se, lo ammetto, da un sardo come me ci si poteva aspettare
di più come “esempio di località marittima”.
Vabbè, facciamo che quei due non
vanno a Cesenatico. Vanno a Piscinas. Chi non sa dov’è Piscinas, si cerchi
subito una scusa qualunque ed esca da questo blog, perché la cosa equivale grossomodo
a non sapere l’Atto di dolore.
Dicevo che siamo andati a Lucca.
Sì, ma a vedere il concerto della
Dave Matthews Band. Quattro ore di filata, senza un attimo di respiro. Una roba
stratosferica. Bellissimo.
E dopo, giù i bestemmioni dei
ristoratori e dei camerieri lucchesi, quando tutto il pubblico (pagante) si è
riversato nei locali in cerca di cibo e vino, al termine di quell’infinita e
meravigliosa jam session. Sì, bestemmioni. Perché l’una di notte era trascorsa
da un pezzo e quelli se ne volevano andare a letto. Invece gli toccava
ricominciare a lavorare in orario di chiusura.
Ci siamo divertiti, in quel mini
tour lucchese.
E ci siamo, appunto conosciuti.
Sceneggiatura Tavola 3 - Storia 5 |
L’anno dopo (2010), Alessio mi
coinvolge in una sua idea.
Vuole fare un libro a fumetti che
parla di principesse. Qualcosa di non canonico. Qualcosa che stravolga le
normali direttrici della fiaba. Qualcosa che si posizioni di traverso, tra il
fumetto e la narrativa.
Ha già dei soggetti brevi, o
meglio, delle bozze di soggetto. Mi chiede di leggerli.
Li leggo e cominciamo a lavorarci.
Metto mano a quei soggetti e
cerco di dargli una struttura più compiuta, perché, appunto, sono appena
abbozzati. Ma sono abbozzati bene.
Ale comincia ad avere paura di
me, perché io sono metodico e strutturo il mio lavoro con eccesso di puntiglio.
È il mio modo di entrare in un progetto. Lo devo conoscere e respirare in
pieno. Lo devo quasi radiografare. Anche se poi, in seguito, avrò bisogno di
destrutturarlo.
Ale invece no. È più disordinato
di me nella fase di approccio e, quindi, soffre il mio metodo.
Scoprirò solo dopo, quanto anche
lui sia pignolo e maniacale in fase di confezione del lavoro. Perfino più di me
(con le inevitabili discussioni che accompagnano queste benedette/maledette
diversità tra noi esseri umani).
Impostazione griglia Tavola 3 - Storia 5 |
Dopo un po’ di lavoro, ci
ritroviamo con sette soggetti, di cui due ispirati (liberamente) a storie già
esistenti. Facciamo un po’ di conti e decidiamo che ci manca ancora un
soggetto.
Lo scrivo io e lo intitolo La principessa capovolta.
Prepariamo un progetto vagamente
editoriale per il nostro libro. Ale fa un po’ di disegni per cercare di
individuare lo stile che potrebbe adottare (il volume, in questa fase, è ancora su una dimensione molto ipotetica e iperuranica).
Già dai primi schizzi si intuisce la potenza comunicativa di Alessio: una bomba!
Già dai primi schizzi si intuisce la potenza comunicativa di Alessio: una bomba!
Io butto giù alcune tavole di
sceneggiatura tratte da un paio di soggetti. Lui ne disegna due o tre.
La brava Alida Ruggeri fa qualche
colorazione di prova.
E intanto è già tempo di tornare
a Lucca, stavolta nella stagione appropriata per due fumettisti (seppur
scalcagnati) come noi.
A ottobre 2010 portiamo il nostro
book nella meravigliosa città toscana. Il titolo della proposta vagamente
editoriale è La principessa che amava i
film horror (e altre storie di principesse).
Alessio ha preferito questo
titolo (tratto da una delle otto storie del progetto), rispetto a quello
proposto da me, cioè proprio quel La
principessa capovolta che avevo scelto come titolo del mio soggetto, l’ultimo
degli otto, quello della storia che avrebbe chiuso il libro.
Matite Tavola 3 - Storia 5 |
Mi piaceva La principessa capovolta perché parlava di tutto il libro, anche
delle altre sette storie scaturite dai “pre soggetti” di Alessio e che io
avevo fatto miei, ammaliato come sempre dalle narrazioni un po’ “storte”, folli
e surreali. Un po’ ironiche, umoristiche e sarcastiche.
Mi piaceva La principessa capovolta perché io e Ale stavamo capovolgendo le
fiabe, la loro struttura classica, i loro personaggi, i loro luoghi comuni.
Prendevamo tutto questo e lo
mettevamo in relazione con le dinamiche relazionali e psicologiche della realtà,
cioè molto più plausibili rispetto a quelle in cui, di solito, si muovono gli “attori”
di una fiaba.
Era tutto finto, ma anche tutto
vero. Ed era questo capovolgimento che avrei voluto sottolineare.
Secondo me funzionava alla
grande.
Ma l’idea originaria del progetto era di
Alessio e mi sembrava brutto insistere. Per cui lui scelse il titolo di un’altra
delle otto storie, presumo quello che gli piaceva di più e che gli
suonava meglio in testa, anche in vista di una (molto improbabile, a quell’epoca)
pubblicazione.
Colore Tavola 3 - Storia 5 |
Arriviamo con il nostro book all’incontro
con gli editori, a cui ci siamo iscritti durante le nostre evoluzioni lucchesi,
tra padiglioni multicolori, autori, cataste di carta imbrattata di vignette e cosplayer.
Massimiliano Clemente di Tunué - Editori dell'immaginario ha
ritenuto opportuno vederci e sentirci, dopo aver notato il nostro book tra i
tanti in lista d’attesa.
Incontriamo Massimiliano. Lui è
di poche parole. Ci studia mentre sfoglia il book. Dice che questo va bene, che
quello va sistemato. Secondo lui quello è un libro per ragazzi, molto di più di
quanto io e Alessio (qui in perfetto accordo) vorremmo. Ci dice, con una
naturalezza disarmante, che gli andrebbe bene per la collana Tipitondi. E,
vedendo che né io ne Alessio sappiamo di cosa sta parlando, ci invita con il
massimo garbo, a fare un salto allo stand Tunué per dare un’occhiata “dal vivo”
ai primi titoli di quella collana.
Io e Alessio ci congediamo e
lasciamo Massimiliano al suo lavoro.
Tanti altri fumettisti con tanti
altri book sotto braccio sono in fila.
- Ma ci ha preso, secondo te?
- Boh! A me sembra di sì, ma non
è che l’ho capito bene…
Tavola 3 - Storia 5 completa di lettering |
Quasi “a nostra insaputa”, da
quel momento siamo autori Tunué.
Per questioni di lavoro, Alida non può più proseguire e, a quel punto, “appare” Elena Grigoli.
Elena è una disegnatrice e
colorista che però ama anche scrivere. Quando entra nello “staff delle
principesse”, io l’ho appena conosciuta "via mail". Il mio amico Luca Usai, complice della
mia crescita fumettistica come io della sua, a causa dei suoi impegni in Disney
per Topolino e altre testate non
riesce più a tenere il passo nella realizzazione delle storie del nostro personaggio Super Pro. E così passa la palla a Elena.
Io, che non la conosco
personalmente, imparo subito ad apprezzarne la gentilezza, la delicatezza, ma
anche la eccezionale arguzia che, insieme alla conoscenza del “mezzo”, ne fa
una professionista formidabile. E poi lei “fa” i pupazzi… li costruisce con le
sue mani. È davvero un portento! L’unica cosa che mi secca è che fino a oggi (maggio
2014) non l’ho ancora incontrata “di persona”, eppure sono quattro anni che ci
lavoro.
Cercheremo di rimediare a Lucca (ancora
una volta Lucca!) nel prossimo autunno.
E comunque…
La principessa capovolta e il suo principe di Pancetta |
Torno da Lucca Comics 2010 in Sardegna
(ho lasciato Milano proprio all’inizio di quel 2010, per riapprodare nella mia
bella isola), e comincio a sceneggiare il libro.
È un lavoro lungo, anche se sono “solo”
otto storie di 12 pagine ciascuna.
È lungo perché tra una storia e l’altra
ci passa tanto tempo.
È lungo perché io e Alessio
abbiamo una serie di differenze “esteriori” che potrebbero scatenare, se lasciate
andare libere, vere e proprie guerre mondiali. Nel nostro caso, per fortuna, si
limitano a discussioni interminabili su Skype. Lui da Milano, io da Cagliari.
Ma scopriamo di avere anche delle
sorprendenti tangenze interiori. Sono quelle che poi salvano tutto, impediscono
lo scatenarsi delle guerre e, soprattutto, ci permettono di produrre dei
fumetti che tutto sommato hanno il loro perché (almeno così ci sembra).
Io sceneggio. Discutiamo. Cambiamo
una battuta, una gag. Modifichiamo la dinamica narrativa di una tavola. Ritocchiamo
il finale di una storia.
Insomma, da questo punto di vista
non facciamo niente di diverso rispetto a un “normale” sceneggiatore e a un “normale”
disegnatore di fumetti che lavorano insieme.
Quando la sceneggiatura ci
sembra finita, io stesso traccio a mano le griglie delle tavole e gliele
mando.
Ale fa le matite. Di nuovo le
discutiamo insieme e se c’è da fare qualche modifica, la si fa.
Poi lui le prepara per Elena. E
spetta proprio a Elena dare vita alle nostre principesse, con i suoi colori.
Nelle storie di principesse prima o poi c'è sempre un drago... |
Il libro contiene una quantità infinita
di rimandi, citazioni, riferimenti, allusioni… a cose di tutti i tipi…
letteratura, musica, vita di tutti i giorni. Alessio è un vulcano in eruzione e
vorrebbe citare tutti i film, tutti i romanzi, tutte le poesie e tutti i saggi
della storia dell’umanità. Ma anch’io a volte non scherzo. Ci metto
perfino alcune piccole cose che solo un sardo può cogliere, perché fanno parte
del suo patrimonio linguistico e culturale. Ma comunque quelle stesse cose,
anche se non “coglibili” da un non sardo, restano sensate e
comprensibili per chiunque!
Poi, tra una storia e l’altra, c’è
quella che abbiamo chiamato “vicenda di collegamento”. Una storiella fatta di gag che
intervallano le otto storie principali, con micro vicende “senza parole”.
La “vicenda di collegamento”
conta 18 tavole in tutto. Per realizzarle abbiamo seguito un processo diverso
dal grosso del libro: da un mio spunto iniziale, Alessio ha proposto alcune
situazioni specifiche che abbiamo soltanto discusso a voce. Lui poi le ha
disegnate direttamente sul foglio, senza basarsi su una sceneggiatura scritta.
Il libro è di Alessio, perché l’idea di base è sua. L’individuazione
della maggior parte dei territori narrativi da cui attingere è sua. I disegni,
così freschi, efficaci e “potenti” sono suoi.
È mio, perché quel modo di raccontare in sceneggiatura e
di costruire le situazioni appartiene a me. È mio, perché certi argomenti e
certi meccanismi fanno parte da sempre dei miei interessi di narratore.
È di Elena perché senza la sua visione del colore, questo sarebbe
completamente e assolutamente un altro libro. E io non voglio affatto che sia
un altro libro!
Mi sono divertito a scrivere
queste storie.
A volte mi sono stancato.
È capitato perfino che mi venisse
qualche dubbio sul fatto che prima o poi saremmo davvero riusciti a portare a
termine il lavoro.
E invece eccoci qui, quattro anni
dopo aver cominciato.
Il libro è bello (come direbbe
Antonio Razzi).
E non lo dico per vantare me o i
miei compagni di avventura.
È bello perché chiunque lo apra
non può fare a meno di sorridere, anche prima di leggerne una sola pagina.
È così per i grandi e per i
bambini.
E questo mi basta.
La principessa che amava i film
horror
e altre storie di principesse
Daniele Mocci (testi)
Elena Grigoli (colori)
Tipitondi – Tunuè, Italia, 2014
Acquistalo su Amazon
Seguici su facebook