Un buon obiettivo per chi lavora con i bambini e con i ragazzi sarebbe quello di ragionare sul fatto che non è rilevante che la storia possa/debba piacere o meno a qualcuno. La storia è indispensabile per l'umanità nel suo complesso e per ciascun singolo essere umano. Stesso dicasi per la memoria (anche se storia e memoria, per quanto strettamente correlate, non sono la stessa cosa).
Senza storia e senza memoria perderemmo l'umanità.
E invece siamo lì a dire "la storia mi piace" o "la storia non mi piace", come se fossimo di fronte a una vetrina di pantaloni o di scarpe. Questo succede soprattutto ai più giovani, anche perché gli adulti ci sono già passati e, almeno nelle ultime generazioni, hanno scelto il "non mi piace". Poi da lì sono partiti per eliminare storia e memoria prima ancora di affrontarle. Il passo successivo è la inevitabile trasmissione ai figli di questo atteggiamento superficiale e menefreghista.
Quando minimizziamo l'importanza della storia e della memoria, minimizziamo noi stessi. Ci squalifichiamo come individui e come specie. Contribuiamo ad accelerare quella involuzione terribile che abbiamo innescato da qualche decennio e che non riusciamo a vedere per via delle meraviglie tecnologiche di cui ci siamo circondati. Meraviglie che ci fanno sentire giovani, moderni, aggiornati, al passo con i tempi, ecc. Purtroppo il tasso di tecnologia non corrisponde affatto al tasso di umanità. Perché l'uomo non è solo quello che inventa e che produce.
Bisogna vedere cosa resta di umano dopo ogni svolta tecnologica, dopo ogni invenzione, dopo ogni prodotto realizzato e consumato.
Capisco anche (e molto bene) che a un bambino o a un adolescente la storia possa non piacere. Ma questo, con buona pazienza di tutti, non importa. Non è rilevante.
La storia non ci deve piacere (non per forza, almeno!). E noi dobbiamo imparare che non tutto quello che ci serve per vivere, per crescere e per essere individui migliori deve per forza essere un divertimento, un gioco o una cosa piacevole.
Tuttavia capisco (e so) che, se i ragazzi si limitano al "non mi piace" per trovare la scusa del loro disinteresse, la responsabilità è di chi - tutti i giorni - ha la possibilità (e magari il compito/dovere) di spiegargli che storia e memoria non sono prodotti di consumo acquistabili in un distributore automatico: genitori, insegnanti, formatori ed educatori di vario genere e livello. E, ancora più a monte, parlamentari e ministri.
Senza dimenticare poi quei finti politici che, pur di grattare qualche votarello in più dalla pancia (o dall'intestino) degli elettori, la storia la falsificano, la nascondono e la calpestano.
Il giorno che capiremo tutti quanti che un'affermazione come "non mi piace la storia e quindi non la studio", ha grossomodo lo stesso valore di "non mi piace fare la pipì e quindi non piscio", cominceremo a ritrovare la strada che abbiamo perso.
Prima di studiare la storia nei libri, occorre riconoscerla e prendersene cura come una delle cose più preziose che il genere umano possa avere. In tutte le epoche e a tutte le latitudini.
Proprio come la memoria.
se fossi un'automobile...
... sarei una FIAT 850. Ve la ricordate?
venerdì 31 gennaio 2020
martedì 26 novembre 2019
L'ultimo giorno di primavera - il mio nuovo romanzo!
A chi oggi compie dieci anni.
A chi li compirà domani.
A chi li ha compiuti quarant’anni fa
e li ricorda bene.
A chi se li è dimenticati.
Ma anche a chi ha un figlio o una figlia di dieci anni.
Più che un romanzo PER l’infanzia,
questo è un romanzo SULL’infanzia.
Ci sono libri che nascono per segmenti di lettori molto specifici e definiti (età, sesso, gusti, ecc.).
Questo è un libro ibrido. I target qui non c'entrano. C'entra semmai l'infanzia. E l'infanzia non è un periodo della nostra vita che ci interessa nel solo momento in cui la viviamo.
L'infanzia è sempre lì. È con noi, al nostro fianco. Davanti o dietro di noi. Sopra o sotto. Dentro o fuori.
Anche quando ce la siamo dimenticata o pensiamo di averla superata per sempre, è presente come un'assenza. E può suscitare sentimenti di nostalgia, malinconia, rimpianto, dolore, gioia o felicità. Sentimenti che ci portiamo appresso per tutta la vita.
L'infanzia è in noi stessi e negli altri, a prescindere che si parli di bambini o di adulti.
L'infanzia è nel mondo.
L'infanzia riguarda il genere umano, non uno specifico target fissato a tavolino da un ufficio marketing di un'agenzia letteraria o di una casa editrice.
Mi è sempre suonato strano che un libro che parla di bambini o che ha uno o più bambini come protagonisti debba per forza essere rivolto solo a un pubblico di bambini. Anzi, mi è sempre sembrato folle!
Ecco... con L'ultimo giorno di primavera vorrei che anche gli adulti possano leggere una storia che parla non tanto e non solo A un bambino, ma DI un bambino e del suo mondo. Soprattutto del suo mondo interiore.
E lo fa con un'avventura che, come le favole, può essere letta da persone di tutte le età.
Due parole sulla storia.
Come per effetto di una bizzarra maledizione, anno dopo anno sempre più persone si convincono che Lorenzo compia gli anni il 21 giugno anziché il 20, l’ultimo giorno di primavera. Quando manca solo un giorno al suo decimo compleanno, la faccenda si complica. Dietro quella data sbagliata c’è molto più di quanto Lorenzo abbia mai immaginato. Solo lui potrà scoprirlo, se avrà il coraggio di affrontare le prime vere sfide della sua vita.
Titolo: L'ultimo giorno di primavera
Autore: Daniele Mocci
Editore: Condaghes
Pagine: 208
Data di uscita: novembre 2019
Prezzo: € 12,00 (edizione cartacea) - € 3,99 (ebook)
Dimensioni: cm 15x21
Illustrazione di copertina: Luca Usai
Click QUI per accedere alla scheda del libro sul sito web dell'editore (condaghes.it)
mercoledì 30 ottobre 2019
Asterix compie 60 anni. Auguri, piccolo grande gallo!
Asterix – che si legge ASTERÌX
(con l'accento sull'ultima sillaba) e non ÀSTERIX (con l'accento sulla prima) –
compie 60 anni. E oltre a essere uno dei giganti del fumetto mondiale – ideato,
scritto e disegnato da due fuoriclasse assoluti come René Goscinny e Albert
Uderzo – è anche uno dei simboli della Francia. Proprio come Corto Maltese,
capolavoro di quel genio italiano di Hugo Pratt, che i francesi (anche quelli
che non sono malati di fumetto) hanno accolto come se fosse un loro figlio.
Intanto, mentre le menti italiane
più lungimiranti fanno una fatica da cani a riconoscere il valore di moltissimi
progetti e lavori a fumetti made in Italy e dei relativi autori (a meno che
questi non abbiano già fatto il botto fuori dall'Italia), noi
comuni mortali ci perdiamo in inutili, interminabili e ridicoli sofismi sui
cinecomic e sui team-up tra personaggi italiani e americani.
Faremmo molto meglio a leggere i
fumetti. A conoscerli davvero e a promuoverne la lettura, con iniziative decenti
e intelligenti. Faremmo molto meglio a curarci dell'inestimabile patrimonio di
autori e personaggi che ancora abbiamo in Italia. Faremmo molto meglio a
riconoscere e valorizzare la bravura, anche quando questa non ha un nome
roboante e impossibile da ignorare perché già famoso e riconosciuto (a molti di
noi piace vincere facile, ammettiamolo!).
Poi, prima di accostare i fumetti
alle cose più scadenti, abiette, ignoranti, puerili e meschine – come fanno
continuamente tanti pseudo politici e pseudo intellettuali italiani – faremmo
molto meglio ad accendere il nostro cervello (ammesso di avercelo ancora).
E comunque, Asterìx (con
l'accento sull'ultima sillaba), non è uno di quei classici luoghi comuni del
campanilismo francese. E i francesi hanno tutte le ragioni del mondo per
vantarsi del fatto che Asterix sia nato nella loro terra. Perché Asterix
(sempre con l'accento sull'ultima sillaba) è davvero una meraviglia.
P.S. (1): anche Obelix si legge
OBELÌX (con l'accento sull'ultima sillaba) e non ÒBELIX (con l'accento sulla
prima).
P.S. (2): cliccate QUI per
leggere il bell'articolo che Alberto Brambilla ha dedicato ai 60 anni di
Asterix sul sito Fumettologica.
martedì 30 luglio 2019
Di letture Corte (e sconte) o Lunghe (e arcane)
Il discorso su Corto Maltese è molto più lungo di quanto non lasci intendere il suo nome. Soprattutto il discorso che riguarda me in rapporto con lui.
Quando acquistai l'edizione di "Corte Sconta detta Arcana" che vedete nelle foto (BUR, 1991), era l'inizio del 1997. Avevo cominciato a leggere le storie di Corto circa cinque anni prima (ci sono arrivato un po' lungo, per continuare a giocarci su!).
Non avendo grosse disponibilità e neppure amici che avessero i suoi libri da prestarmi (o almeno qualche copia delle riviste in cui uscivano le sue storie), ho dovuto recuperarmi tutto da solo, pian pianino, a cominciare dalle storie brevi, per poi arrivare alla ballata più celebre (e più salata) del fumetto mondiale.
Corte Sconta fu dunque la mia seconda storia lunga di Corto (arridaje!). Un romanzo bellissimo e difficile. Straniante e ipnotico. Tanto storico, quanto fantasioso. Rigorosissimo, nella sua incredibile credibilità. Ancora oggi è un romanzo a fumetti che bisogna leggere con una disposizione d'animo particolare per riuscire a godere, almeno in parte, delle sue magie, dei suoi segreti e delle sue profondità.
È una lettura che mi fa perdere in altri dove e in altri quando.
Come tante storie di Hugo Pratt, che aveva questa incredibile capacità anche quando la sua narrazione si faceva più ostica e dava l'impressione di spingersi ben al di là delle capacità del lettore medio di stargli dietro. A me quella sensazione è capitata più volte leggendo Pratt. Ma, nonostante tutto, mi è impossibile staccarmi, una volta che sono salito con lui in carrozza.
Corte Sconta è così. Ed è meravigliosa, perché ti costringe a essere più attento di quello che sei di solito. Più intelligente. Più disponibile all'esplorazione, in primo luogo di te stesso. Leggere Corte Sconta è mettersi alla prova. Sfidare se stessi. Puntare al livello successivo, superiore.
Insomma, Corte Sconta, per me, è un po' il paradigma di quello che la lettura dovrebbe essere in generale: un sistema per "giocare al rilancio" con se stessi e con le proprie capacità intellettivo/cognitive. Anche a rischio di non capirci niente, di riprovarci mille volte, di sbatterci la testa in maniera quasi disperata, fino a trovare la chiave.
Esattamente il contrario di come la intendiamo fin troppo spesso, quando abbassiamo l'asticella per trovare il libro, la rivista o comunque qualcosa da leggere che scenda al nostro livello e ci lisci il pelo, rassicurandoci del fatto che siamo in condizione di capire tutto quello che stiamo leggendo.
Non dovremmo spaventarci troppo quando ci capita di leggere qualcosa che ci pare al di là delle nostre possibilità. E non dovremmo spaventarci neppure se i nostri figli sembrano scoraggiarsi di fronte a qualcosa di simile. La soluzione non è quella di scegliere testi di livello inferiore. La soluzione è stimolare il nostro cervello perché possa arrivare a cogliere quello che oggi non è ancora in grado di cogliere.
Noi non abbiamo idea di quante cose ci perdiamo per questo motivo. E non solo nei libri, nei fumetti e, più in generale, nelle nostre letture. Corte (e sconte) o lunghe (e arcane) che siano.
lunedì 21 gennaio 2019
Nasce Fumé, la nuova scuola cagliaritana di fumetto
Si chiama Fumé.
È una NUOVA SCUOLA DI FUMETTO.
La sua sede è l'EXMA di Cagliari.
Il corpo decente è formato da Massimo Dall'Oglio (anche direttore didattico), Bruno Olivieri, Guido Masala, Daniela Orrù, Daniela Serri, Daniele Mocci, Andrea Pau e Sara Dal Cortivo. Tutti autori di fumetto professionisti. Tutti con una notevole esperienza di docenze in scuole, corsi e laboratori di fumetto. Oltre a costoro, ci sarà anche il graphic designer Attilio Baghino.
Naturalmente io insegnerò sceneggiatura.
SONO APERTE LE ISCRIZIONI per il primo corso adulti (dai 16 anni in su), che comincerà a febbraio 2019.
Per informazioni, telefonate al numero 351 955 69 16 (dalle 16.00 alle 19.00) e visitate il sito web della scuola scuolafume.wordpress.com
È una NUOVA SCUOLA DI FUMETTO.
La sua sede è l'EXMA di Cagliari.
Il corpo decente è formato da Massimo Dall'Oglio (anche direttore didattico), Bruno Olivieri, Guido Masala, Daniela Orrù, Daniela Serri, Daniele Mocci, Andrea Pau e Sara Dal Cortivo. Tutti autori di fumetto professionisti. Tutti con una notevole esperienza di docenze in scuole, corsi e laboratori di fumetto. Oltre a costoro, ci sarà anche il graphic designer Attilio Baghino.
Naturalmente io insegnerò sceneggiatura.
SONO APERTE LE ISCRIZIONI per il primo corso adulti (dai 16 anni in su), che comincerà a febbraio 2019.
Per informazioni, telefonate al numero 351 955 69 16 (dalle 16.00 alle 19.00) e visitate il sito web della scuola scuolafume.wordpress.com
lunedì 15 gennaio 2018
Il T3rzo Piano - romanzo di Andrea Pau
Nessuna recensione, come mio costume.
Solo una piccola riflessione su questa fatica letteraria del mio amico e collega Andrea Pau.
Il T3rzo Piano è un romanzo uscito il 7 dicembre 2017 per DANA, un marchio di RW Edizioni (Novara).
La storia, ambientata in un futuro non troppo lontano, narra le vicende di Marc Milazzo, ventinovenne poco brillante che si ritrova a vestire i panni di uno dei tre personaggi dello show televisivo più seguito della storia, Il T3rzo Piano, appunto.
Lo spettacolo va in onda due volte alla settimana e ogni puntata è uguale a se stessa. La leva di interesse sul pubblico sta nel fatto che Tiero, uno dei tre personaggi, al termine di ogni puntata viene sottoposto al giudizio del "fato". Quando la vicenda giunge al suo culmine, infatti, Tiero si ritrova faccia a faccia con la pistola maneggiata dal suo "rivale" Teo. Nel tamburo dell'arma c'è soltanto una pallottola su sei, e la vita di Tiero è appesa al giudizio di questa crudele roulette russa legalizzata e trasmessa in diretta tv e web. Naturalmente Marc Milazzo interpreta Tiero.
Le dinamiche socio-politiche degli Stati Uniti d'Europa che Andrea Pau immagina nel romanzo, ci riportano per molti versi ai fantasmi evocati dai grandi romanzi "fantasociologici" del Novecento, a cui, come ben sappiamo, ha fatto seguito una vastissima produzione letteraria e cinematografica. Per cui non c'è bisogno che mi attardi a descriverle.
Andrea, tuttavia, è molto bravo a darne una sua personale visione/versione con l'aggiunta di alcuni spunti inediti che arrivano dalla sua sensibilità e dalla sua genuina capacità di narratore.
Per quanto mi riguarda, l'aspetto più interessante de Il T3rzo Piano, è la situazione di blocco fisico e mentale in cui mi sono ritrovato di fronte all'inevitabilità di una vita reale letteralmente sequestrata da un sistema di comunicazione sempre più simile a un pavimento di sabbie mobili. Un terreno nel quale se qualcuno per scelta o per sbaglio dovesse poggiare solo la punta di un piede, finirebbe per rimanere prigioniero e per ritrovarsi immerso fino al collo nel giro di pochi attimi.
In quelle sabbie mobili, legalità e illegalità si sono confuse, mischiate, disciolte come aspirine scadute in un bicchiere d'acqua torbida.
In quelle sabbie mobili è impossibile stabilire quale sia la cosa giusta da fare o da non fare. Da dire o da non dire.
In quelle sabbie mobili, tra la realtà e la rappresentazione della realtà non c'è più nessuna differenza.
E allora come ci dobbiamo porre noi di fronte a questo genere di società?
Ma soprattutto, c'è bisogno che noi ci carichiamo di una simile questione?
La mia risposta è sì, ce n'è bisogno.
Perché una volta che il lettore ha terminato questo romanzo e si ritrova con il libro chiuso tra le mani, la paura di essere esattamente come Marc-Tiero è tanta.
E la sensazione di vivere in un mondo che è già così come lo descrive Andrea Pau ne Il T3erzo Piano è ancora più forte.
Ecco il motivo per cui mi sono messo a scrivere questo post.
N.B. & P.S.
L'intero contenuto di questo post è roba mia. È farina del mio sacco. È il risultato di una mia lettura del romanzo in oggetto. È la conseguenza di una mia libera e personale interpretazione di quella stessa lettura.
Prego pertanto chi avesse l'idea di copiare e incollare da qualche altra parte quello che ho scritto io qui (che sia per intero o che si tratti di uno o più frammenti) di:
1) accendere il cervello prima di procedere
2) accertarsi che, dopo l'accensione, il cervello sia regolarmente funzionante
3) curarsi quantomeno di copiare correttamente quello che intende copiare
4) citare con precisione e con cognizione di causa l'autore di quei pensieri (cioè il sottoscritto, cioè Daniele Mocci) e l'indirizzo web del blog dal quale la copiatura è stata fatta (cioè questo blog, cioè danielemocci.blogspot.it).
Grazie.
Il T3rzo Piano
Autore: Andrea Pau
Disegno di copertina e illustrazioni interne: Sualzo (Antonio Vincenti)
Editrice: DANA (RW Edizioni, Novara)
Anno: 2017
Prezzo: € 16,90
Solo una piccola riflessione su questa fatica letteraria del mio amico e collega Andrea Pau.
Il T3rzo Piano è un romanzo uscito il 7 dicembre 2017 per DANA, un marchio di RW Edizioni (Novara).
La storia, ambientata in un futuro non troppo lontano, narra le vicende di Marc Milazzo, ventinovenne poco brillante che si ritrova a vestire i panni di uno dei tre personaggi dello show televisivo più seguito della storia, Il T3rzo Piano, appunto.
Lo spettacolo va in onda due volte alla settimana e ogni puntata è uguale a se stessa. La leva di interesse sul pubblico sta nel fatto che Tiero, uno dei tre personaggi, al termine di ogni puntata viene sottoposto al giudizio del "fato". Quando la vicenda giunge al suo culmine, infatti, Tiero si ritrova faccia a faccia con la pistola maneggiata dal suo "rivale" Teo. Nel tamburo dell'arma c'è soltanto una pallottola su sei, e la vita di Tiero è appesa al giudizio di questa crudele roulette russa legalizzata e trasmessa in diretta tv e web. Naturalmente Marc Milazzo interpreta Tiero.
Le dinamiche socio-politiche degli Stati Uniti d'Europa che Andrea Pau immagina nel romanzo, ci riportano per molti versi ai fantasmi evocati dai grandi romanzi "fantasociologici" del Novecento, a cui, come ben sappiamo, ha fatto seguito una vastissima produzione letteraria e cinematografica. Per cui non c'è bisogno che mi attardi a descriverle.
Andrea, tuttavia, è molto bravo a darne una sua personale visione/versione con l'aggiunta di alcuni spunti inediti che arrivano dalla sua sensibilità e dalla sua genuina capacità di narratore.
Per quanto mi riguarda, l'aspetto più interessante de Il T3rzo Piano, è la situazione di blocco fisico e mentale in cui mi sono ritrovato di fronte all'inevitabilità di una vita reale letteralmente sequestrata da un sistema di comunicazione sempre più simile a un pavimento di sabbie mobili. Un terreno nel quale se qualcuno per scelta o per sbaglio dovesse poggiare solo la punta di un piede, finirebbe per rimanere prigioniero e per ritrovarsi immerso fino al collo nel giro di pochi attimi.
In quelle sabbie mobili, legalità e illegalità si sono confuse, mischiate, disciolte come aspirine scadute in un bicchiere d'acqua torbida.
In quelle sabbie mobili è impossibile stabilire quale sia la cosa giusta da fare o da non fare. Da dire o da non dire.
In quelle sabbie mobili, tra la realtà e la rappresentazione della realtà non c'è più nessuna differenza.
E allora come ci dobbiamo porre noi di fronte a questo genere di società?
Ma soprattutto, c'è bisogno che noi ci carichiamo di una simile questione?
La mia risposta è sì, ce n'è bisogno.
Perché una volta che il lettore ha terminato questo romanzo e si ritrova con il libro chiuso tra le mani, la paura di essere esattamente come Marc-Tiero è tanta.
E la sensazione di vivere in un mondo che è già così come lo descrive Andrea Pau ne Il T3erzo Piano è ancora più forte.
Ecco il motivo per cui mi sono messo a scrivere questo post.
N.B. & P.S.
L'intero contenuto di questo post è roba mia. È farina del mio sacco. È il risultato di una mia lettura del romanzo in oggetto. È la conseguenza di una mia libera e personale interpretazione di quella stessa lettura.
Prego pertanto chi avesse l'idea di copiare e incollare da qualche altra parte quello che ho scritto io qui (che sia per intero o che si tratti di uno o più frammenti) di:
1) accendere il cervello prima di procedere
2) accertarsi che, dopo l'accensione, il cervello sia regolarmente funzionante
3) curarsi quantomeno di copiare correttamente quello che intende copiare
4) citare con precisione e con cognizione di causa l'autore di quei pensieri (cioè il sottoscritto, cioè Daniele Mocci) e l'indirizzo web del blog dal quale la copiatura è stata fatta (cioè questo blog, cioè danielemocci.blogspot.it).
Grazie.
Il T3rzo Piano
Autore: Andrea Pau
Disegno di copertina e illustrazioni interne: Sualzo (Antonio Vincenti)
Editrice: DANA (RW Edizioni, Novara)
Anno: 2017
Prezzo: € 16,90
lunedì 6 novembre 2017
Conto alla rovescia per il ventennale dell'Associazione Culturale Chine Vaganti
Mancano ormai pochissimi giorni alla grande festa per i primi VENT'ANNI di attività dell’Associazione
Culturale Chine Vaganti.
Venerdì 10
novembre 2017 il sodalizio di fumettisti, narratori e illustratori celebra il suo VENTENNALE a San Gavino Monreale, comune del Medio Campidano (Sardegna) nel quale è stata fondata nel 1997
con gli obiettivi dello studio, della diffusione e della produzione di fumetti.
La manifestazione, di carattere
squisitamente artistico, culturale e conviviale, è libera e gratuita.
Durante la mattinata si
svolgeranno le attività riservate agli alunni delle scuole di San Gavino
Monreale, mentre nel pomeriggio/sera le iniziative saranno aperte a tutti:
amici, appassionati e curiosi di tutte le età e le provenienze geografiche.
Nell’organizzazione dell’evento,
l’Associazione Culturale Chine Vaganti è stata supportata da alcuni preziosi
partner: l’Associazione Culturale Skizzo, protagonista negli ultimi anni del
movimento muralista sangavinese, l’Associazione Culturale Kenemèri, specialista
nell’organizzazione di eventi culturali e l’Amministrazione Comunale di San
Gavino Monreale, che ha concesso il suo patrocinio e il suo sostegno.
SIETE TUTTI INVITATI A PARTECIPARE!
PROGRAMMA
- ORE 09,00-13,30 [Liceo delle
Scienze Umane “E. Lussu” e Liceo Scientifico “G. Marconi”]: Attività di reading
e disegno dal vivo.
- ORE 17,30 [salone Pro
Loco, Piazza Resistenza]: Presentazione del libro di racconti e illustrazioni Certi
maestri / storie di persone comuni, speciali o incredibili (ideato,
curato e prodotto da Chine Vaganti).
![]() |
Il libro Certi maestri / storie di persone comuni, speciali o incredibili, realizzato, curato e prodotto da Chine Vaganti, sarà presentato in anteprima assoluta nel corso della manifestazione. |
- ORE 19,30 [Museo Due Fonderie, via Montevecchio]: Inaugurazione del murale/tributo all'artista sangavinese Angelo “Tatano” Corrias e apertura della Mostra dedicata allo stesso Corrias.
- A SEGUIRE [Museo Due Fonderie, via Montevecchio]: Serata con musica e aperitivo per tutti.
OSPITI
Manuelle Mureddu (narratore, fumettista, illustratore)
Angelo Monne (illustratore, grafico editoriale)
Alessandro Riggio (art director)
CHI È E COSA FA L’ASSOCIAZIONE CULTURALE CHINE VAGANTI
L’Associazione Culturale Chine
Vaganti è nata nel 1997 a San Gavino Monreale (Medio Campidano). Si occupa
principalmente dello studio, della diffusione e della produzione di fumetti.
Le continue contaminazioni con la
narrativa, la poesia, il teatro, il cinema, la pittura, l’illustrazione e la
grafica le hanno permesso di ottenere riconoscimenti di carattere regionale,
nazionale e internazionale.
Numerosi soci di Chine Vaganti
sono autori professionisti che hanno pubblicato e pubblicano fumetti, romanzi e
illustrazioni per svariate case editrici nazionali e internazionali. Tra queste:
Piemme (Milano), Tunué (Latina-Roma), Mondadori
(Milano), DeAgostini (Novara), Gaghi Editrice (Milano), Einaudi Ragazzi (Trieste), San Paolo (Milano), Fumo di China (Rimini), Esselibri
(Napoli), Salani (Milano), Fiordaliso (Roma), Aurea (Roma), MagicPress
(Ariccia-Roma), Editoriale Scienza
(Milano), Studio ReNoir (Milano), Clair de Lune (Allauch, Francia), Disney Italia-Panini Comics
(Modena-Milano).
_____________________________________________
pagina facebook: www.facebook.com/chinevaganti.assculturale/
evento facebook: www.facebook.com/events/152259452056981/
sabato 28 ottobre 2017
10 novembre 2017: a San Gavino Monreale si festeggiano i 20 anni di Chine Vaganti
Le iniziative per la celebrazione
del ventennale di Chine Vaganti
saranno aperte ad amici, appassionati e curiosi di tutte le età, senza nessun
limite di provenienza geografica.
Il programma prevede una serie di attività di carattere culturale:
-
la realizzazione di un murale dedicato al maestro Angelo
"Tatano" Corrias, nella facciata del Museo delle Due Fonderie a San
Gavino Monreale e avente come soggetto alcune opere di Corrias raffiguranti la
fonderia di San Gavino, le vicine miniere di Montevecchio e Ingurtosu e la
ferrovia. Angelo “Tatano” Corrias, pittore, illustratore, fumettista e
fotografo pubblicitario sangavinese scomparso pochi anni fa, per tanti anni è
stato legato all’Associazione Chine Vaganti da un rapporto di profonda amicizia
e proficua collaborazione. La realizzazione del murale è cominciata lunedì 23
ottobre 2017 e sarà completata entro i primi giorni di novembre;
-
la pubblicazione del libro di racconti e illustrazioni Certi
maestri – storie di persone comuni, speciali e incredibili, realizzato
dagli autori dell’associazione e da alcuni autori ospiti;
-
la presentazione dello stesso libro alle scuole di San
Gavino Monreale (nel corso della mattinata del 10 novembre 2017) e al pubblico
(nel pomeriggio nello stesso 10 novembre), attraverso la formula del reading
accompagnato da sessioni di disegno dal vivo e interazione con il pubblico;
-
una mostra dedicata al percorso artistico del maestro
Angelo “Tatano” Corrias, nei locali del Museo delle Due Fonderie. La mostra
sarà aperta al pubblico nel pomeriggio del 10 novembre;
-
l’inaugurazione dell’opera muralistica dedicata a
Corrias, nella serata del 10 novembre, con una breve presentazione-introduzione
a cui seguirà un incontro conviviale gratuito e aperto al pubblico accompagnato
da musica e aperitivo.
Per la realizzazione di tale
programma, Chine Vaganti usufruisce del prezioso contributo artistico e
organizzativo dell’Associazione Culturale Skizzo, protagonista negli ultimi
anni di un notevole movimento muralista proprio a San Gavino Monreale, e
dell’Associazione Culturale Kenemèri, provvista di una pluriennale esperienza
nell’organizzazione di eventi culturali.
Il tutto viene svolto con il
patrocinio e il sostegno dell’Amministrazione Comunale di San Gavino Monreale.
L’Associazione Culturale Chine
Vaganti è nata nel 1997 a San Gavino Monreale (Medio Campidano - Sardegna). Si occupa
principalmente dello studio, della diffusione e della produzione di fumetti.
Le continue contaminazioni con la
narrativa, la poesia, il teatro, il cinema, la pittura, l’illustrazione e la
grafica hanno permesso all’associazione di ottenere riconoscimenti di carattere
regionale, nazionale e internazionale.
Oggi, numerosi soci di Chine
Vaganti sono autori professionisti e pubblicano con regolarità per svariate
case editrici tra le più importanti della penisola.
Per ulteriori informazioni e aggiornamenti, tenete d'occhio la pagina facebook dell'associazione: www.facebook.com/chinevaganti.assculturale/
mercoledì 25 ottobre 2017
L'Associazione Culturale Chine Vaganti compie 20 anni!

Nella primavera del 1997, a San Gavino Monreale (Medio Campidano - Sardegna), io, Marcello Lasio e Andrea Fiori, spinti dalla nostra passione per il fumetto, ne abbiamo gettato le basi. Nel giro di pochi mesi Maurizio Nonnis, Giorgio Concu e Giorgio Casu si sono uniti a noi e, in sei, abbiamo deciso di costituirci in Associazione Culturale.
Da allora molta acqua è passata sotto i ponti, decine di nuovi soci si sono uniti a noi (alcuni per poco tempo e altri per anni). Tutti insieme abbiamo fatto un lungo percorso che continua ancora oggi. Un percorso di autoproduzioni, eventi culturali, formazione e tanto altro.
Oggi il gruppo conta una ventina di membri attivi e almeno quattro generazioni differenti di soci. La più giovane, Laura Vacca, ha la stessa età dell'Associazione: 20 anni!
20 anni di fumetti, 20 anni di storie, 20 anni di disegni, 20 anni di laboratori nelle scuole, 20 anni di concorsi, mostre, rassegne e tanto, tanto altro. Comprese varie "incursioni" nella poesia, nel teatro e nel cinema.
20 anni di viaggi e di esperienze in Sardegna e nella penisola, con qualche puntata anche all'estero.
Molti di noi, da semplici appassionati, sono diventati professionisti e oggi pubblicano per diverse case editrici, alcune delle quali di grande prestigio. Molti altri lo diventeranno presto.
In questi 20 ANNI DI VITA abbiamo conosciuto una quantità sterminata di persone e abbiamo accolto un numero difficilmente misurabile di giovani e meno giovani all'interno del gruppo.
Venerdì 10 novembre 2017 festeggeremo il nostro ventesimo compleanno a San Gavino Monreale, il comune in cui si trova da sempre la nostra sede. Lo faremo con gli amici delle associazioni culturali Skizzo e Kenemèri, e con il sostegno del Comune di San Gavino Monreale.
In programma c'è la realizzazione di un murale dedicato al nostro indimenticabile MAESTRO Angelo "Tatano" Corrias, il lancio di una nuovissima iniziativa editoriale firmata Chine Vaganti e altro ancora.
Naturalmente siete TUTTI invitati a partecipare!
A partire da oggi fino al 10 novembre 2017, tenete d'occhio questo blog ma anche la pagina facebook dell'Associazione Culturale Chine Vaganti, per sapere COSA, DOVE, COME e IN QUALI ORARI.
mercoledì 28 giugno 2017
Nel Western di Super Pro tutto è talmente finto da risultare vero!
Ed ecco a voi la quinta storia "pseudo Western" di Super Pro che finisce sul mio blog per festeggiare il quindicesimo anno di vita editoriale del personaggio.
Continuavano a chiamarlo Arizona Pro uscì nel mese di luglio 2009 sulle pagine
(cartacee) della rivista per bambini 44Gatti (Gaghi Editrice, Milano), ed è
l'episodio n. 43 della serie.
Il racconto, rispetto ai precedenti con la
medesima ambientazione, spinge l'acceleratore sul "gioco delle parti"
e sul gusto delle sane evasioni dalla realtà. Un'esigenza che però mette sempre
in primo piano gli aspetti attivi e creativi, in un crescendo di
interpretazioni incrociate, in cui le citazioni diventano materiale narrativo
nuovo.
In Super Pro, il Western è uno scenario posticcio che si trasforma in materia
vivente soltanto nel profondo dei personaggi, nel loro immaginario e nel loro
vissuto. Per tali motivi, il gioco delle finzioni finisce per renderli quasi
reali.
Il filone "pseudo Western" di Super Pro, inaugurato con l'episodio Lo chiamavano Arizona Pro (luglio 2003), è poi proseguito nel corso dei primi anni di vita del personaggio. In queste storie, io e Luca Usai (i creatori della serie) ci siamo divertiti a dare a Super Pro l'identità "parallela" di Arizona Pro. Costui è il fantasma di un formidabile pistolero che ha scelto come dimora la cittadina abbandonata di Lollywood, un sito in cui tanti anni fa si giravano i film Western.
Lollywood si trova nei pressi del Golfo dei Tonni, la località di mare in cui Bebo, Ale e Tore, i tre bambini protagonisti della serie, ogni estate si recano a trascorrere le vacanze estive in campeggio.
Tutto ciò consente ai tre bambini e al super procione di accedere con relativa facilità a questo affascinante sito, "entrando nella loro personalissima dimensione Western".
Il film di Leo prevede che Bebo, Ale e Tore assumano le identità dei tre personaggi di fantasia con i quali altre volte hanno amato giocare tra le vecchie assi di legno di Lollywood, vale a dire il fuorilegge Bebo the Kid, lo sceriffo Salvador e la proprietaria del saloon Alexandra.
Come è facile aspettarsi, gli avvenimenti finiranno per deragliare dai binari del copione. In più, l'improvvisa invasione di campo da parte dei Gemelli Dentoni, vecchie conoscenze dei nostri eroi, costringerà Super Pro (rigorosamente nei panni del fantasma di Arizona Pro) a intervenire.
La spiegazione finale che Ale darà a Leo sulla natura di Arizona Pro è una palese fandonia, buona solo per preservare l'identità segreta del procione super eroe. Ma, all'interno di questo gioco di finzioni e di personaggi che assumono identità diverse dalla propria, tale fandonia finisce paradossalmente per risultare quasi credibile!
Gli unici che in questi continui "giochi delle parti" interpretano se stessi sono i cattivi di turno, cioè i Gemelli Dentoni. Tuttavia anche costoro non sono precisamente "del tutto originali", dato che rappresentano l'evidente rivisitazione "superproiana" di quattro tra i più celebri fuorilegge del fumetto Western mondiale. A voi il compito di riconoscerli, anche se li avete già incontrati nella prima storia "pseudo Western" della serie: la già citata Lo chiamavano Arizona Pro.
Subito dopo Continuavano a chiamarlo Arizona Pro, io e Luca chiudemmo momentaneamente il filone pseudo Western di Super Pro.
Solo di recente mi sono assunto il compito di riprenderlo in mano, insieme al disegnatore Jean Claudio Vinci. E così, con l'episodio n. 89, intitolato La legge di Lollywood, Arizona Pro è finalmente tornato e i suoi giovani lettori ne possono ammirare le gesta sul numero della rivista 44Gatti in uscita proprio in questi giorni!
Super Pro © Daniele Mocci e Luca Usai
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