Nel blog di Luca Boschi c'è un post in cui lo scrittore/sceneggiatore Giuseppe Zironi parla degli autori di fumetti italiani che lavorano (o cercano di lavorare) in Francia.
Zironi butta giù i suoi "primi appunti" per quella che potrebbe essere un'inchiesta/reportage sul motivo arcano che spinge tanta gente a trascorrere la propria vita (o una parte di essa) a scrivere e disegnare storie per un esercito di personaggi inesistenti.
Il mistero si infittisce quando si scopre che la maggior parte di questi autori lavorano quasi sempre in modo precario (e, aggiungerei, per compensi talvolta ridicoli!).
Questo (aggiungo sempre io) succede soprattutto in Italia, dove il fumetto purtroppo (in linea generale), non ha nemmeno lontanamente la dignità che invece gli viene riconosciuta in Francia dal pubblico, dagli editori, dai sindacati, ecc.
Naturalmente non è mai il caso di fare di tutta l'erba un fascio. Infatti, così come in Italia ci sono situazioni in cui il fumetto gode di buona salute e di grande rispetto, in Francia può capitare di incappare in qualche situazione non precisamente gradevole.
Per cominciare la sua indagine su quella che definisce una "autentica questione civile", Zironi qualche settimana fa si è recato all'edizione 2012 del Festival Internazionale del fumetto di Angouleme (in Francia) e ha intervistato alcuni autori italiani presenti.
Il video è quello qui sotto.
se fossi un'automobile...
... sarei una FIAT 850. Ve la ricordate?
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