Vi ricordate di me?
Comunque io sono Mr.
Job e ogni tanto mi permetto di postare qualche riflessione in questo blog, l’unico
spazio web che mi abbia mai dato (e che ancora mi dia) asilo.
So cosa state pensando… “Se questa è l’unica pagina web su
cui riesci a farti ospitare, allora non è che sei messo granché bene, Mr. Job!”. Naturalmente avete ragione a
pensarla così, ma lasciate che vi dica che anche voi non siete messi proprio
benissimo.In ogni caso, se volete rinfrescarvi la memoria sugli argomenti dei miei piccoli sproloqui, non avete che da cliccare QUI e leggervi i post precedenti.
Tra le varie lettere che, nonostante tutto, continuo a ricevere, oggi pubblico quella di un tale che si firma Signor Ciompo e che scrive da Trani:
Egregio Mr. Job, da
anni ormai si fa tanto parlare di merito e di meritocrazia. Ma come me lo
spiega che proprio gli “illustri” personaggi che avrebbero il potere (o il compito, o il dovere...) di
introdurre il sistema del merito nella politica, nell’economia e, più in generale,
nel mondo del lavoro, sono i primi ad alimentare i soliti meccanismi clientelari,
sempre più basati sul fare andare avanti figli, fratelli, nipoti, parentado
vario e assortito… oppure amici, amici degli amici, “tangentari”, “malavitari”
e stronzi incompetenti nonché spesso deficienti, idioti e cerebrolesi di ogni
sorta?
Mi sono rotto i coglioni di mandare il mio curriculum vitae formato
europeo (lungo 9 pagine) a destra e a manca, per poi vedere che “quel” posto
viene assegnato a un tizio che non può nemmeno avere un curriculum formato “sticazzi”,
perché la sua condizione di semianalfabetismo gli permette a malapena di
leggere i titoli de La Gazzetta dello Sport, capendone sì e no il 2 per cento.
Mi rode il culo vedere che tutti i sistemi di assegnazione di posti di lavoro,
cariche, appalti e quant’altro continuano allegramente a non considerare
titoli, esami, esperienza, professionalità, capacità e qualità. Non è
ammissibile che in questa Italia certe persone che potrebbero al massimo pulire
i cessi prendano milionate di Euro per fare i “se stessi” (cioè i mentecatti)
in TV o in qualche importante consiglio di amministrazione.
Per quale oscura ragione, secondo lei, i super manager che fanno fallire le grandi aziende vengono premiati con milioni di Euro di buonuscita e poi ricollocati in qualche altra grande azienda che ancora non è fallita per il semplice motivo che loro non ci avevano ancora messo le mani?
Per quale oscura ragione, secondo lei, i super manager che fanno fallire le grandi aziende vengono premiati con milioni di Euro di buonuscita e poi ricollocati in qualche altra grande azienda che ancora non è fallita per il semplice motivo che loro non ci avevano ancora messo le mani?
È possibile che siamo un popolo così lontano dal buonsenso? Così
restio a mandare a cagare gli accozzati e gli accozzatori? Così refrattario a
capire che SOLO chi ha le competenze e le qualità per fare un certo lavoro deve
essere messo a fare quel lavoro? È possibile che l’unico modo per avere
successo in Italia con un progetto o, più in generale, con un’idea, sia quello di andare all’estero, sviluppare quell’idea e poi portarla in
Italia solo quando il politico, l’imprenditore o il potente di turno se ne accorge e decide di farsi
bello (e possibilmente ricco) con un successo che è già… “successo”?
Potrei continuare, ma mi fermo
qui.
Ora mi dia una riposta lei, caro Mr. Job, perché io francamente, dopo aver
impiegato gli ultimi 25 anni ad arrabattarmi in mille lavori, in mille domande,
in mille colloqui, in mille proposte e in mille discussioni sull’argomento, ho esaurito
le risorse, la pazienza e la capacità di capire.
Caro Signor Ciompo da Trani, che le devo dire? Ha detto tutto lei... anzi, guardi... facciamo così: lei mi mandi il suo indirizzo mail e io le invio subito un biglietto di sola andata per l'Australia.
Ma, mi raccomando... se vuole davvero meritarsi quel biglietto, non si azzardi mai più a tornare in Italia!
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